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Visualizzazione dei post con l'etichetta CiAGi Livigno

La "retta via" non è mai una linea retta. (di Beatrice Pradella - psicologa)

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 Dallo scorso settembre lavoro come educatrice all’Open Space, uno spazio aperto all’interno del CiAGi Livigno in cui gli adolescenti di Livigno e Trepalle hanno la possibilità di incontrarsi, confrontarsi e condividere del tempo insieme.     A volte mi capita di assistere, ma soprattutto ascoltare, qualche loro «trasgressione» e mi chiedo come interpretare questi loro gesti e azioni sbagliate. Cosa mi stanno comunicando?Una richiesta di aiuto? Una modalità per attirare l’attenzione a sé?     Credo con fermezza che in ciascuno di loro ci sia una scintilla di bellezza e il ruolo di noi educatori sia quello di risvegliare questa scintilla. Non c’è nessun ragazzo, neanche il più trasgressivo, il più “teppista”, neanche quello che gioca male la sua libertà, che non abbia dentro di sé una potenzialità di bellezza e di riscatto.    Sono sempre più convinta che dentro le manifestazioni, anche più ingovernabili e inaccettabili, di indisciplina ci sia un messaggio che va ascoltato, un grido di

Fiumi di parole...a volte anche no! (di Vincenzo Morcelli - educatore)

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     Durante la scorsa estate e nel periodo autunnale all'interno delle attività del Centro di Aggregazione Giovanile, nell'ambito del Progetto H, sono stati proposti alcuni percorsi di Danza Movimento Terapia (1) con alcuni ragazzi, anche in collaborazione con il Centro Diurno Disabili.    Tale approccio promuove «l'utilizzo del corpo e del movimento per attivare canali di espressione di base, dove gli strati più profondi della personalità sono resi progressivamente condivisibili all'interno di una relazione significativa». (2)    Il movimento e l'espressione del corpo sono dunque mezzo e strumento di integrazione e crescita emotiva e sociale, andando a creare un ambiente facilitante in cui è possibile esprimere e organizzare vissuti corporei e affettivi.    Il laboratorio puntava a far vivere un’esperienza di libertà in una cornice strutturata focalizzando l’attenzione sull’individuo e utilizzando un linguaggio universale.    Personalmente, conoscendo poco tale ap

Empatia. Quando le vite sono ribaltate. (di Thomas Sosio - educatore)

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       Il termine empatia deriva dal greco, en-pathos “sentire dentro”, e consiste nel riconoscere le emozioni degli altri come se fossero proprie, calandosi nella realtà altrui per comprenderne punti di vista, pensieri, sentimenti, emozioni.       Empatia è la capacità di “mettersi nei panni dell’altro” percependo emozioni e pensieri.       Empatia è una parola sì, ma è soprattutto un so-stare nelle corde e nelle emozioni altrui, un’abilità sociale importante per la comunicazione nelle relazioni sociali che viviamo ogni giorno.       Perché dunque mettersi nei panni dell’altro?       Per cercare, quantomeno, di capire di entrare in relazione e forse per rispondere alle nostre domande e ai nostri dubbi. Noi ci abbiamo provato, grazie alla creatività ed entusiasmo dei nostri ragazzi. Facciamo un passo di lato.       All’inizio delle attività invernali del CiAGi, per i ragazzi delle medie, abbiamo proposto lo strumento del teatro per affrontare una tematica attuale e vicina: il rapporto

Il tempo che scorre (di Chiara Confortola - educatrice e danza-terapeuta)

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     Tempo: «nozione che organizza la mobile continuità di stati in cui s'identificano le vicende umane e naturali, ricollegandola a un'idea di successione o di evoluzione» .    Questa la definizione della parola «Tempo», un concetto astratto che riporta all’idea del fluire, dello scorrere.     Per noi educatori il concetto di «tempo» assume un aspetto che porta con sé tanti significati.     Proprio durante una riunione di staff ci siamo confronti sulle sue infinite declinazioni:    Tempo condiviso: conoscersi e conoscere.     Tempo per l’attesa.    Tempo per me e per l’altro.    Questi concetti appartengono ad ognuno di noi, nel nostro essere individui appartenenti ad un sistema più grande che è la comunità, la nostra società.     In una società che negli ultimi anni associa al concetto di «tempo» la parola velocità, la percezione della sua stessa scarsità, al tempo come «agire in maniera efficiente». Il tempo è diventato una delle colonne portanti della nostra cultura che lo

Sotto lo stesso cielo. (di Valeria Rodigari - educatrice)

