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La cura di splendere (Vincenzo Morcelli - educatore)

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  «Leggerezza, libertà, preoccupazione, scelte, riservatezza, stranezza, curiosità, spensieratezza, armonia»: ecco alcuni pensieri messi per iscritto al termine del percorso sull’affettività e sessualità proposto ai ragazzi di seconda della scuola secondaria nel mese di febbraio.  Il tema del cambiamento del corpo è stato il filo conduttore, rielaborato e condiviso insieme mediante attivazioni corporee, momenti conoscitivi sulla fisiologia e anatomia umana, confronti e condivisioni in gruppo partendo da pensieri emersi dai ragazzi e da spunti di riflessione proposti dagli adulti. Ho apprezzato il loro mettersi in gioco, provarci, ascoltarsi, ascoltare… Mi sembra importante, da educatore e da papà., condividere alcuni loro scritti. Anche se non lo fanno vedere sempre si sono mostrati capaci di osservazioni profonde e sfumature personali che ci parlano e dicono di loro e che possono farci pensare. «Ho sentito la terra, la bellezza del mondo» - «All’inizio ho provato fastidio, ma poi quel

Fiumi di parole...a volte anche no! (di Vincenzo Morcelli - educatore)

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     Durante la scorsa estate e nel periodo autunnale all'interno delle attività del Centro di Aggregazione Giovanile, nell'ambito del Progetto H, sono stati proposti alcuni percorsi di Danza Movimento Terapia (1) con alcuni ragazzi, anche in collaborazione con il Centro Diurno Disabili.    Tale approccio promuove «l'utilizzo del corpo e del movimento per attivare canali di espressione di base, dove gli strati più profondi della personalità sono resi progressivamente condivisibili all'interno di una relazione significativa». (2)    Il movimento e l'espressione del corpo sono dunque mezzo e strumento di integrazione e crescita emotiva e sociale, andando a creare un ambiente facilitante in cui è possibile esprimere e organizzare vissuti corporei e affettivi.    Il laboratorio puntava a far vivere un’esperienza di libertà in una cornice strutturata focalizzando l’attenzione sull’individuo e utilizzando un linguaggio universale.    Personalmente, conoscendo poco tale ap

Corresponsabilità: di che cosa? (di Vincenzo Morcelli - educatore)

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      Tante volte in diversi luoghi parlando delle molteplici sfide educative da affrontare, si sente parlare di corresponsabilità.     A parole in molti si è allineati, consapevoli che essere corresponsabili significa saper cogliere i bisogni e le potenzialità "gettando lo sguardo" in avanti e progettando insieme iniziative/proposte che promuovano benessere, prevenzione e forme di vita migliori. Ma come tutti sappiamo, dalla teoria alla pratica, non sempre tutto è scontato e la differenza spesso la fanno le persone e il loro modo di agire.     Nella serata guidata da don Luigi Ciotti - lo scorso 14 ottobre -, che personalmente ho apprezzato, nelle tante considerazioni e nei pensieri condivisi, don Luigi ha fatto diversi affondi in merito a questo: Essere corresponsabili significa avere a cuore un impegno comune: ogni realtà, ogni comunità in quanto organismo vivente ha bisogno del contributo di tutti, ha bisogno di cittadini corresponsabili.  Diffidate dei navigatori solitar

A due passi da noi (Vincenzo Morcelli - educatore)

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    «Alcune cose a me non piacciono, “mi fanno un po’ senso”, ma so che poi non dipendono da lui»  «Ma perché il nonno non riesce più da solo?».  «A me sembra migliorato… sorride molto più spesso».   Queste sono alcuni “pensieri e confidenze strappati a distanza” che mi hanno fatto pensare ricordandomi quanto sia importante a volte fermarsi e osservare quanto ci succede mentre tutto scorre apparentemente lento ma inesorabile. Affrontare il discorso sull'invecchiamento con i bambini penso sia importante perché loro osservano sempre con attenzione tutto ciò che li circonda.  Imparare ad esprimere quello che sentono, i pensieri, le paure e ragionarci insieme penso possa costituire una  risorsa da non sottovalutare. Vedere un anziano che perde le sue forze o si perde fra i sentieri della memoria tocca emozioni profonde. È  sicuramente faticoso  da accettare anche se può dar spazio a qualcosa di nuovo. Confrontarsi con la  vulnerabilità  significa fare  esperienza  della condizione um

