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Visualizzazione dei post con l'etichetta Adulti

Insegnare a colori (di Francesca Bormolini - insegnante)

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  (tempo di lettura 1:50 min) Il termine colorblindness , che si traduce in italiano come daltonismo, viene spesso utilizzato in inglese per descrivere l’atteggiamento di chi per evitare di cadere in discorsi razzisti, utilizza la frase “Siamo tutti uguali”. Questa frase che ci viene insegnata anche a scuola, con buone intenzioni, secondo me è vera solo in parte. Lavorando con i ragazzi, o semplicemente camminando per strada, ci accorgiamo di come anche solo fisicamente siamo tutti diversi. Affermare che siamo tutti uguali evita forse di usare un aggettivo o una parola di troppo che potrebbe risultare offensiva per un altro, ma così facendo si cancella ogni differenza. Ci limitiamo ad essere categorie: italiani, inglesi, adulti, adolescenti, studenti, lavoratori… ma non siamo forse un po’ di tutto questo, ma anche molto di più? Lavorare con i ragazzi, mi ha spesso messo di fronte a questa realtà. E non parlo della varietà multiculturale delle nostre classi, ma del fatto che ogni ...

Come stai? (di Valeria Rodigari - educatrice)

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  « Come stai?» Una semplice domanda, che spesse volte rivolgiamo a chi ci sta di fronte, e altrettante volte riceviamo dal nostro interlocutore. « Come stai?», una domanda che fa parte della nostra quotidianità, che per consuetudine utilizziamo per iniziare una conversazione, per rompere il ghiaccio, senza dare troppa importanza alla risposta che riceviamo.   « Bene», la classica risposta che diamo per abitudine o che riceviamo, come se fosse l'unica risposta giusta da dare e non ci fossero altre alternative. « Bene», una risposta che ci permette di nascondere le nostre vere emozioni, come se ci facesse paura ammettere sinceramente come stiamo davvero. « Bene», una risposta che può risultare superficiale se data a un amico, una persona che conosciamo da tempo, di cui sappiamo che ci possiamo fidare. Durante le attività rivolte ai ragazzi di terza media, abbiamo creato un momento dedicato al « Come stai?», una “semplice” routine in cui ogni ragazzo sceglie un'emoji che rap...

Scelte (di Daniela Lumina - educatrice, parent coach e mamma)

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  Esco dall’incontro di orientamento dedicato ai genitori dei ragazzi di terza media e mentre torno a casa a piedi rifletto, e mi rendo conto che, se fossi nei panni di mia figlia sarei in crisi: perché nemmeno io saprei che scelta prendere! Quante nuove scuole, quanti nuovi indirizzi, quante infinite possibilità! E poi, Merano, Bolzano, Sondrio, Sondalo, Bormio, …? E poi le domande degli adulti, tra cui la peggiore penso che sia: «Cosa vuoi fare da grande?», come se le superiori fossero la scelta definitiva della vita, quella che ti caratterizzerà per sempre. E carichiamoli pure anche di tutte le nostre preoccupazioni, paure e aspettative. E mettiamoci anche l’orgoglio di farli frequentare qualche liceo, perché il professionale non è esattamente la scuola di cui vantarsi con gli amici e i parenti (ebbene si, ho sentito anche questa). Non è facile prendere questa scelta, ma se i primi a renderla complicata fossimo proprio noi adulti? Arrivo a casa, guardo mia figlia e mi tornano a...

Un mondo...di fantasia! (di Deborah Rodigari - educatrice)

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     È arrivato il mio turno o, meglio, è arrivato di nuovo il mio turno!     Tocca a me scrivere lo spunto, tocca a me pensare come posso riempire questo foglio bianco, tocca a me provare a creare qualcosa che vi faccia riflettere, tocca a me immaginare...e usare la «fantasia».     Pochi giorni fa ero a Carnevale e in questo mix di sorrisi, coriandoli e stelle filanti osservavo i costumi creati!     E incontrandone di ogni tipo, vedendone alcuni ho pensato: «Wow, che belli! Che fantasia»    Ecco, vorrei un attimo soffermarmi su questo mondo: la fantasia!    Un mondo meraviglioso che caratterizza la vita un po’ di tutti...     I bambini la usano quando inventano un nuovo gioco, quando sfogliano un libro e si inventano la storia osservando le immagini, quando si travestono e anziché utilizzare un cappello per metterlo in testa lo utilizzano come scarpa, quando fanno un'attività e provano a gira...

