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Visualizzazione dei post con l'etichetta Passione

Come stai? (di Valeria Rodigari - educatrice)

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  « Come stai?» Una semplice domanda, che spesse volte rivolgiamo a chi ci sta di fronte, e altrettante volte riceviamo dal nostro interlocutore. « Come stai?», una domanda che fa parte della nostra quotidianità, che per consuetudine utilizziamo per iniziare una conversazione, per rompere il ghiaccio, senza dare troppa importanza alla risposta che riceviamo.   « Bene», la classica risposta che diamo per abitudine o che riceviamo, come se fosse l'unica risposta giusta da dare e non ci fossero altre alternative. « Bene», una risposta che ci permette di nascondere le nostre vere emozioni, come se ci facesse paura ammettere sinceramente come stiamo davvero. « Bene», una risposta che può risultare superficiale se data a un amico, una persona che conosciamo da tempo, di cui sappiamo che ci possiamo fidare. Durante le attività rivolte ai ragazzi di terza media, abbiamo creato un momento dedicato al « Come stai?», una “semplice” routine in cui ogni ragazzo sceglie un'emoji che rap...

Scelte (di Daniela Lumina - educatrice, parent coach e mamma)

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  Esco dall’incontro di orientamento dedicato ai genitori dei ragazzi di terza media e mentre torno a casa a piedi rifletto, e mi rendo conto che, se fossi nei panni di mia figlia sarei in crisi: perché nemmeno io saprei che scelta prendere! Quante nuove scuole, quanti nuovi indirizzi, quante infinite possibilità! E poi, Merano, Bolzano, Sondrio, Sondalo, Bormio, …? E poi le domande degli adulti, tra cui la peggiore penso che sia: «Cosa vuoi fare da grande?», come se le superiori fossero la scelta definitiva della vita, quella che ti caratterizzerà per sempre. E carichiamoli pure anche di tutte le nostre preoccupazioni, paure e aspettative. E mettiamoci anche l’orgoglio di farli frequentare qualche liceo, perché il professionale non è esattamente la scuola di cui vantarsi con gli amici e i parenti (ebbene si, ho sentito anche questa). Non è facile prendere questa scelta, ma se i primi a renderla complicata fossimo proprio noi adulti? Arrivo a casa, guardo mia figlia e mi tornano a...

Che cos'è l'etica? (di Sandy Cusini - educatore)

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  È settembre, i giorni sono accompagnati da un freddo gelido, meno ore di luce, e più ore di buio; le giornate si stanno accorciando sempre di più, ma all’improvviso si sono riempite di mille impegni, nuovi inizi e nuove emozioni. È iniziata la scuola! È buffo, fino a pochi giorni fa eravamo tranquilli, consapevoli che ogni cosa si sarebbe potuta fare con tutta la calma del mondo, mentre adesso tutto sembra chiedere di poter rallentare, perché non riusciamo a stare al passo. Ritorno a scuola, nuovi bambini e nuovi volti pieni di curiosità e di un filo di buon timore! Cerco con lo sguardo i bambini che ormai mi vedono tra i corridoi da ben quattro anni; sono felice di rivederli e viceversa, l’entusiasmo quest’anno è grandissimo! I primi giorni di scuola però, si sa, sono sempre i più difficili, è dura ritornare alla routine scolastica, soprattutto dopo aver vissuto un’estate meravigliosa piena di momenti indimenticabili ed emozionanti passati al CiAGi. Mi si avvicina un bambino ch...

«Che lavoro fai?» «Aiuto i bambini a fare i compiti» (di Daniela Lumina - educatrice)

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  Ho fatto diversi lavori con i bambini, eppure ho scelto di fare solo l’educatrice. Metto quel “ solo” perché spesso è un lavoro che rimane nell’ombra eppure, quando nel pomeriggio mi siedo in mezzo ai bambini e li guardo trafficare tra cartelle, quaderni, libri e astucci, mentre mi raccontano un po’ della loro vita o semplicemente parlottano o si stuzzicano tra di loro, non posso fare a meno di pensare che non vorrei essere da nessun’altra parte. Li guardo svolgere i loro compiti e la domanda che mi passa continuamente per la testa mentre li osservo è: «Come posso aiutarli?» Li guardo provarci e riprovarci, darsi una mano tra loro, ogni tanto anche rimproverarsi o sostenersi a vicenda.  Li vedo sconfitti quando le cose proprio non riescono ad entrare in testa e li vedo illuminarsi per quei piccoli traguardi che riescono a raggiungere, e non posso fare a meno di dispiacermi o gioire con loro. Ogni bambino ha una particolarità, delle piccole qualità che lo rendono unico, di...

