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Diventare pedagogista...ai tempi d'oggi. (di Simone Cusini - educatore e laureando pedagogista)

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«Chi è il pedagogista? E cosa fa?» Questa è una delle domande che ci sono state rivolte dai ragazzi frequentanti il Liceo delle Scienze Umane di Bormio durante un incontro a cui abbiamo partecipato per raccontare le nostre esperienze universitarie e lavorative alle generazioni future che intendono lavorare in ambito sociale. A primo impatto non è semplice rispondere alla domanda in quanto la figura professionale del pedagogista non è ancora riconosciuta in maniera adeguata dalle istituzioni e dalla maggior parte delle persone. Forse, risulta più semplice rispondere affermando prima ciò che non è il pedagogista. Di certo, prima di tutto, non è colui che cura i piedi (sì, ne ho sentite tante riguardo a questa figura e una tra le tante assurde definizioni che ho sentito c’è anche questa), non è lo psicologo, ma potrebbe certamente lavorare al suo fianco per progettare interventi educativi di diverse tipologie e fornire sostegno, consulenza, formazione e accompagnamento all’interno del

Finalmente sei arrivata!! (Vincenzo Morcelli)

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  Finalmente estate... il conto alla rovescia è già partito da un pezzo, le giornate si allungano e la bella stagione è davvero alle porte. L'estate   è il periodo per eccellenza del riposo, del defaticamento, dello svago. Anche bambini e ragazzi in estate prendono una pausa da tutti gli impegni scolastici e si godono finalmente un pò di tempo libero. Forse proprio per questo l'estate è anche il momento in cui ricaricare le pile e sistematizzare tutto ciò che è stato appreso durante l'anno. Per questo motivo è fondamentale che l'estate sia un periodo non solo quantitativamente diverso ma anche qualitativamente differente facendo "altro" che per ragioni diverse in inverno non si può praticare. Sicuramente tante e differenti sono le proposte, diverse le scelte che si possono fare in base ai propri bisogni, alle proprie opportunità, a quello che si pensa sia il meglio per i propri figli. Certo è che l'organizzazione del tempo e il suo utilizzo possono davvero

WOW! (Nicole Galli - 18 anni)

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  Il “puoi scrivere di quello che vuoi” mi ha un po’ messo in croce. Per quasi una settimana le rotelline del mio cervello hanno girato a tutto gas per trovare l’argomento perfetto; poi mi sono stancata di cercare la perfezione, ho chiuso per un attimo gli occhi, ho preso un bel respiro e ho iniziato a scrivere senza filtri e senza pensare troppo a quello che effettivamente stavo sputando su quel foglio bianco. Quanti di voi possono affermare di aver vissuto dei momenti dove non pensi a nulla, in cui il sorriso ti spunta spontaneo sul viso e l’unica cosa che ti viene da dire è “WOW”? Beh, questo non posso saperlo, ma posso dirvi che io sì, l’ho vissuto. È quello sfuggente attimo di pace, non pace del tipo “fate l’amore non la guerra”, ma una cosa più profonda e personale. Ognuno può trovarla in qualsiasi, seppur semplice, cosa. C’è chi prova questa sensazione quando è in compagnia delle persone giuste, chi quando è da solo, chi quando guarda il tramonto con l’unica compagnia di un

"Gli spunti del venerdì" al Salone internazionale del libro di Torino - (Michele Ricetti)

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  Un altro piccolo sogno che si realizza, per gli autori del libro “Gli spunti del venerdì”.  Un sogno nato anni fa e maturato con la pubblicazione a fine anno del 2021 del libro che è diventato da subito uno strumento versatile per chiunque abbia voglia di mettersi in gioco e conoscere meglio il “lavoro educativo”. Il libro, pubblicato grazie alla Cooperativa Sociale L’Impronta di Livigno che ha da subito creduto nell’importanza del progetto, raccoglie oltre 80 contributi a tema libero, scritti nell’arco di tre anni (autunno 2018 – primavera 2021) pubblicati ogni venerdì sui canali social del comunale centro di aggregazione giovanile CiAGi Livigno. Il libro, nato un po' per scommessa e un po' per orgoglio, ha avuto inizio perché abbiamo sentito il bisogno e l’esigenza, come professionisti, di andare oltre al nostro lavoro di “educatori sul campo”, provando anche a mettere per iscritto e a far conoscere quello che sta dietro “le quinte” di ogni nostra programmazione o azione

