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NONNI. UNA MISCELA DI RISATE, STORIE MAGICHE E GESTI PREMUROSI

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  La scorsa settimana è stata per tanti l’occasione di festeggiare e ringraziare i nonni per “quello che sono e fanno” a ciascuno di noi. I nonni oggi, passando svariate ore con i propri nipoti, ricoprono sicuramente un ruolo fondamentale nel loro sviluppo e nella loro crescita. Tale ruolo rappresenta sicuramente un elemento sostanziale nel supporto educativo ai genitori e allo stesso tempo un’importante risorsa all’interno delle famiglie. Attraverso una presenza costante essi offrono spazi, tempi e competenze nell’accudirli quotidianamente. I bambini trovano spesso nei loro nonni, oltre ad una preziosa “risorsa affettiva”, un contesto intimo, significativo, ricco di emozioni, uno spazio in cui sperimentarsi. Tra nonni e nipoti di ogni età, infatti, si crea un legame speciale, un rapporto confidenziale fatto di protezione e complicità che oltrepassa il tempo. Significativo l’aspetto dell’accudimento, forse ancor più interessante “quando i nipoti non hanno più bisogno di essere presi

EMOZIONIAMOCI

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  Quando chiediamo, ad una persona che incontriamo “Come va?”, non sempre siamo interessati alla risposta. Diamo ogni tanto per scontato che l'altra persona ci risponderà “bene”, perché questa è la risposta più comune. La diamo spesso anche noi! Forse perché non siamo abituati a esprimere con sincerità come ci sentiamo e tantomeno a immaginare che l'altro sia pronto a sentire una risposta diversa dal solito “bene”. Forse perché parliamo troppo poco delle nostre emozioni e ci risulta un argomento in parte imbarazzante, in parte “sconosciuto”. Parlare di emozioni può sembrare strano e inusuale, non ci fermiamo molto ad ascoltarci e capire cosa effettivamente si muove dentro di noi quando viviamo determinate situazioni. Le viviamo e basta, non del tutto consapevoli di ciò che si agita nel profondo e che ci porta ad avere certe reazioni piuttosto che altre. Ci manca una vera e propria “educazione emotiva”, che ci permetta di fermarci e sintonizzarci con noi stessi e, quindi

"EHI RAGAZZO...LO SAI CHE ALLE VOLTE FACCIO FATICA ANCH'IO?"

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  Una giornata no, tanti pensieri, un po' di rabbia, le tante cose da fare, qualche preoccupazione e la porta di casa “che ci attende”; penso siano situazioni comuni che come genitori ci si trova spesso a vivere nel quotidiano. Come gestire tutto questo dopo un’impegnativa giornata di lavoro? Come tutto questo ricade sui nostri figli? Sorvolare per il loro bene, condividere con loro i nostri pensieri con il dubbio che non siano in grado di comprendere, lasciar perdere e qualcosa si farà? Alcuni studi sottolineano come reprimere l’ondata di emozioni negative che ci travolge pensando così di proteggere i figli è un sacrificio inutile, anzi, addirittura dannoso e che è poco funzionale seppellire contrasti, litigi o stress sotto una facciata di apparente tranquillità. E’ importante condividere con loro le cose positive ma anche la tristezza, la rabbia, la delusione perché servono a farli crescere senza la paura di affrontare anche il lato meno bello della vita. Quando si è alle prese