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Carnal Virtual 2022

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  😏   Scegli    la categoria a cui vuoi partecipare: "Congiunti"  e/o "Singola mascherina"  (una sola persona nella foto) 💫   Scatta   la tua foto.  💥   Spediscila     ENTRO il giorno di Carnevale (domenica 27 febbraio)  all'indirizzo mail  ciagilivignotrepalle@gmail.com  oppure al numero WhatsApp 329.7488338. Lunedì 28 febbraio le foto pervenute verranno pubblicate sulla pagina Facebook del  CiAGi Livigno. Una giuria vaglierà le mascherine partecipanti. Martedì 29 febbraio sarà proclamata la mascherina vincitrice nelle due categorie! L'impegno che vi chiediamo è quello di vivere  q uesto momento di allegria nella vostra famiglia, magari costruendo da 0 il vostro costume,  dando spazio alla fantasia  coinvolgendo genitori e bambini! Perciò pronti via! #Carnal2022 #ciaginonmolla #MascheraColSorriso

Ma tu che lingua parli? - (Vincenzo Morcelli)

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  Ognuno di noi si sente amato e “voluto bene” in diversi modi e, allo stesso tempo, ha differenti modalità di comunicarlo. Questo sicuramente vale per i grandi ma, oserei dire, anche e soprattutto per bambini e ragazzi. Ovvio si tocca un tasto un po’ delicato, bello, faticoso che appartiene a tutti e che ci accompagna nei nostri gesti quotidiani in ogni contesto e in ogni momento, soprattutto fra le quattro mura domestiche. «Ogni persona ha un serbatoio emozionale, e quando questo è pieno tutto scorre meglio e anche le difficoltà sono più abbordabili. Man mano che un bambino cresce, la sua capacità di apprendere aumenta grazie a diversi fattori, il più importante dei quali è la maturità emozionale. Più il bambino è maturo a livello emozionale più è capace di apprendere e i genitori hanno l’influenza più importante sulla crescita emozionale del bambino» [1] . Queste parole mi hanno fatto riflettere e pensare in primis alla grande responsabilità che abbiamo come adulti; le competenze e

Cultura della cura. Prendersi cura dell'altro.

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  È da alcuni mesi che penso a questo scritto per #GliSpuntiDelVenerdì ed è, esattamente, dal 1° gennaio che questo argomento mi affascina e che ho deciso di approfondire e di condividere. Proprio il primo giorno dell’anno rimango colpita dal tema del messaggio di Papa Francesco per la celebrazione della giornata mondiale della pace: “La cultura della cura come percorso di pace” [1] . Ma cosa significa cura? Cercando nel dizionario, per dare una corretta definizione ho trovato: cura: «persona, cosa di cui ci si occupa» . Occuparsi di qualcuno o qualcosa è un concetto pieno di significato, di valore e di bellezza. La cura come promozione della dignità e dei diritti della persona è al centro del nostro lavoro e del nostro pensiero educativo, ma non solo è insito in ogni essere umano. Il concetto di persona inteso come sviluppo umano e di relazione, di inclusione, di dignità. Papa Francesco ha affermato durante il suo messaggio: «ogni persona umana è un fine in sé stessa, mai sempl

Lasciare un segno

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  Diverse volte ci hanno chiesto di scrivere, di mettere i nostri pensieri e le nostre idee su un pezzo di carta, quanti temi nel trascorso scolastico ci è toccato stilare senza troppa voglia!  Quando andavo a scuola, la frase più ricorrente tra noi ragazzi durante un tema di italiano era: «Ma quanto lungo deve essere?», «Così è troppo corto?». Se a quest’ultima domanda la risposta era positiva, si iniziava a scrivere con una scrittura a caratteri “cubitali” così da occupare più fogli possibile e raggiungere la lunghezza richiesta. Che poi…chi dice che in poche frasi non si riesca a racchiudere un mondo di pensieri?? Eppure, se ci pensiamo sono proprio quei messaggi, quelle lettere, quei biglietti d’auguri, quelle cartoline inviate da amici e parenti che prese e rilette dopo tempo hanno la capacità di riportarci con la mente all’attimo in cui le abbiamo ricevute, aprendo così un mondo di ricordi, di emozioni provate nonostante siano passati molti giorni, mesi o anni. Scrivere non è s

Ascoltami con il cuore...e forse toglierò la mia maschera.