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       È una giornata di ottobre, durante il pomeriggio arriva al CiAGi una telefonata: «c’è un’urgenza. Da domani riuscite ad integrare il gruppo medie con due nuovi ingressi? Ci sono due ragazzi israeliani, bloccati a Livigno per colpa della guerra».      La notizia ci prende di sorpresa, e diverse domande si fanno strada nella mia mente: «Come faremo a comunicare con loro? Sapranno parlare qualcosina d’inglese? Ma soprattutto, come reagiranno i ragazzi a questa notizia?»      Non ho tempo di trovare una risposta a quelle domande, che è già arrivato il momento di accoglierli, così lascio che siano i ragazzi a trovare una soluzione.      Due ragazzini israeliani, che parlano principalmente russo, e sanno qualche parola di inglese. Un gruppo di 30 ragazzi/e di prima e seconda media che parla italiano, e qualche parola di inglese.        Due mondi apparentemente e culturalmente diversi, che condividono per alcune ore lo stesso spazio, la stessa stanza.       Gli sguardi intimoriti dei d

Skatepark: sono tutti drogati!! ...ma dal pregiudizio. (di Michele Ricetti & una ragazza di 16 anni - educatore & studentessa)

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     «Sono una ragazza di 16 anni, vivo a Livigno e nel tempo libero passo le mie giornate al “Park”.      Il park, nonché il parco giochi di santa Maria, è frequentato maggiormente da bambini e famiglie; ma negli ultimi anni si è creato un gruppo di ragazzi che passa le giornate a giocare a basket o a “schiaccia cinque”.      È un gruppo che comprende ragazzi di ogni età, da ragazzi di 19 anni a ragazzini di 13, e ogni giorno si aggrega qualcuno di nuovo che sia un turista o un ragazzino che ha voglia di fare nuove amicizie.    D’estate ci troviamo sempre lì per ascoltare buona musica e per divertici tutti assieme; spesso organizziamo di andare a camminare o di andare a fare il bagno al lago, ma ovviamente con l’arrivo dell’inverno è meno frequente il passaggio al park perché col freddo artico di Livigno ci rifugiamo all’Open Space o a casa, dove ci sentiamo accolti.      Sappiamo bene che cosa pensa la gente di Livigno di noi e di quello che la maggior parte degli adulti crede del pa

A due passi da noi (Vincenzo Morcelli - educatore)

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    «Alcune cose a me non piacciono, “mi fanno un po’ senso”, ma so che poi non dipendono da lui»  «Ma perché il nonno non riesce più da solo?».  «A me sembra migliorato… sorride molto più spesso».   Queste sono alcuni “pensieri e confidenze strappati a distanza” che mi hanno fatto pensare ricordandomi quanto sia importante a volte fermarsi e osservare quanto ci succede mentre tutto scorre apparentemente lento ma inesorabile. Affrontare il discorso sull'invecchiamento con i bambini penso sia importante perché loro osservano sempre con attenzione tutto ciò che li circonda.  Imparare ad esprimere quello che sentono, i pensieri, le paure e ragionarci insieme penso possa costituire una  risorsa da non sottovalutare. Vedere un anziano che perde le sue forze o si perde fra i sentieri della memoria tocca emozioni profonde. È  sicuramente faticoso  da accettare anche se può dar spazio a qualcosa di nuovo. Confrontarsi con la  vulnerabilità  significa fare  esperienza  della condizione um

Ti va di sorridere?

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  Il nostro è un lavoro molto particolare, o meglio, quando si parla di educazione ci si ritrova sempre in un campo molto particolare che richiede una grande conoscenza gestionale di specifiche vicende, e a volte capita di aver a che fare con situazioni delicate e non sempre risolvibili in maniera rapida e semplice. Personalmente nell’arco degli ultimi mesi, nell’insieme dei vari cambiamenti, come ad esempio passare da un Centro Estivo all’inizio della scuola, e di tutte le attività invernali che il CiAGi propone, sono accaduti degli episodi in cui anche io mi sono ritrovato in difficoltà, perché è proprio così: educare a volte non è affatto semplice, ci si ritrova in un insieme di dinamiche, teorie studiate, attitudini personali e soprattutto emozioni che rendono il tutto più complicato del previsto e prendere delle decisioni in questi casi richiede un grande coraggio e una grande responsabilità. La fortuna del mio lavoro però è quella di essere affiancato ad altri educatori che sann

Un giorno ho deciso (Lavinia Ancuta - economista e specializzata in statistica)

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  Un giorno ho deciso di cambiare tutto. Ho deciso di iniziare una nuova vita in un posto nuovo, lasciando dietro casa, amici e lavoro. Arrivavo in Italia tramite un progetto di volontariato senza conoscere molto bene la lingua. Di Genova non sapevo molto prima di partire. Avevo sentito parlare della sua bellezza, della sua varietà culturale e sociale ed ho pensato che avrebbe potuto essere il posto giusto per me. Il mio servizio consisteva nel lavorare in un centro giovanile con bambini e ragazzi provenienti da diversi paesi del mondo, la maggior parte di loro figlie e figli di migranti di prima generazione. Avevo scelto questo progetto perché lo sentivo vicino, personale, essendo la mia famiglia anche lei parte della comunità migrante in altri paesi. Mi sono sempre chiesta come fa la gente ad integrarsi in una comunità nuova. Da piccola pensavo che, naturalmente, tutti siamo parte di una comunità che ci offre supporto e il sentimento di unità ed anche uscendo dal proprio paese sar