La "retta via" non è mai una linea retta. (di Beatrice Pradella - psicologa)

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 Dallo scorso settembre lavoro come educatrice all’Open Space, uno spazio aperto all’interno del CiAGi Livigno in cui gli adolescenti di Livigno e Trepalle hanno la possibilità di incontrarsi, confrontarsi e condividere del tempo insieme.     A volte mi capita di assistere, ma soprattutto ascoltare, qualche loro «trasgressione» e mi chiedo come interpretare questi loro gesti e azioni sbagliate. Cosa mi stanno comunicando?Una richiesta di aiuto? Una modalità per attirare l’attenzione a sé?     Credo con fermezza che in ciascuno di loro ci sia una scintilla di bellezza e il ruolo di noi educatori sia quello di risvegliare questa scintilla. Non c’è nessun ragazzo, neanche il più trasgressivo, il più “teppista”, neanche quello che gioca male la sua libertà, che non abbia dentro di sé una potenzialità di bellezza e di riscatto.    Sono sempre più convinta che dentro le manifestazioni, anche più ingovernabili e inaccettabili, di indisciplina ci sia...

Un colpo al cuore (di Thomas Sosio - educatore)

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       Tutto iniziava con un abbraccio, una pacca sulle spalle, un saluto affettuoso, senza pregiudizi e con tanta apertura, del cuore e delle porte.       Giallo e rosso erano i colori che contraddistinguevano le famigerate squadre, pronte ad affrontarsi e sfidarsi, le magliette contenevano tanta energia e voglia di mettersi in gioco in una nuova avventura, con uno spirito di amicizia e crescita.       Giallo e rosso, come il colore delle albe vissute, come lo sguardo al tramonto, un tramonto, forse, arrivato troppo presto.       Le sedie erano già pronte, ci si sedeva con ordine, in prima fila i capitani, chiamati ad incitare la squadra e ad essere i primi protagonisti. Sulla sedia vuota accanto a ciascuno, una penna e il diario: semplici fogli graffettati, ma dentro la complessità delle parole, frasi e citazioni per riflettere e farsi alcune domande, sulla vita, sul perché, sul chi siamo.   ...

Pensieri sparsi di un cuore inquieto, ma di un animo libero. Parte II^ (Lorenzo Napoli - 21 anni)

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  La commozione nel mio bagaglio, panni sporchi di navigazione per ogni dove… Sempre in testa una canzone… È dolce stare in mare quando son gli altri a far la direzione, soltanto fare ciò che c'è da fare e cullati dall'onda... Di notte sognare lei che scappa da me, ma poi mi sveglio e consapevole sono nel mare. La vita mi offre un incarico di responsabilità, mi ha detto che una nave ha bisogno di un comandante concreto. Ed è importante il pensiero della responsabilità, si è fatto grosso,  è come dover saltare al di là di un fosso, che mi divide dai tempi spensierati di un passato che è passato.   Saltare verso il tempo indefinito dell'essere adulto,  di fronte a me la nebbia mi nasconde, la risposta alla mia paura è: cosa sarò e dove mi condurrà la mia natura? La faccia di mio padre prende forma sullo specchio interiore,  lui giovane io vecchio, le sue parole che rimbombano dentro al mio orecchio,  "la vita non è facile ci vuole sacrificio, un giorno te ne ...