Pulizie di Primavera (Daniela Lumina e Serena Bormolini - educatrice e tirocinante)

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  Sono le 17.  Tutto è pulito e in ordine al CiAGi Livigno. Salutiamo i colleghi e restiamo solo noi due. Sorridiamo. Un pensiero sorge spontaneo ad entrambe ripensando ai mesi appena trascorsi: due generazioni che si sono trovate a lavorare insieme. Ci sediamo per un attimo intorno allo stesso tavolo, ci prendiamo un caffè ed iniziamo a chiacchierare. Da una parte è seduta l’esperienza: che porta certezze e stimoli, ma che tende a dare per scontato e a tacere alcune cose per timore che siano troppo “grandi” per una mente che si valuta ancora non pronta.  Perché non si investe tempo nella crescita personale dei giovani ? Dall’altra è seduta la parte giovane: con il suo entusiasmo e la sua curiosità, che spesso però sceglie di andarsene alla ricerca di nuove esperienze non garantendo una continuità.  Quanto tempo vale la pena investire nella loro crescita professionale ? Entrambe cogliamo le provocazioni che ci siamo lanciate e non con poche difficoltà prendiamo con...

Ah! Questi telefoni portatili (Alfredo Alessio Conti - educatore e scrittore)

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  A me piace chiamarli così, telefoni portatili, piuttosto che smartphone, IPhone e/o cellulari. Perché portatili rende bene l'idea, perché si portano sempre con sé, indispensabili come la borsetta, il portafoglio, si indispensabili che quasi mai si dimenticano. Indispensabili perché possiamo essere sempre raggiungibili, perché possiamo creare contenuti, lavorare a progetti, informarci in ogni momento su cosa sta accedendo nel mondo, tradurre testi per comprendersi meglio, perché permettono di interagire coi propri figli, di rimanere in contatto con loro perché mi garantiscono la loro sicurezza e riesco persino a tracciarli per sapere dove sono comodamente a casa mia. Ebbene sì questi telefoni portatili sono estremamente necessari che non se ne può più farne a meno. E che dire allora dei nostri figli? Se sono così necessari perché imponiamo regole se possono studiare, apprendere, promuovere socialità e insistiamo solo sui rischi? Ebbene sì, i rischi fanno paura, ma forse il nostro ...

Kids free (Deborah Rodigari - educatrice)

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  Da qualche tempo, durante le riunioni d'equipe del Centro Prima Infanzia , ci siamo chiesti come poter far passare una serata di relax, senza figli, ai genitori dei bambini frequentanti “Pollicino”. Dopo tante ipotesi e idee abbiamo deciso di proporre la serata dal titolo "Kids free". Una semplice serata per bambini, ma importante: un paio d'ore al “Pollicino” per i nostri bambini con i loro fratelli maggiori, permettendo così ai genitori di rilassarsi o trascorrere il tempo come preferivano, senza figli. Per i bambini una grande emozione : giochi, pizza, tante coccole e divertimento con i fratelli e le sorelle. Per noi educatori una nuova sfida , metterci in gioco in quest'avventura fuori dalle nostre attività ordinarie. Per genitori un'occasione da prendere al volo e…che hanno davvero molto apprezzato!   Siamo davvero felici. Sentire e vedere mamme e papà pronti per una cena fuori o per rilassarsi come desideravano, con la consapevolezza che i propri figl...

Non vedo, non sento, non parlo (Michele Ricetti - educatore e pedagogista)

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  L’Open Space attivo da alcuni anni presso il Centro di Aggregazione Giovanile - che dà la possibilità ai ragazzi più grandi delle medie e a tutti gli adolescenti di incontrarsi in un ambiente libero, aperto e soprattutto non giudicante – prima in modalità sperimentale e ora a tutti gli effetti vivo e in costante crescita, mi mette di continuo in discussione. Ascoltando i tanti racconti che condividiamo, mi interrogo sul nostro essere adulti e quando cala il silenzio della giornata, sento un forte vuoto mettendo insieme i pezzi dei loro vissuti, racconti e speranze. Si alternano momenti di spensieratezza e momenti di tristezza, momenti di allegria, gioco e momenti di confronto e delusione. Ti rendi conto che la realtà spesso e volentieri è ben diversa da quella che poi quotidianamente noi adulti viviamo. Una quotidianità frenetica e spesso appesantita dalle tante preoccupazioni che come famiglie e adulti viviamo, con il rischio di perdere per strada – alle volte volutamente e sp...