I libri non salvano la vita. (Alice Martinelli)

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  C: «Ehmmm…buongiorno.» A: «Buongiorno!» C: «Senta…un domanda.» A: «Mi dica!» C: «Questo posto…è una biblioteca?» A: «Sì, esatto.» C: «Ah, ecco, mi pareva, con tutti questi libri. Carina.» A: «Uh, grazie. Stava cercando qualcosa?» C: «Come?» A: «Sta cercando qualcosa di particolare?» C: «Perché mi fa questa domanda?» A: «Beh, se una persona entra in biblioteca, di solito sta cercando qualcosa.» C: «Ma io non ho perso nulla!» A: «Oh, ma non sempre si cerca qualcosa che si ha perso. Ogni tanto si cerca qualcosa che si desidera e non si ha.» C: «Ah, funziona così? Beh, allora, direi…soldi.» A: «Desidera soldi?» C: «Certamente. Tutti desiderano soldi. Con i soldi si sta bene.» A: «Già, l’ho sentito dire parecchie volte. Mmm, qualcosa sul risparmio e l’economia circolare potrebbe fare al caso suo. Ah, ecco, fake news, consumismo, opportunismo, egoismo…un sacco di “ismi”, eh? Ecco qui.» C: «Ah, poi vorrei la salute. Si sa, la salute prima di tutto!» A: «Come darle torto! In questi tempi, po

Scelgo la mia strada. (Lavinia Ancuţa - economista e specializzata in statistica)

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Ogni giorno ci troviamo davanti ad una moltitudine di scelte. Alcune le prendiamo spensieratamente, forse anche di fretta, talvolta ci serve tempo per riflettere e convincerci di fare la cosa giusta. Non ci viene insegnato e probabilmente non può nemmeno essere insegnato come fare scelte corrette quando si parla della nostra vita personale, tantomeno troviamo la risposta su internet. Penso a me un po’ più giovane, a quanto incerto, pauroso ma allo stesso tempo avventuroso mi sembrava il futuro. Mi ricordo che impiegavo tanto tempo a prendere una decisione per paura di sbagliare.   Pensavo a come più avanti avrei scoperto che l’altra opzione sarebbe stata migliore e cosa sarebbe stato diverso. Ed io, come sarei ora?  La mia vita sarebbe un’altra, io non sarei la stessa e tutto intorno a me sarebbe diverso, sicuramente. Spesso ci viene detto di non guardare indietro. A me invece piace farlo, eccome. Così ho la possibilità di analizzare e apprezzare le volte in cui ho detto SI ad una sfid

Ognuno avanza con il suo tempo e come può. (Elena Rodigari)

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  “I disabili non esistono: chiunque ha delle abilità, così come delle difficoltà. Siamo noi a determinare se ci saranno altri disabili in futuro oppure se, a partire da oggi, chiunque potrà scegliersi il futuro che sogna”. Ho letto questa frase alcuni mesi fa e, convivendo con una disabilità, posso dire che non sempre è così. Ho una disabilità fin da quando ero piccola ma, per fortuna, i miei genitori mi hanno sempre spronata lasciandomi trovare le tattiche adatte a me per svolgere le cose più banali come: allacciarmi le scarpe, i bottoni e la giacca.  Non mi hanno mai imposto i loro tempi, ma hanno sempre rispettato e accolto i miei. Da poco sono entrata nel mondo del lavoro e, posso affermare che, così come in quello scolastico, c’è poca inclusione. Spesso, la persona disabile, è ostacolata dal medico del lavoro il quale dice che il lavoro che vorresti fare (quello dei tuoi sogni) non è adatto a te; dai colleghi di lavoro che non rispettano i tuoi tempi, non ti aiutano e/o non ti da