Lasciamoci il beneficio del dubbio (Vincenzo Morcelli - educatore)

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  «Sarà stato opportuno agire così?»  «Chissà se avessi fatto diverso…»  «Però si poteva fare anche così, magari le cose andavano diversamente...»  «Sono in difficoltà, non so bene come agire...» Spesso ultimamente queste domande mi tengono compagnia a fine giornata.  A volte si vorrebbe tutto chiaro, limpido e certo ma, purtroppo o per fortuna, nel nostro lavoro non tutto è perfettamente definito. L'interrogativo e il dubbio fanno parte “del gioco” e sono un elemento con cui fare i conti.  Il dubbio è un’esperienza generalmente mal sopportata, talvolta genera fastidio e si è intolleranti verso l'incertezza a cui si associa spesso insicurezza e fragilità; chi convince solitamente è privo di dubbi. Ad ogni modo penso sia un’esperienza che merita attenzione. Il dubbio ha a che fare con l'errore dal quale è possibile avere occasioni per acquisire successivamente consapevolezza. Porsi nella posizione del dubbio crea spazio per uno sguardo che sa individuare l'errore non per

Oh... santa pazienza!!

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  In coda alla cassa del supermercato; una nonna e due nipotini abbastanza piccoli, un nipote un po’ irrequieto e la nonna che si barcamena in qualche modo tra la spesa, le borse, i nipoti per poi uscirsene con un sarcastico “Santa pazienza”. Lì per lì ho sorriso, poi ripensandoci ho fatto qualche pensiero… forse la pazienza è davvero qualcosa, passatemi il termine, “di santo” e che permette di far evolvere diverse situazioni. A chi non capita di pazientare? Aspettare che il semaforo scatti, aspettare che qualcuno impari qualcosa, aspettare il voto di una verifica, aspettare che un progetto si realizzi, aspettare qualcuno che ritorni a casa. Aspettare e rispettare che qualcuno riesca a fare qualcosa da solo magari con tempi diversi dai nostri, aspettare un appuntamento o un evento, aspettare di poter ripartire e ricominciare, aspettare…. Chissà quante cose ognuno di noi attende. A volte, presi dai ritmi incalzanti, ci facciamo sfuggire tante cose, tanti particolari importanti. La pa

I bambini...insegnano

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  «Ho sempre detto che non mi piace andare a scuola, in questi mesi ho fatto tante cose belle, mi sono anche un po’ annoiato, ma adesso ho voglia di tornare la scuola...» Questa confidenza di un bambino delle elementari, a cui sono seguite due chiacchiere per “capire meglio”, mi hanno fatto sorridere e pensare. Ripensando a questi mesi particolari è emerso un medesimo aspetto: una straordinaria adattabilità dei bambini al cambiamento.   Dirlo è semplice, vederlo realizzato nella quotidianità mi lascia sempre un positivo slancio di speranza. Certo, penso non siano mancate le fatiche, la necessità di rassicurazioni, le inquietudini implicite associate alle preoccupazioni per la salute di qualcuno, l'esternazione del dispiacere delle restrizioni che impediscono un sacco di cose, ma subito dopo è emersa la creatività, l'inventiva e l'ingegno. La fantasia si è fatta strada mostrando una capacità di elaborare la nuova situazione in tempi brevi, modificando comportamenti e st

Un anno in "sospeso"

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  Solitamente il mese si maggio per il CiAGi è tempo di bilancio a conclusione del periodo invernale che quest'anno ovviamente assume un sapore molto diverso. Il cambiamento improvviso, repentino ha imposto a tutti un lungo stop, forse occasione per ripensare, rivalutare e rileggere ciò che quotidianamente si era abituati a fare trovando significati e “velature“ particolari che si sentono più forti quando qualcosa ci viene a mancare. Tanti i sentimenti che ci hanno attraversato: disorientamento, incertezza, fragilità, impotenza, tristezza. Molti gesti concreti ci hanno però raccontato anche di collaborazione, disponibilità, sostegno reciproco, ascolto, prossimità, pazienza, responsabilità, vicinanza, tempo "vuoto e prezioso" da ascoltare. La speranza è che tutto questo abbia lasciato il desiderio di cambiare qualcosa, migliorare, piccoli semi che potranno col tempo aprirsi anche se questo principalmente dipende certamente da ciascuno di noi. In questi tempi è molto ev

