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L'essere educatori è meravigliarsi (di Chiara Confortola - educatrice e danza movimento terapeuta)

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  L’incontro è finito.  Dopo giorni di telefonate, confronti, lacrime e perplessità…l’incontro è finito.  Abbiamo sentito la necessità di fermarci un attimo, di parlare e discutere di alcune questioni e incomprensioni. L’incontro è finito.  L’incontro è finito con un abbraccio e la frase “Noi ci siamo. aspettiamo!”. Chi l’avrebbe mai detto. L’essere educatori è meravigliarsi di quanto un processo di crescita, più o meno lungo, possa portare al raggiungimento di alcune delle tappe prefissate. La continua mediazione tra individui, enti, persone di cui ci prendiamo cura ci espone ad una continua ricerca di noi e del ruolo che abbiamo in un contesto che è ampio e complesso.  L’essere mediatori può voler dire negoziare e avere a che fare con il conflitto.  Il nostro lavoro è un complesso intreccio di fili che si incontrano, a partire dalle relazioni con le persone che accompagniamo e ancora di più con le famiglie, i servizi, la scuola ed è nostro compito far sì che quel filo non si annodi,

Lasciamoci il beneficio del dubbio (Vincenzo Morcelli - educatore)

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  «Sarà stato opportuno agire così?»  «Chissà se avessi fatto diverso…»  «Però si poteva fare anche così, magari le cose andavano diversamente...»  «Sono in difficoltà, non so bene come agire...» Spesso ultimamente queste domande mi tengono compagnia a fine giornata.  A volte si vorrebbe tutto chiaro, limpido e certo ma, purtroppo o per fortuna, nel nostro lavoro non tutto è perfettamente definito. L'interrogativo e il dubbio fanno parte “del gioco” e sono un elemento con cui fare i conti.  Il dubbio è un’esperienza generalmente mal sopportata, talvolta genera fastidio e si è intolleranti verso l'incertezza a cui si associa spesso insicurezza e fragilità; chi convince solitamente è privo di dubbi. Ad ogni modo penso sia un’esperienza che merita attenzione. Il dubbio ha a che fare con l'errore dal quale è possibile avere occasioni per acquisire successivamente consapevolezza. Porsi nella posizione del dubbio crea spazio per uno sguardo che sa individuare l'errore non per