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Visualizzazione dei post da febbraio, 2021

Il sogno...

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  M: Ciao A. allora hai deciso o ancora no? A: Ciao M. deciso cosa? M: Un uccellino mi ha detto che stai pensando di fare il 4° anno all’estero… A: Certo che non si può nascondere nulla… M: Di solito uno nasconde le cose “brutte” o le cose di cui ha paura. A: Beh allora hai azzeccato…la seconda opzione è la mia… M: Paura? A: A dirti la verità in merito a questo viaggio penso molto, e ho paura di partire. M: Beh è una paura sacrosanta, ma cosa ti spaventa? A: Penso alla possibilità di non riuscire ad adattarmi alla situazione, penso di farmi delle aspettative che poi mi potrebbero lasciate delusa, di non riuscire a lasciare la mia “comfort zone”, di lasciare l’ambiente a me famigliare, la mia famiglia e i miei amici... M: Se ti consola, sono paure che abbiamo anche noi adulti…a dirla tutta abbiamo paura anche per molto meno… A: Si lo so, mi rendo conto di avere molte paure, ma forse sono queste che più di tutte mi hanno aiutato a fare questa scelta. M: Tanta roba

Ascoltami con il cuore...e forse toglierò la mia maschera.

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Ironia della sorte…siamo alle porte del carnevale e mi ritrovo a scrivere "Gli Spunti Del Venerdì" (#glispuntidelvenerdì3) …proprio io che non sopporto il carnevale! E mentre guardo “sconsolata” le mie bambine pensare al costume del carnevale (che anche se è virtuale non si può mancare!) con gli occhi che brillano per l’eccitazione, le parole che escono frenetiche dalla bocca per stare dietro alle idee, ecco che indossano una maschera trovata in uno scatolone e all’improvviso Pirandello viene a bussare nella mia mente “C’è una maschera per la famiglia, una per la società, una per il lavoro. E quando stai solo resti nessuno”.  La maschera…ogni giorno che ci alziamo eccoci pronti ad indossare la nostra, tutti, nessuno escluso! Ci sono diversi tipi di maschere e possono essere intese in diversi modi, tanto da poterne davvero scrivere un libro, ma è dietro ad ogni maschera che io voglio andare… Dietro ad ogni maschera c’è una vita vissuta, un dolore, una sofferenza magari troppo

Raccontare educa

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  Il narrare e il raccontare sono principalmente un’azione, un movimento dall’io verso un tu, un noi, è un andare verso l’altro, narrare è un atto relazionale, che rende noto, evidente, una parola, uno scritto, un gesto e dunque un significato. Daniel Taylor sostiene che « ognuno è il prodotto delle storie che ha ascoltato e che ha vissuto»* Quotidianamente si racconta e ci si racconta, ed è proprio questa relazionalità lo strumento del processo formativo per la costruzione di significati. Nella storia evolutiva dell’uomo, il narrare ha risposto e continua a rispondere a una necessità profonda, addirittura primordiale. Oralità e scrittura, sono sempre stati strumenti di trasmissione del sapere e dei racconti che accompagnano la vita dei popoli nella storia. Attraverso le narrazioni le persone divengono compiutamente umane perché dispongono di un modo per riflettere su quello che hanno dentro di sé, proprio raccontandolo agli altri. Raccontare il lavoro educativo dei diversi servizi