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Ironia della sorte…siamo alle porte del carnevale e mi ritrovo a scrivere "Gli Spunti Del Venerdì" (#glispuntidelvenerdì3) …proprio io che non sopporto il carnevale! E mentre guardo “sconsolata” le mie bambine pensare al costume del carnevale (che anche se è virtuale non si può mancare!) con gli occhi che brillano per l’eccitazione, le parole che escono frenetiche dalla bocca per stare dietro alle idee, ecco che indossano una maschera trovata in uno scatolone e all’improvviso Pirandello viene a bussare nella mia mente “C’è una maschera per la famiglia, una per la società, una per il lavoro. E quando stai solo resti nessuno”.  La maschera…ogni giorno che ci alziamo eccoci pronti ad indossare la nostra, tutti, nessuno escluso! Ci sono diversi tipi di maschere e possono essere intese in diversi modi, tanto da poterne davvero scrivere un libro, ma è dietro ad ogni maschera che io voglio andare… Dietro ad ogni maschera c’è una vita vissuta, un dolore, una sofferenza magari troppo

Raccontare educa

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  Il narrare e il raccontare sono principalmente un’azione, un movimento dall’io verso un tu, un noi, è un andare verso l’altro, narrare è un atto relazionale, che rende noto, evidente, una parola, uno scritto, un gesto e dunque un significato. Daniel Taylor sostiene che « ognuno è il prodotto delle storie che ha ascoltato e che ha vissuto»* Quotidianamente si racconta e ci si racconta, ed è proprio questa relazionalità lo strumento del processo formativo per la costruzione di significati. Nella storia evolutiva dell’uomo, il narrare ha risposto e continua a rispondere a una necessità profonda, addirittura primordiale. Oralità e scrittura, sono sempre stati strumenti di trasmissione del sapere e dei racconti che accompagnano la vita dei popoli nella storia. Attraverso le narrazioni le persone divengono compiutamente umane perché dispongono di un modo per riflettere su quello che hanno dentro di sé, proprio raccontandolo agli altri. Raccontare il lavoro educativo dei diversi servizi

Oh... santa pazienza!!

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  In coda alla cassa del supermercato; una nonna e due nipotini abbastanza piccoli, un nipote un po’ irrequieto e la nonna che si barcamena in qualche modo tra la spesa, le borse, i nipoti per poi uscirsene con un sarcastico “Santa pazienza”. Lì per lì ho sorriso, poi ripensandoci ho fatto qualche pensiero… forse la pazienza è davvero qualcosa, passatemi il termine, “di santo” e che permette di far evolvere diverse situazioni. A chi non capita di pazientare? Aspettare che il semaforo scatti, aspettare che qualcuno impari qualcosa, aspettare il voto di una verifica, aspettare che un progetto si realizzi, aspettare qualcuno che ritorni a casa. Aspettare e rispettare che qualcuno riesca a fare qualcosa da solo magari con tempi diversi dai nostri, aspettare un appuntamento o un evento, aspettare di poter ripartire e ricominciare, aspettare…. Chissà quante cose ognuno di noi attende. A volte, presi dai ritmi incalzanti, ci facciamo sfuggire tante cose, tanti particolari importanti. La pa

Al Carnal Virtual 2021

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REGOLAMENTO: 😏 Scegli   la categoria a cui vuoi partecipare: "Congiunti" e/o "Singola mascherina" (una sola persona nella foto) 💫   Scatta   la tua foto.  💥   Spediscila   ENTRO il giorno di Carnevale (domenica 14 febbraio) all'indirizzo mail ciagilivignotrepalle@gmail.com oppure al numero WhatsApp 329.7488338. Lunedì 15 febbraio le foto pervenute verranno pubblicate sulla pagina Facebook del CiAGi Livigno. Una giuria vaglierà le mascherine partecipanti. Martedì 16 febbraio sarà proclamata la mascherina vincitrice nelle due categorie! L'impegno che vi chiediamo è quello di vivere  q uesto momento di allegria nella vostra famiglia, magari costruendo da 0 il vostro costume,  dando spazio alla fantasia  coinvolgendo genitori e bambini! Perciò pronti via! #Carnal2021 #ciaginonmolla #MascheraColSorriso  

Quando sarò grande, vorrò essere un bambino.