Con sguardi diversi...aiutiamoli a crescere. (Daniela Lumina)

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  «Che pazienza che avete!» Quante volte nei miei ambienti lavorativi ho sentito pronunciare questa frase dai genitori che ci affidavano i loro figli e prima di diventare mamma ero convinta di possederne…di pazienza; quindi, lo prendevo un po' come un complimento. Ora da mamma, ogni volta che sento questa frase al lavoro, sorrido e spesso rispondo: «Non è questione di pazienza, ma di rapporti!» Mentre lo dico penso a quante volte stanca e avvilita ho osservato le mie figlie da piccole che facevano i capricci, o che non ubbidivano e ho pensato: «Ok… meglio 20 bambini degli altri che 2 dei tuoi!» Quante volte stremata e nervosa dopo un litigio con le mie figlie, magari proprio dopo un faticoso pomeriggio di compiti mi sono ritrovata a chiedermi: «Ma com’ è possibile? Gli altri bambini mi ascoltano, a volte pendono letteralmente dalle mie labbra e le mie figlie no?» Quante volte mi sono ritrovata io stessa a condividere emozioni o fatti alle orecchie professionali dei miei coll...

Lasciare un segno

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  Diverse volte ci hanno chiesto di scrivere, di mettere i nostri pensieri e le nostre idee su un pezzo di carta, quanti temi nel trascorso scolastico ci è toccato stilare senza troppa voglia!  Quando andavo a scuola, la frase più ricorrente tra noi ragazzi durante un tema di italiano era: «Ma quanto lungo deve essere?», «Così è troppo corto?». Se a quest’ultima domanda la risposta era positiva, si iniziava a scrivere con una scrittura a caratteri “cubitali” così da occupare più fogli possibile e raggiungere la lunghezza richiesta. Che poi…chi dice che in poche frasi non si riesca a racchiudere un mondo di pensieri?? Eppure, se ci pensiamo sono proprio quei messaggi, quelle lettere, quei biglietti d’auguri, quelle cartoline inviate da amici e parenti che prese e rilette dopo tempo hanno la capacità di riportarci con la mente all’attimo in cui le abbiamo ricevute, aprendo così un mondo di ricordi, di emozioni provate nonostante siano passati molti giorni, mesi o anni....

Uno "strano" incontro...

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S: Che lavoro fai? M: Sono “Assistente alla Comunicazione e all’Autonomia”. S: Cioè? Dove lavori? M: A scuola, mi prendo cura dei ragazzi con qualche difficoltà. S: Sei un’insegnante di sostegno? M: No, sono un’Assistente. S: Nell’elenco non c’è… posso mettere maestro? M: No… S: Allora operaio? M: Vedi tu, non so che dire. S: Ma cosa fa “questo assistente”? M: È una figura un po' “sconosciuta” per la stragrande maggioranza delle persone, ma presente da anni ed è indispensabile per garantire il diritto all’istruzione ai bambini e ragazzi con disabilità. Non è un’insegnante, ha una formazione diversa, un mandato diverso. S: Ok ma esattamente cosa fa? M: Ovviamente sono di parte, ma credo che sia una figura fondamentale per costruire il progetto di vita dei ragazzi di cui si prende cura. L’assistente lavora a fianco del ragazzo e prova a raccogliere tutte quelle che sono le indicazioni di tutte le figure che si occupano di lui senza sostituirsi a loro. S: ...

A CHE SERVE STUDIARE?

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  Ci stiamo avvicinando alla fine dell’anno scolastico, al temuto “verdetto finale”, insieme ai ragazzi viviamo quel periodo in cui il desiderio di riuscire a farcela, il voler mettercela tutta per riuscire a “tirar su” le ultime materie viene intervallato dalla stanchezza che si fa sempre più sentire. Cosi i ragazzi si chiedono: ma a cosa serve studiare? A che cosa mi serve sapere come si calcola l’area del rombo?   E di Napoleone? A cosa mi serve? Probabilmente, anche a noi adulti queste domande, lette così non serviranno davvero a niente. Allora ci si chiede come far capire ai ragazzi quanto davvero è importante “perdere tempo sui libri”, che studiare servirà loro per imparare a prendere delle decisioni, importanti o meno. Servirà a conoscere le imprese da cui prendere ispirazione e gli errori da non ripetere. Servirà per non credere a tutto. Servirà per non farsi ingannare. Studiare: è la forza di desiderare e lottare per qualcosa in cui credi. Forse ...