Sediamoci un attimo. (Daniela Lumina)

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  "Dobbiamo saper trarre da tutto ciò che ci capita un’opportunità…”  Sfogliando uno dei miei diari trovo questa frase scritta in viola…lì sulla carta, non so dove l’ho sentita o dove l’ho letta, non l’ho scritto, ma se è lì è perché volevo ricordarmela.  La leggo e la rileggo e penso che cogliere un’opportunità dalle cose belle viene facile! Ma da quelle brutte? Rifletto sul periodo che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo, sull’incertezza nel futuro e sinceramente mi rendo conto che non ho neppure voglia di cercare delle opportunità! A quale scopo?   Alla mente però mi appaiono gli occhi di tutti i bambini e i ragazzi che incontro durante le mie giornate, primi fra tutti quelli delle mie figlie e capisco che io VOGLIO trovare un’opportunità! Se io adulto non colgo delle possibilità, non ne cavo fuori qualcosa di buono, che sia anche un piccolo gesto, che messaggio sto dando? Penso che il nostro ruolo di educatori sia anche questo, si, certo, i bambini e i ragazzi ci insegnano t

Un percorso verso...me stesso e gli altri. - (Chiara Confortola)

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  I protagonisti sono i nostri ragazzi che ogni volta si dimostrano un pozzo di scoperta, sincerità e semplicità. Si trovano a vivere varie fasi della vita, talvolta accompagnati, talvolta un po’ più in autonomia e quando si parla della fase dello sviluppo si parla spesso di affettività e sessualità.  Sono dei temi davanti ai quali i ragazzi sgranano gli occhi, solitamente, pensando si racchiudano “cose da grandi”, argomenti di cui “non si parla così facilmente”, che fanno arrossire e altri che sembrano ancora taboo.  Sta proprio a noi educatori, famiglia, scuola accompagnarli in questo percorso di crescita che porti consapevolezza e soprattutto naturalezza nel confronto. Sta a noi creare occasione di incontro per rendere questi temi sempre meno “silenziosi” e sempre più quotidianità.  Certo, questo non sta a significare che siano temi superficiali e leggeri ma che nella loro delicatezza sia insita tanta profondità. Questo è un po’ ciò che ci spetta: rendere i ragazzi preadolescenti

Pensieri sparsi di un cuore inquieto, ma di un animo libero - (Lorenzo Napoli)

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  Le forze universali dell’incontro, la magia della connessione, l’esplosione delle emozioni, l’irrazionalità dell’amore. Gli elementi della natura risiedono in te e attraverso il tuo corpo e le tue sonorità si manifestano in me, come un essere volante libero da schemi mi inondi di voglia implacabile di scoprirti e uno stato di pace nel viverti, tutto estremamente puro e naturale che fa di noi un continuo mutamento di istinti ineffabili. Ti voglio mia come ti vorrei libera da tutto. Incontaminata buona e implacabile, curiosa di te stessa e satura di nuove percezioni che spingono per rivelare il tuo Io. Ho bisogno di sostanze metafisiche per rendere tutto incontrollabilmente sotto controllo vitale, amo la pace, amo la caoticità degli eventi interni esterni, amo rigurgitare astrazioni e urlo soccorso di naturalezza silenziosa. Amo te, amo nessuno e amo tutto. Quelle piccole vibrazioni nello stomaco sono percezioni più grandi di me, di qualcosa che non ha casa, non ha spazi prec

Semi di pace - (Thomas Sosio)