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  Quante volte ci è capitato nella vita di sentir dire a un bambino: «quando sarò grande vorrò fare l'astronauta, il pompiere, la ballerina … » . Il bello delle loro affermazioni è che ci credono davvero, hanno negli occhi quella convinzione e quella determinazione che farebbero invidia a chiunque. Eppure, dagli adulti non vengono mai presi troppo sul serio. Forse perché a noi, con il passare del tempo, la vita ci ha un po' rassegnati e la voglia di sognare liberamente abbiamo preferito chiuderla in quel famoso cassetto, insieme proprio a quei sogni mai realizzati. Questo il motivo per cui quasi nessun adulto si domanda, una volta diventato grande, se sia diventato proprio quello che sognava da bambino, anzi probabilmente non ce lo ricordiamo nemmeno più.  Allora forse è giusto imparare qualcosa dai bambini, perché la loro spontaneità nel porsi obbiettivi senza pretese e senza fretta, ci deve insegnare che nella vita bisogna sempre puntare più in alto di dove vediamo, di dov

Anno nuovo, nuovi pensieri.

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In certi periodi della nostra vita, si tende a vedere tutto un po’ in modo drammatico, soprattutto quando ci capitano eventi spiacevoli e ci sembra di non riuscire più a vedere la via d’uscita. Credo che alle volte dovremmo essere telespettatrici delle nostre vite. Al mattino, per esempio, o appena possibile nell’arco della giornata, proviamo a fare “mente locale” sulle fortune che abbiamo. Proviamo, indipendentemente da quello che ci succede, e ci renderemmo certamente conto che ognuno di noi ha ricevuto molto e ogni giorno non fa altro che ricevere. Risulta difficile lo so, ma se ci pensiamo bene, ci accorgeremmo di quante sono le ragioni per sentirsi grati nella vita. Il sentimento di riconoscenza credo possa arricchirci e migliorare qualsiasi stato e portarci la gioia e la felicità anche quando ci sembra impossibile magari perché il dolore è il sentimento dominante in quel determinato momento. Solo quando essere grati diventerà uno stile di vita delle persone, ci sveglierem

Uno "strano" incontro...

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S: Che lavoro fai? M: Sono “Assistente alla Comunicazione e all’Autonomia”. S: Cioè? Dove lavori? M: A scuola, mi prendo cura dei ragazzi con qualche difficoltà. S: Sei un’insegnante di sostegno? M: No, sono un’Assistente. S: Nell’elenco non c’è… posso mettere maestro? M: No… S: Allora operaio? M: Vedi tu, non so che dire. S: Ma cosa fa “questo assistente”? M: È una figura un po' “sconosciuta” per la stragrande maggioranza delle persone, ma presente da anni ed è indispensabile per garantire il diritto all’istruzione ai bambini e ragazzi con disabilità. Non è un’insegnante, ha una formazione diversa, un mandato diverso. S: Ok ma esattamente cosa fa? M: Ovviamente sono di parte, ma credo che sia una figura fondamentale per costruire il progetto di vita dei ragazzi di cui si prende cura. L’assistente lavora a fianco del ragazzo e prova a raccogliere tutte quelle che sono le indicazioni di tutte le figure che si occupano di lui senza sostituirsi a loro. S:

Si, sono positiva...ma ho imparato tanto!

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Mi: Ciao M, come stai? M: Ciao Mi, per il momento tutto bene, ma non so se lo sai ma sono risultata positiva al Covid-19. Mi: Si, ho saputo cavoli… M: Grazie al cielo grandi sintomi non ne ho, ma ti assicuro che non è una bella sensazione. Mi: Lo immagino! Ma com’è andata la faccenda? M: Giovedì la responsabile Covid-19 del nostro istituto ha contattato la nostra classe e ci ha comunicato che da quel momento fino al saremmo dovuti restare in quarantena preventiva perché una nostra compagna era risultata positiva. Mi: E così tutti a casa! M: Si esatto, io ed i miei compagni abbiamo così cominciato la DAD e senza molti problemi abbiamo continuato le nostre lezioni. Mi: E poi come hanno fatto a scoprire che eri positiva? M: Sabato tutta la nostra classe si è sottoposta al tampone, io personalmente ero davvero molto pacifica perché non avevo avuto molti contatti con la ragazza positiva e non avevo accusato sintomi particolari, quindi con molta tranquillità sono andata a far

Crederci sempre...mollare mai!