Nessun uomo è un'isola (Daniele Rocca - filosofo e insegnante)

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  “Non chiedere mai per chi suona la campana: essa suona per te”.  Così termina una celebre poesia dell’inglese John Donne, che alla fine del ‘700 utilizza la forte immagine della “campana da morto” per richiamare l’attenzione su un fatto tanto scontato quanto evitato: tutti, in quanto esseri umani, dobbiamo morire. Il poeta va però oltre, suggerendo che la morte di un altro essere umano sveli un legame che ci connette profondamente gli uni agli altri. La morte di qualsiasi uomo mi sminuisce, perché io sono parte dell’umanità. Se anche solo una zolla venisse lavata via dal mare, l’Europa ne sarebbe diminuita, come se le mancasse un promontorio, come se venisse a mancare una dimora di amici tuoi, o la tua stessa casa [1] . Il suono di quella campana ci coinvolge tutti (e nei mesi terribili della primavera 2020 ne siano stati inermi testimoni) ampliando il significato della citazione senechiana cotidie morimur [2] : moriamo ogni giorno non tanto (non solo) perché invecchiamo, ma sopratt

Lasciamoci il beneficio del dubbio (Vincenzo Morcelli - educatore)

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  «Sarà stato opportuno agire così?»  «Chissà se avessi fatto diverso…»  «Però si poteva fare anche così, magari le cose andavano diversamente...»  «Sono in difficoltà, non so bene come agire...» Spesso ultimamente queste domande mi tengono compagnia a fine giornata.  A volte si vorrebbe tutto chiaro, limpido e certo ma, purtroppo o per fortuna, nel nostro lavoro non tutto è perfettamente definito. L'interrogativo e il dubbio fanno parte “del gioco” e sono un elemento con cui fare i conti.  Il dubbio è un’esperienza generalmente mal sopportata, talvolta genera fastidio e si è intolleranti verso l'incertezza a cui si associa spesso insicurezza e fragilità; chi convince solitamente è privo di dubbi. Ad ogni modo penso sia un’esperienza che merita attenzione. Il dubbio ha a che fare con l'errore dal quale è possibile avere occasioni per acquisire successivamente consapevolezza. Porsi nella posizione del dubbio crea spazio per uno sguardo che sa individuare l'errore non per

Il mio posto nel mondo. (Emilia Silvestri - 18 anni)

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Mancano pochi giorni al mio diciottesimo compleanno, a detta di molti un traguardo importante e forse è proprio così, ma questo lo scoprirò pian piano. In questo periodo mi chiedevo come fosse possibile che le persone che mi circondano siano riuscite a trovare un posto nel mondo e io non riesco nemmeno a trovarmi un angolino per me, anzi mi sento quasi sempre di troppo. Ho sempre considerato il mio compleanno come una giornata come un'altra, nulla di speciale. Avevo delle aspettative per quel giorno più che su quello che avrei fatto, ma su quello che gli altri avrebbero fatto per me, e devo ammettere che non erano molto alte. Tra tutti i miei tormenti e i miei dubbi è arrivato il grande giorno, appena sveglia non mi sono sentita più matura, non mi sono sentita più grande e non mi sono sentita più responsabile, mi sentivo la solita. Man mano che le ore trascorrevano ho ricevuto tanti piccoli gesti, sorrisi, parole, messaggi che mi hanno fatto rendere conto che ho la fortuna di e

Finalmente sei arrivata!! (Vincenzo Morcelli)

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  Finalmente estate... il conto alla rovescia è già partito da un pezzo, le giornate si allungano e la bella stagione è davvero alle porte. L'estate   è il periodo per eccellenza del riposo, del defaticamento, dello svago. Anche bambini e ragazzi in estate prendono una pausa da tutti gli impegni scolastici e si godono finalmente un pò di tempo libero. Forse proprio per questo l'estate è anche il momento in cui ricaricare le pile e sistematizzare tutto ciò che è stato appreso durante l'anno. Per questo motivo è fondamentale che l'estate sia un periodo non solo quantitativamente diverso ma anche qualitativamente differente facendo "altro" che per ragioni diverse in inverno non si può praticare. Sicuramente tante e differenti sono le proposte, diverse le scelte che si possono fare in base ai propri bisogni, alle proprie opportunità, a quello che si pensa sia il meglio per i propri figli. Certo è che l'organizzazione del tempo e il suo utilizzo possono davvero