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Nel mezzo c'è la vita (di Simone Cusini - educatore)

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     Famiglia.   Quante volte abbiamo sentito questa parola sia nella quotidianità che nelle aule universitarie o nei discorsi di chi si intende di educazione. La famiglia è dappertutto: tra le mura della scuola, nel mondo animale, nei racconti del passato o del futuro di ognuno di noi e, soprattutto in questo periodo, la famiglia torna fortemente anche durante le festività.    Siamo abituati, durante il periodo natalizio, a riunirci con i nostri familiari per sentire il calore di quelle relazioni parentali costruite nel tempo con i cugini con il quale si è cresciuti, con quegli zii con il quale si sono condivisi i traguardi importanti della vita, con i nonni che con amore incondizionato si prendono cura di noi e del nostro crescere e con i genitori che, ogni Natale, si travestono da Babbo Natale per regalare un po’ di magia e qualche dono anche quando si è un po’ più grandi.    La famiglia, quindi, non è mai di passaggio: iniziamo a fare i nostri primi passi proprio all’interno dell’a

«LIBERA…mente» verso un mondo possibile. (di Simone Cusini - educatore)

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  «Diffidate da chi parla di voi, ma non parla con voi, distinguete i seduttori dagli educatori» È questo il consiglio che don Luigi Ciotti dà a tutti i ragazzi e giovani di Livigno e Trepalle durante la serata in Plaza Placheda di sabato 18 ottobre. Poche, ma intense parole che contengono tanta speranza, fiducia e impegno verso il futuro; il nostro futuro che riguarda ciascuno di noi e che nessuno può sentirsi escluso nel volerlo cambiare, costruire e sognare insieme. Don Ciotti, infatti, ribadisce più volte «l’importanza centrale delle emozioni e dei sentimenti nella vita di tutti i giorni, la sensibilizzazione al presente e a ciò che viviamo è motore inesauribile per la nostra motivazione personale e propensione al cambiamento verso un bene comune». Sì, perché, la missione di don Luigi attraverso l’associazione “LIBERA”, è quella di ricordare a tutti noi che «il futuro è più vicino del passato» e soprattutto che inizia proprio dal presente, dal qui e ora; c’è quindi bisogn

C'è bisogno di nuova musica (Simone Cusini - insegnante)

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  Viviamo in un tempo storico non proprio accompagnato da “musica leggerissima”, come canticchiavano Colapesce-Dimartino al Festival di Sanremo del 2021, e questo credo sia evidente a tutti. È un periodo storico di grande incertezza e fatica, dove il futuro sembra così instabile e il presente non troppo accogliente e motivante. Sembra proprio che il mondo fatichi a girare dalla parte giusta, e non è più di certo quel mondo che cantava Jimmy fontana nel 1965. Tutto questo si ripercuote inevitabilmente sulla vita quotidiana di ognuno di noi e soprattutto su quella dei nostri giovani e adolescenti che faticano ad essere speranzosi, ambiziosi e fiduciosi nel domani in un momento così delicato e poco positivo. C’è il rischio che le nuove generazioni restino bloccate e spaventate da ciò che sta accadendo con la conseguenza di non riuscire a creare nuove possibilità e altri orizzonti per il futuro. Troppe volte qualcuno l’ho sentito chiamare i nostri giovani la “gioventù bruciata”, come c

L'unione fa la forza...Livigno dovrebbe crederci di più

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La comunità di Livigno e Trepalle, seppur occupi una superficie ridotta, conta tanti individui soprattutto nell'età più giovane. Basti pensare che è uno dei comuni con il tasso di natalità più alto e questo dovrebbe farci pensare quanti bambini, ragazzi e giovani abbiamo il compito di accompagnare ed educare per il futuro. Livigno, infatti, offre diverse occasioni di aggregazione, confronto e crescita: le molteplici attività sportive, le diverse occasioni di aggregazione e le esperienze socioeducative. Purtroppo, l'attuale emergenza sanitaria ha colpito in modo non indifferente questo settore obbligando tutti gli enti promotori a limitare o addirittura interrompere le proprie attività. Tralasciando però il momento particolare in cui stiamo vivendo negli ultimi anni a Livigno abbiamo avuto un importante ampliamento delle proposte, grazie a diversi promotori sociali che si sono messi in gioco e hanno iniziato a proporre una vasta gamma di attività ed esperienze soprattutto in c

Quando sarò grande, vorrò essere un bambino.

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  Quante volte ci è capitato nella vita di sentir dire a un bambino: «quando sarò grande vorrò fare l'astronauta, il pompiere, la ballerina … » . Il bello delle loro affermazioni è che ci credono davvero, hanno negli occhi quella convinzione e quella determinazione che farebbero invidia a chiunque. Eppure, dagli adulti non vengono mai presi troppo sul serio. Forse perché a noi, con il passare del tempo, la vita ci ha un po' rassegnati e la voglia di sognare liberamente abbiamo preferito chiuderla in quel famoso cassetto, insieme proprio a quei sogni mai realizzati. Questo il motivo per cui quasi nessun adulto si domanda, una volta diventato grande, se sia diventato proprio quello che sognava da bambino, anzi probabilmente non ce lo ricordiamo nemmeno più.  Allora forse è giusto imparare qualcosa dai bambini, perché la loro spontaneità nel porsi obbiettivi senza pretese e senza fretta, ci deve insegnare che nella vita bisogna sempre puntare più in alto di dove vediamo, di dov

Qualcuno dice: «non è più la gioventù di una volta»

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  Lavorando in campo educativo da diversi anni, molto spesso mi è capitato di sentir dire da svariati adulti, la fatidica frase «É cambiato tutto, non sono più i giovani di una volta!», e ogni volta che la sento ha quel non so che di scoraggiante e demotivante, per questo ho provato a farmi un'idea riguardo a questa strana “convinzione adulta”. Certo, i tempi sono cambiati, anche solo rispetto a quando ero bambino. Il mondo ha avuto un'evoluzione davvero rapida e importante, e parliamo solo di una decina di anni fa e poco più. Certamente la tecnologia, il modo di relazionarsi e le abitudini quotidiane hanno subito una vera e propria rivoluzione, ma questo vale da sempre nel passaggio da un'epoca ad un'altra.  Eppure, mai ho sentito dire che il mondo rischiava la sua fine per colpa del cambiamento radicale delle "nuove generazioni".  E allora perché dare la colpa ai nostri giovani sempre e comunque? Potrebbe sembrare un controsenso, ma essi sono solo il risulta

CARO GENITORE...

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Un'altra estate é volata e noi educatori ci siamo fermati un attimo a riflettere sul nostro lavoro. Noi ci prendiamo cura dei ragazzi, delle loro relazioni, delle loro paure, delle loro potenzialità e della loro unicità. In questi tempi la frenesia del lavoro e del continuo aggiornarsi ha forse preso il sopravvento sulle cose semplici, ma probabilmente fondamentali. Noi vogliamo spronare i ragazzi a mettersi in gioco,  a confrontarsi con i propri coetanei, con noi adulti, ma soprattutto con loro stessi. Li sproniamo ad ascoltarsi, a scoprirsi per imparare la bellezza e il valore di stare con gli altri...standoci per davvero, cercando di conoscere a fondo chi hanno di fronte e chi invece, a primo  impatto, può sembrare tanto lontano. I nostri ragazzi... diciamo “nostri” perché inevitabilmente ci affezioniamo a ognuno di loro, sono in cammino: crescono, cambiano, maturano e diventano grandi in men che non si dica. Caro genitore Siamo in cammino anche noi educatori...sempre! Pensarci