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Visualizzazione dei post da novembre, 2018

La città dei ragazzi

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Ogni metropoli, città o paese che si rispetti ha una sua architettura urbana e sociale. Dimensioni e criteri derivano dalla storia e dalle tradizioni fortemente radicate nel tempo. Una città può avere molti servizi, offerte commerciali, attrazioni turistiche, può essere circondata da montagne, campagne, fiumi o laghi.  Ma in ogni città ci sono bambini e ragazzi, che con il loro fragore spensierato e la loro allegria colorano l’ambiente circostante. La città o il paese in cui viviamo dovrebbe essere “la città dei ragazzi”. Dovrebbe essere un paese o una città che pensa al futuro, alle nuove generazioni, a migliorarsi per donare ai posteri un mondo migliore e una città più bella e più ricca. Una ricchezza che non deve essere solo economica, ma soprattutto sociale, culturale e di benessere della società stessa. La città dei ragazzi è una proposta che sta accompagnando le attività del CiAGì con il gruppo di 4 e 5 elementare. Durante questi mesi con i ragazzi abbiamo cercato di ragionare e

"DIRITTI" OGNI GIORNO

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Parlare di diritti oggi può sembrare una cosa quasi banale, ovvia, scontata, come se non ce ne fosse bisogno perché siamo, a parole, tutti concordi nel riconoscerne l’importanza ed il valore. Ma non lo è nella società in generale, dove non è facile mettere davanti i diritti degli altri rispetto ai nostri, riuscire a prenderli in considerazione davvero nel momento in cui non sono i nostri diritti a dover essere difesi, sostenuti…solo per i nostri diritti sappiamo davvero schierarci e prendere posizione. Non lo è nemmeno in campo educativo, quando nel “tran tran” quotidiano, dentro un lavoro sempre molto esigente e incalzante, ci dimentichiamo di fermarci per assicurarci che i diritti dei nostri bambini e ragazzi siano tutelati. Non ci preoccupiamo nemmeno di consapevolizzare bambini e ragazzi rispetto ai loro diritti e, quindi, al valore sociale che ognuno di loro ha e che si è tradotto, nel tempo, al riconoscimento dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. I bambini non sono

ADESSO - SUBITO - VELOCE

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Aspettare, attendere, non lasciarsi travolgere dall’”attimo fuggente” è divenuto un privilegio di pochi. La domanda appare spontanea. Siamo vittime o artefici di questo ritmo incalzante? Lo diciamo sempre che un ritmo così veloce ci fa perdere di vista le cose importanti. Nella fretta come si può imparare quale sia il momento giusto, capire quando una cosa sia matura, che quel ragazzo abbia bisogno di te? Nella fretta si diventa impulsivi, si dice quello che non si pensa, si corre il rischio di “ferire” gli altri e nemmeno ce ne si rende conto. Perdiamo di vista ciò che è bello per dare importanza a ciò che deve essere fatto. Sull’onda di tutto questo riempiamo le giornate di impegni, di mille cose da fare, di nuove esperienze che nemmeno riusciamo a gustare perché impegnati a organizzarne di nuove. Ci arrabbiano quando i ragazzi fanno le cose male, quando non riescono ad ascoltare, quando non si accorgono di quello che gli succede intorno. Perché fa così paura rallentare, perché

BAMBINI. ARCOBALENI DI SOGNI E LENTI D'INGRANDIMENTO SUL MONDO

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Al CiAGi è strano sentire silenzio, poiché le risate dei bambini, i loro schiamazzi, le loro voci e la musica delle casse riempiono e scandiscono le giornate di queste mura. Quando inizia la mattina si sente un silenzio “assordante” e si vedono i grandi saloni vuoti. Sorrido, al pensiero che a breve, quegli spazi dapprima silenziosi e vuoti, diventeranno belli vivaci e pieni di bambini. Eh sì, perché sono proprio i bambini a rendere tanto speciale il CiAGi e il nostro lavoro. Proprio la loro assenza, a volte, ci permette di pensare a quanto invece sia preziosa la loro presenza. Il loro “vigore”, il loro essere “frizzanti”, la loro spensieratezza.  Ciascuno di loro è paragonabile a una tonalità di colore, ciascuno con una sfumatura sempre diversa dall'altra, mai uguale. E quando giocano insieme e si scambiano qualche sorriso, sembra che questi colori si mischino dando vita così a nuove tonalità di sogni, di magia e di domande. Cerchiamo di ascoltare i loro bisogni e le loro esigenze