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  “Perché i grandi fanno la guerra?” Un bambino mi prende alla sprovvista con questa frase tagliente e veritiera. Proprio mentre stavamo giocando, in un momento di spensieratezza e serenità. Ebbene sì, perché i grandi fanno la guerra? Tutti noi siamo a conoscenza di ciò che sta avvenendo in Ucraina, e in altri territori caldi del mondo. Forse fermarsi a riflettere non è più necessario, forse bisognerebbe iniziare a costruire, o meglio, seminare la pace dentro di noi e accanto a noi. In educazione i bambini e ragazzi riflettono e proiettano ciò che gli adulti vivono e dicono, quindi facciamoci tutti un buon esame di coscienza, per capire e costruire pace e bellezza nel nostro quotidiano. I conflitti fanno parte della dialettica, del potere e della storia dell’uomo fin dal suo nascere, pensiamo al primo conflitto tra Caino e Abele. Dunque, per placare il conflitto, utilizziamo “le armi”, sì ma “le armi” pacifiche del dialogo, della cura dell’empatia. Quante volte per egoismi o smania

Non è questo il mondo che vorrei - (Michele Ricetti & S.C. - 17 anni)

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S: Sono stufa Mitch sono tanto stufa di vivere in mondo di merda. M: Ella miseria che cosa successo?? S: È sì cavolo arrivi ad un certo punto che diventi matta. M: Prego? S: Si, basta non ne posso più voglio prendere e andare via!! M: Adesso però calmati un attimo e raccontami che cos’è successo. S: Vorrei andare via dove puoi essere te stessa senza essere giudicata... non so se esiste un posto al mondo dove la gente non giudica, ma giuro che se lo trovo non mi vedete più. M: Sarà contenta la mamma, così non la fai più disperare! S: Scemo! Sono seria. Voglio vivere in un mondo dove non bisogna difendersi per come mi vesto, per come penso, per quello che mi piace, dove non devo dare per forza spiegazione agli altri.  Sinceramente... non è questo il mondo che vorrei. M: Scusa, hai ragione. Sei decisamente incazzata… S: Si, e questo è il vostro modo di pensare da adulti. Ma perché la gente deve giudicare? non può semplicemente dire la sua opinione senza urlare o aggredire le scelte di qua

Foglio bianco n°... - (Valeria Rodigari)

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  Non amo scrivere, o meglio mi piace scrivere solo quando sono libera di farlo su un foglio completamente bianco, senza righe e quadretti dove incasellare lettere e parole. Se devo scrivere preferisco farlo a mano, la mano scorre sul foglio bianco che piano piano si riempie di pensieri ed emozioni che vengono direttamente dal cuore e che l’inchiostro rende vivi. Scrivere a computer invece, mi viene difficile. Battere le dita sulla tastiera mi fa sembrare tutto così impersonale, omologato, non c’è nulla di mio che lo distingua da qualcun altro, stesso carattere, stessa dimensione, tutto così preciso. Anche se sicuramente ha il vantaggio di modificare il testo: aggiungere o cancellare senza che nessuno lo noti. Trovo la scrittura a mano come qualcosa che ci accomuna, ma che allo stesso tempo ci rende unici. Qualcosa di intimo, dove ognuno ha il proprio stile, il proprio carattere, la propria calligrafia che ci permette di distinguere e di riconoscere l’autore del post-it appeso al cale

Diventare "grandi" - (E.S. 17 anni)

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  Il tempo passa per tutti, si sa, a volte corre più in fretta di quello che noi vorremmo. Sono una ragazza di quasi diciotto anni e più di una volta ho fantasticato sul mio futuro e sul mio presente: per esempio a tutte le cose che ora faccio con autonomia.  Incomincio a fare dei progetti realizzabili, inizio a decidere che tipo di persona voglio essere. Tutte queste fantasie portano anche a tante paure: la paura di non riuscire, di sbagliare e non trovare un modo per risolvere il problema in questione, la paura di deludere chi ti sta vicino e soprattutto te stessa. Negli ultimi mesi ho avuto la possibilità di poter vivere “una vita da adulto”, attraverso il mio tirocinio. Non nego che mi sono divertita tanto e ho avuto molte soddisfazioni che mi rendono felice e che mi fa venire voglia di abbandonare la mia quotidianità che conosco per trovarne una nuova che mi piaccia di più. Ho anche scoperto che la vita adulta non è tutta rosa e fiori come ogni bambino pensa. Entrare a far parte d