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Vite tra i banchi di scuola (di Simone Cusini - educatore e pedagogista)

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Quest’anno ho avuto la fortuna di partecipare al progetto “educatore di classe”, promosso dal CiAGi di Livigno in collaborazione con l’Istituto Comprensivo, e, a mia sorpresa, quanta vita che ho visto scorrere silenziosa tra quei banchi di scuola. Il ruolo all’interno della classe era abbastanza insolito: mentre i professori facevano lezione io mi posizionavo in fondo alla classe a osservare i ragazzi, ad affiancare chi vedevo in particolare difficoltà, ad aiutare chi me lo chiedeva espressamente e a ricordare ad altri, invece, che il letto ormai lo avevano abbandonato già da un po’ e che la lezione era cominciata e, forse, era il caso di stare in ascolto. Detto così può risultate un ruolo abbastanza semplice e marginale; anche perché cos’altro potrebbe fare un educatore a scuola mentre l’insegnate spiega? In realtà, però, il ruolo di un educatore in una classe di venti ragazzi tredicenni può risultare fondamentale e a tratti, forse, indispensabile. Questa figura professionale si oc...

Impariamo ad annoiarci…Non sempre c'è qualcosa da fare! (Deborah Rodigari - educatrice)

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  «Ciao, cosa facciamo oggi?» «Che noia, cosa posso fare?» «Cosa facciamo adesso?» «E adesso?»  «Tra quanto tempo iniziamo a giocare insieme?» «Non so cosa fare» Queste sono alcune delle frasi che quotidianamente, o quasi, sento lavorando con i bambini delle elementari. Arrivano alle 14.30 al CiAGi e chiedono immediatamente cosa si farà, che cosa abbiamo pensato per loro per quel pomeriggio, cosa si farà prima, cosa si farà dopo. Generalmente diamo il via ai nostri pomeriggi, con un momento chiamato "gioco libero", il tempo in cui i bambini possono giocare "come vogliono", possono rincorrersi, possono giocare seduti in cerchio, possono fare un gioco in scatola, possono disegnare, colorare, scrivere o possono semplicemente chiacchierare, confrontarsi, raccontarsi.  Insomma, gli obiettivi sono quelli di provare a far gestire loro questo spazio di tempo, in autonomia, offrendo a volte del materiale oppure semplicemente "lasciandoli mettersi in gioco liberamente...

Dietro le quinte (di Valeria Rodigari - educatrice)

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  Cinelux Livigno, 5 dicembre 2022, Favole Sfasate… Il pubblico inizia ad entrare in sala e prende posto sulle poltroncine rosse. Il sipario è ancora chiuso, ma ogni tanto dai lati spuntano i volti dei personaggi, curiosi di riconoscere tra il pubblico volti familiari e amici. «Dietro le quinte c’è il caos distillato in uno spazio molto piccolo» - così racconta William Alexander pittore ed istruttore d’arte - tutti sono in fermento…qualcuno è seduto in disparte e ripassa velocemente il copione, altri stanno indossando i costumi di scena, c’è chi cerca di scaricare la tensione in ogni modo: cantando, ballando, urlando, facendo una corsa sotto la neve. Le luci della sala si spengono, cala il silenzio. Eccoci…è il momento. Si apre il sipario, è arrivato il tempo di andare in scena. Il pubblico osserva divertito il susseguirsi di vicende che accadono ai personaggi, dal palco riesco a sentire le loro risate sincere, i loro applausi e complimenti. La visuale che ho io è completamente ...

Io resto in corsia - Tu resta a casa

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  In questo periodo si sentono tante situazioni spiacevoli che probabilmente nessuno pensava di poter mai ne sentire ne vivere, abbiamo il dovere di restare a casa e adottare tutte le precauzioni che ci sono  state indicante. Ma siamo veramente sicuri che tutti noi esseri umani possiamo proteggerci e semplicemente stare a casa? I professionisti sanitari che lavorano negli ospedali in questo momento si trovano ad affrontare ancora più da vicino questa emergenza sanitaria. Queste persone, come tutti noi, hanno paura ma loro a differenza nostra non hanno paura di andare a fare la spesa o incontrare i famigliari o altri cari ma hanno  paura di andare al lavoro ed affrontare la loro giornata. Si trovano a vivere in una condizione di estremo stress, sia fisico ma anche psichico dovendo fare estremamente attenzione ad ogni azione e movimento abitudinario, ma che in queste condizioni hanno bisogno di una particolare cura e attenzione. Infermieri e medici sono costretti ad in...

IL TEMPO è VITA

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  Qual’è la domanda che noi esseri umani facciamo di più in una giornata? Come stai? A volte ascoltiamo la risposta con il cuore, a volte con le orecchie e a volte chi da la risposta la da semplicemente in modo informale: bene grazie! Ma concretamente noi adulti, ci preoccupiamo realmente del benessere dei nostri bambini e delle persone che abbiamo al nostro fianco? Appare spesso evidente che gli adulti oggi, non sempre riescono ad entrare in empatia con le persone e in effetti è un compito davvero difficile da adempiere. Noi adulti spesso durante i primi mille giorni di vita del bambino tralasciano il vero benessere che loro hanno bisogno per crescere. Il vero benessere non è materialismo, non è progettare le ferie, le varie attività che riempiono le giornate dei nostri piccoli ma il vero benessere è riuscire a capire quello che realmente il bambino ci chiede e ha bisogno da noi. Noi adulti dovremo comprendere che non è indispensabile far passare un bambino “da in bra...

PERFEZIONE A TUTTI I COSTI

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  Si sente parlare sempre più spesso di medicalizzazione della salute; fenomeno che, nonostante la tecnicità del termine, indica qualcosa che avviene ormai quotidianamente e di cui, a ben pensarci, siamo tutti consapevoli. Per medicalizzazione si intende, infatti, quel processo attraverso cui la medicina moderna pone al centro della sua attenzione comportamenti e condizioni di vita che non sono malati, estendendo il suo potere e la sua azione ad ambiti di vita non caratterizzati da patologia. Uno dei casi più esemplari di questo processo è l’uso di farmaci psicostimolanti nel caso di soggetti diagnosticati con ADHD (disturbo da deficit di attenzione e iperattività) che riguarda un numero crescente di bambini ma anche adulti. Mi è capitato di recente di leggere il libro-inchiesta “ ADHD Nation” scritto dal giornalista americano Alan Schwarz*, che ha indagato l’uso di farmaci per bambini ADHD: lui definisce questa situazione come una vera e propria pandemia in quanto, stan...