CRESCERE INSIEME

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  Avere la fortuna di lavorare, per buona parte della giornata a contatto con bambini e ragazzi, permette di osservare e notare diverse dinamiche relazionali. Spesso come adulti siamo coinvolti direttamente, altre volte è possibile “assistere da spettatori esterni”, condizione che permette di cogliere elementi interessanti. Noteremmo sicuramente l’atteggiamento di bambini in grado di risolvere autonomamente in modo costruttivo normali controversie, ragazzi che accorgendosi di alcune fatiche dei compagni propongono e includono, altri che con humor e simpatia sdrammatizzano situazioni e alleggeriscono la stanchezza, altri che all’interno di un confronto con spontaneità dicono la propria lasciando il segno e andando dritti al sodo. Non solo. Oltre al lato “buono” si possono osservare “cattiverie gratuite”, poca sensibilità nell’affrontare le fatiche che ognuno ha favorendo un’etichettatura, doppiezza con frasi che di fronte ad un adulto non scappano di sicuro ma nel piccolo gruppetto

NONNI. UNA MISCELA DI RISATE, STORIE MAGICHE E GESTI PREMUROSI

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  La scorsa settimana è stata per tanti l’occasione di festeggiare e ringraziare i nonni per “quello che sono e fanno” a ciascuno di noi. I nonni oggi, passando svariate ore con i propri nipoti, ricoprono sicuramente un ruolo fondamentale nel loro sviluppo e nella loro crescita. Tale ruolo rappresenta sicuramente un elemento sostanziale nel supporto educativo ai genitori e allo stesso tempo un’importante risorsa all’interno delle famiglie. Attraverso una presenza costante essi offrono spazi, tempi e competenze nell’accudirli quotidianamente. I bambini trovano spesso nei loro nonni, oltre ad una preziosa “risorsa affettiva”, un contesto intimo, significativo, ricco di emozioni, uno spazio in cui sperimentarsi. Tra nonni e nipoti di ogni età, infatti, si crea un legame speciale, un rapporto confidenziale fatto di protezione e complicità che oltrepassa il tempo. Significativo l’aspetto dell’accudimento, forse ancor più interessante “quando i nipoti non hanno più bisogno di essere presi

LA NOSTRA "SCOMMESSA" VINTA!

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Si potrebbe dire che il riassunto di questo semplice libretto è tutto racchiuso qui, nella dedica che abbiamo scritto all’inizio dell’opera: «Questo semplice scritto lo dedichiamo a noi,» e naturalmente a tutti coloro che lo vorranno leggere. «Ci abbiamo provato senza nessuna pretesa, ma con la voglia di metterci in gioco condividendo la nostra passione educativa».  Ebbene si, perché quando tutto è nato un anno fa, non avremmo mai pensato che saremmo riusciti a raggiungere questo nostro obbiettivo.  Il progetto, nato un po’ per scommessa e un po’ per orgoglio, ha avuto il suo via perché abbiamo sentito il bisogno e l’esigenza, come educatori e professionisti, di andare oltre al nostro lavoro di “educatori sul campo”, ma di provare anche a mettere per iscritto e a far conoscere quello che sta dietro “le quinte” di ogni nostra azione, ogni nostra programmazione e azione educativa.  Abbiamo voluto “svelare un pochino i nostri segreti”, anche se segreti non sono. Abbiamo provato, ognuno co

NON IMPORTA SE VAI AVANTI PIANO, L'IMPORTANTE è NON FERMARSI

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  Provare, rallentare, ripensare, agire, cambiare, sperimentare, interrogarsi, verificare… tutto questo mix accompagna costantemente il nostro agire e si fa sentire un po' più forte al termine di un percorso. Quest’anno la fine “dell’inverno” al CiAGi ha forse un sapore un po' diverso dal solito, una fine “un po’ più fine” delle altre volte. Spostarsi e cambiare sede è un grosso cambiamento che ha sicuramente in sé un interessante seme di novità. Se come equipe proviamo a rileggere, quello che è stato questo periodo invernale ci sembra di intravedere alcuni pensieri. Da una parte c'è stato lo sforzo di operare in una realtà in costante cambiamento con tutto ciò che questo comporta. Sostare a volte nell'incertezza, intravedere la direzione ma “convivere” con le cose che si costruiscono e definiscono in divenire tenendo dentro aspetti molteplici e a volte contrastanti è stato un aspetto articolato e a volte faticoso. Questa appare come una sfida necessaria per affro