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«Cosa pensi di fare?!?!» «È inutile, non riuscirai a raggiungere il tuo obiettivo, è troppo impegnativo, non fa per te…». Quante volte ci siamo sentiti dire queste frasi, magari anche da persone che di te non conoscono assolutamente niente, se non solo il nome.  Ognuno di noi sin da quando è piccolo ha sogni per “quando sarà grande”, alcuni dei quali crescendo e mettendoci impegno si realizzano, altri cambiano, mentre alcuni si accantonano e vanno svanendo. Lavorando nel campo dell’infanzia ed avendo a che fare con i bambini, più volte ho avuto modo di ascoltare la loro fantasia sul futuro: cuoco, fiorista, pilota di elicottero, dog-sitter, parrucchiera, mamma, maestra e molti altri lavori.  Il bello dei bambini è quello di non porsi limiti nei sogni e con questo di vagare con la mente senza nessun ostacolo. Poi i bambini crescono e iniziano ad affacciarsi alla realtà, cambiano le loro idee seguendo l’influenza dei genitori, dei fratelli, degli amici e di chi ha proprio parere ha a

E torneremo più forti di prima!

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Ed eccomi qui, di nuovo, sul divano di casa con una buona tazza di caffè bollente tra le mani e… penso . I pensieri che corrono in testa sono molti e si intersecano tra loro instancabilmente ogni giorno, ma credo di non essere l'unica che in questo periodo sta provando questo… In un momento così, come quello che stiamo vivendo, non è certo facile trovare il proprio equilibrio ; “si finge”, quando si parla con le altre persone che vada tutto bene. In fondo credo che ognuno di noi “abbia le sue” partendo dai bambini e ragazzi, che pur cercando di fagli vivere al meglio tutto ciò che li circonda, si sentano continuamente bloccati su quello che per loro è vivere, giocare, studiare ed incontrarsi insieme agli altri senza troppi pensieri. Per non parlare dei nostri adolescenti, costretti a rimanere chiusi in casa quando quello che fa un ragazzo/a di quell’età, è stare con i propri coetanei per confrontarsi sulle proprie esperienze e per iniziare ad affermarsi come persona.  I bambini, r

Autunno...Un mix di colori

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L'autunno è la stagione che mi piace di più, la definirei un mix di colori . Affacciandoci alla finestra durante la giornata, vediamo un'infinità di colori, dai più “caldi” come il giallo, l'arancione, il rosso... ai più freddi come il blu della sera e della notte. Siamo circondati dai colori vivaci che rendono questa stagione allegra, che ci riportano all'estate, al sole, alla spensieratezza, ma che verso sera si trasformano in colori scuri che ci fanno ri-tornare al tempo che stiamo vivendo, ci ricordano che ci stiamo avvicinando all'inverno, al freddo, alla neve! Questa è la stagione del ritorno a scuola, del ritmo ordinario sul lavoro, alle abitudinarie giornate dopo l'estate. É la stagione dei cambiamenti, dei pensieri, delle riflessioni... A proposito di riflessioni... Scorrendo le foto della mia galleria, qualche giorno fa ho rivisto e automaticamente rivissuto, i momenti fantastici della nostra estate. La spensieratezza delle giornate di sole, le

Està di soci 2.0 (video)

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l'Està di Soci 2.0...in 100 secondi! (video)

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Està di soci 2.0 -tutorial- (video)

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Il rischio di pensare che capiti a qualcun altro

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Quello di oggi vuole essere un semplice invito...un invito rivolto a tutti noi a metterci una mano sul cuore. In questi giorni stiamo leggendo articoli su articoli, messaggi sui social network, vediamo video che ci raccontano quello che sta succedendo, che ci ricordano chi sono le persone che in questo momento subiscono o potrebbero subire le conseguenze più gravi di questa situazione. Allora ho voluto fermarmi...ho voluto prendermi un attimo, staccarmi dal computer e dai giornali per osservare chi mi sta attorno. Così intorno a me ho visto anche altro: ho visto una figlia con il timore di andare a fare visita alla mamma anziana perché sa che potrebbe metterla a rischio. Ho visto la paura di un'amica che aspetta il suo primo figlio e non sa se potrà avere suo marito al fianco mentre partorirà. Ho letto la paura di un papà per la sua bambina malata di leucemia che già vive una condizione di fragilità. Ho sentito il dispiacere di una comunità che non ha potuto dare l'ultimo salu