Coriandoli. La leggerezza della presenza (Thomas Sosio - educatore)

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  Al termine di una festa, rimangono sul pavimento alcuni coriandoli. Gli invitati sono andati via quasi tutti, allegri e divertiti dall’evento trascorso. Coriandoli: grandi, piccoli, di colori differenti. Fermi, immobili. Ad un certo punto la mano di un bambino afferra un pugno di coriandoli. Volano, si librano nell’aria liberi e leggeri, per poi ritornare a terra, fermi.   Mi piace pensare alla leggerezza dei coriandoli, spinti al volo tra sorrisi e colori.  Ma che cos’è la leggerezza?  Sicuramente non è superficialità come spesso pensiamo. Essere superficiali vuol dire non andare a fondo, non approfondire una tematica o una relazione. Essere leggeri significa volarci sopra, avvolgere tutto ciò proprio come i coriandoli. Essere leggeri, non significa vivere con distacco o assenza di empatia, ma la leggerezza ci avvicina all’altro, ci aiuta a sentirci parte di una comunità, a essere il filo dell’empatia e della solidarietà. Italo Calvino scrive: « Prendete l...

Un passo alla volta... (Deborah Rodigari - educatrice)

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  Lavoro da circa un anno e mezzo al “Pollicino”, il Centro Prima Infanzia della nostra Cooperativa Sociale L’Impronta.   I bimbi che frequentano vivono i loro primi anni vita, le loro prime scoperte, le loro prime amicizie, le loro prime avventure, qualcuno muove i primi passi, qualcun altro corre già.   Ogni volta che al mattino arrivo al lavoro, penso «Un passo alla volta, anche questa mattinata andrà alla grande e chissà quante cose oggi i nostri bimbi scopriranno e chissà di quante si meraviglieranno…» e poi li guardo correre, giocare, sorridere durante la mattinata.   Un passo alla volta qualcuno inizia a stare in piedi, poi cade, si rialza e pian piano muove qualche passetto, un passo alla volta qualcuno inizia ad esprimersi prima solo con i gesti, poi con qualche versetto e poco alla volta con qualche parola per finire poi a fare lunghi discorsi. Un passo alla volta conoscono chi gli sta intorno, all’inizio solo con uno sguardo intimorito, poi sedendosi in...

Pensieri sparsi di un cuore inquieto, ma di un animo libero. Parte II^ (Lorenzo Napoli - 21 anni)

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  La commozione nel mio bagaglio, panni sporchi di navigazione per ogni dove… Sempre in testa una canzone… È dolce stare in mare quando son gli altri a far la direzione, soltanto fare ciò che c'è da fare e cullati dall'onda... Di notte sognare lei che scappa da me, ma poi mi sveglio e consapevole sono nel mare. La vita mi offre un incarico di responsabilità, mi ha detto che una nave ha bisogno di un comandante concreto. Ed è importante il pensiero della responsabilità, si è fatto grosso,  è come dover saltare al di là di un fosso, che mi divide dai tempi spensierati di un passato che è passato.   Saltare verso il tempo indefinito dell'essere adulto,  di fronte a me la nebbia mi nasconde, la risposta alla mia paura è: cosa sarò e dove mi condurrà la mia natura? La faccia di mio padre prende forma sullo specchio interiore,  lui giovane io vecchio, le sue parole che rimbombano dentro al mio orecchio,  "la vita non è facile ci vuole sacrificio, un giorno te ne ...

Con sguardi diversi...aiutiamoli a crescere. (Daniela Lumina)

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  «Che pazienza che avete!» Quante volte nei miei ambienti lavorativi ho sentito pronunciare questa frase dai genitori che ci affidavano i loro figli e prima di diventare mamma ero convinta di possederne…di pazienza; quindi, lo prendevo un po' come un complimento. Ora da mamma, ogni volta che sento questa frase al lavoro, sorrido e spesso rispondo: «Non è questione di pazienza, ma di rapporti!» Mentre lo dico penso a quante volte stanca e avvilita ho osservato le mie figlie da piccole che facevano i capricci, o che non ubbidivano e ho pensato: «Ok… meglio 20 bambini degli altri che 2 dei tuoi!» Quante volte stremata e nervosa dopo un litigio con le mie figlie, magari proprio dopo un faticoso pomeriggio di compiti mi sono ritrovata a chiedermi: «Ma com’ è possibile? Gli altri bambini mi ascoltano, a volte pendono letteralmente dalle mie labbra e le mie figlie no?» Quante volte mi sono ritrovata io stessa a condividere emozioni o fatti alle orecchie professionali dei miei coll...