LA SCOMMESSA DELL'ESSERE PAPA'*

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    "Quanto siamo sereni con noi stessi e quanto siamo capaci di condividerlo con i nostri figli? Cosa possiamo fare come padri? Quale patrimonio (letteralmente dono del padre) non solo economico vogliamo lasciare in eredità?” Queste sono solo alcune domande lanciate in una serata di fine marzo dedicata ai papà. Tanti spunti affrontati, consapevoli dell’importanza di partire da noi stessi provando a soffermarsi su quello che realmente vogliamo dalla nostra vita. Si è partiti individuando alcune caratteristiche che definiscono la persona adulta e che quindi vorremmo promuovere nei nostri figli. Una persona adulta: – sa riflettere sulle conseguenze delle proprie azioni prefigurando cosa potrebbe succedere facendo in un determinato modo; – è capace di adattarsi ai continui cambiamenti, molto più veloci, che richiedono un continuo "sintonizzarsi” con i registri dei propri figli; – apprende dai propri errori; il problema non è non fare errori ma imparare da questi guardand

"EHI RAGAZZO...LO SAI CHE ALLE VOLTE FACCIO FATICA ANCH'IO?"

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  Una giornata no, tanti pensieri, un po' di rabbia, le tante cose da fare, qualche preoccupazione e la porta di casa “che ci attende”; penso siano situazioni comuni che come genitori ci si trova spesso a vivere nel quotidiano. Come gestire tutto questo dopo un’impegnativa giornata di lavoro? Come tutto questo ricade sui nostri figli? Sorvolare per il loro bene, condividere con loro i nostri pensieri con il dubbio che non siano in grado di comprendere, lasciar perdere e qualcosa si farà? Alcuni studi sottolineano come reprimere l’ondata di emozioni negative che ci travolge pensando così di proteggere i figli è un sacrificio inutile, anzi, addirittura dannoso e che è poco funzionale seppellire contrasti, litigi o stress sotto una facciata di apparente tranquillità. E’ importante condividere con loro le cose positive ma anche la tristezza, la rabbia, la delusione perché servono a farli crescere senza la paura di affrontare anche il lato meno bello della vita. Quando si è alle prese

UN CANTIERE ALL'OPERA

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Natale alle porte, il Capodanno in arrivo e così un altro anno si chiude. Un anno sicuramente intenso che, come Centro di Aggregazione Giovanile, ha visto lo sviluppo di attività, progetti, relazioni, intuizioni, elementi positivi e alcune criticità. Molte sono le cose da portare avanti e conservare, alcune da modificare e altre da pensare e “mettere in cantiere”. L’anno che è alle porte sarà, anche come servizio, un anno nuovo, un anno che porterà grandi cambiamenti, nuove sfide da cogliere e molte novità. Riguardando gli anni scorsi, come è bello e giusto che sia, ogni periodo porta diverse trasformazioni (anche inerenti alle attività proposte) che richiedono sicuramente una buona capacità di adattamento a ciò che emerge e ciò che viene valutato come prioritario da fare. Tutto ciò, seppur molto stimolante, ha anche le sue fatiche legate al “cambiare” in un contesto che si trasforma abbastanza velocemente. Il cambiamento, tuttavia, è insito in un servizio che cerca di rispondere

UFFA...TANTO NON CE LA FACCIO

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Quante volte nel corso delle nostre giornate sentiamo dire “Non ce la faccio”…“Tanto non riesco”. Certo per tutti, anche per i ragazzi, non è sempre facile sentirsi all’altezza delle proprie e delle altrui aspettative, quello che è chiaro è che tutto ciò porta con sé una sfida da cogliere. Tanti e diversi sono i momenti in cui possiamo imbatterci in situazioni simili; nel fare i compiti, nelle attività di gruppo, nei giochi di squadra, nello studiare insieme. La richiesta è comune: esserci ed affiancarsi con la bellezza e la fatica del provarci insieme. Anche, o forse soprattutto questo, è CiAGi Livigno. Come Centro di Aggregazione durante il periodo invernale, oltre alle attività di gruppo divisi per fasce di età, proponiamo i progetti “Teorema” e “Spassosamente”. Vogliono essere un aiuto concreto nello svolgimento dei compiti, e non solo, in un contesto di gruppo, ricordandoci sempre “di osservare e stare con i ragazzi a 360°”. Certo ci sono i momenti spensierati di gioco e diver