NOI RESPONSABILI DEL NOSTRO FUTURO

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  Recentemente si fa un gran parlare di educazione e spesso nel passato si pensava di risolvere tutto a “suon di sberle”, eppure mai come ora, ci si rende conto che l’impegno educativo è compito di tutti. Dietro termine educazione si nascondono diversi ideali e forme di pensiero che hanno dato origine a molteplici metodi educativi ai quali sono sempre di più i genitori a cui fanno riferimento cercando di capire quale sia il metodo più giusto da utilizzare per l’educazione dei propri figli. Tra le principali agenzie educative troviamo la scuola, che nel contesto classe punta sì al nozionismo ovvero all’istruzione vera e propria, ma anche alla gioia di imparare, alla creatività, alla capacità di collaborare con gli altri, di essere autonomi, di saper decidere. Essa naturalmente segue il programma ministeriale, per cui il programma proposto è uguale per tutti, lo spazio dedicato alle attività ricreative come musica e arte non è molto rispetto alle altre materie, ma vengono attua...

EDUCATORI SI NASCE O SI DIVENTA?*

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  Quante volte sentendo parlare di educazione, ci siamo posti questa domanda? Quante volte, di fronte ad una difficoltà, ad un’incomprensione sentiamo dire “ma questo chi lo avrebbe dovuto insegnare?” Probabilmente se non lo abbiamo mai fatto, pensiamo che la questione educativa sia qualcosa da rimandare ad altri, o peggio ancora che sia qualcosa che non ci riguardi. Il titolo, preso in prestito da un bel libro di Ferraroli, ci pone da subito difronte alla domanda che come educatori ogni tanto ci mette di fronte la nostra azione educativa, ma che anche come genitori, catechisti, insegnanti, allenatori, non possiamo far finta di nulla. Indubbiamente ognuno di noi ha una propria caratteristica, una peculiarità che gli è specifica a cui non possiamo fare a meno, perché essa caratterizza il nostro essere adulti all’interno della società. Il nostro luogo di lavoro, la cerchia di amici e colleghi, il contesto famigliare, sono tutti ambiti e terreno fertile perché l’azione educativa p...

SESSUALITà

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  Appena si accenna questa parola scappa ai nostri ragazzi qualche sorriso, qualche smorfia d’imbarazzo… ed è normale che sia così… con calma, con il tempo giusto, con il modo giusto dobbiamo cercare di prepararci e prepararli all’educazione all’affettività e alla sessualità, perché quest’ultima va oltre il mero comportamento sessuale. La sessualità è un tema centrale di ogni individuo, che ci accompagna lungo tutto l’arco della vita. Non possiamo dimenticarci di tutti gli aspetti, relazionali, emozionali, affettivi che la caratterizzano e la completano, perché questo è un argomento che è parte integrante del benessere di ciascuno di noi. È indispensabile educare e accompagnare i nostri ragazzi nel saper creare un legame con gli altri, imparando il rispetto a partire dalle prime dimensioni della fiducia e dell’amicizia, per poi riportarlo negli innamoramenti e gli amori che li metteranno in gioco. È altrettanto importante creare un momento di ascolto di sé stessi, di riconosc...

DOVE SI AGGREGANO I RAGAZZI?

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  È interessante e divertente giocare con le parole, provare e “smontarle”, dividerle in parti e rimettere insieme i pezzi. La parole AGGREGAZIONE significa “associazione, unione” e, “giocandoci” può diventare AGGREG-AZIONE. Questo è un passatempo, non ha niente a che fare con l’etimologia della parola, ma è bello pensare che l’aggregazione, lo stare insieme, l’unione possano diventare “azione”. La natura umana è strutturalmente aggregativa: nessun essere umano è pensabile come a se stante, ciascuno si nutre dell’altro e solo nello spazio della relazione con altri prende forma, fin dalla nascita. Ma ci sono ancora, oggi, luoghi e tempi di relazione? Dove si aggregano oggi i ragazzi? Lavorando in un centro di aggregazione, la domanda nasce nel momento in cui questo spazio vede a volte la presenza di pochi ragazzi, nonostante la varietà delle proposte e il tentativo continuo di avvicinarli per conoscerli ed entrare in relazione con loro. La domanda è anche obbligatoria perché come ...