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L'essere educatori è meravigliarsi (di Chiara Confortola - educatrice e danza movimento terapeuta)

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  L’incontro è finito.  Dopo giorni di telefonate, confronti, lacrime e perplessità…l’incontro è finito.  Abbiamo sentito la necessità di fermarci un attimo, di parlare e discutere di alcune questioni e incomprensioni. L’incontro è finito.  L’incontro è finito con un abbraccio e la frase “Noi ci siamo. aspettiamo!”. Chi l’avrebbe mai detto. L’essere educatori è meravigliarsi di quanto un processo di crescita, più o meno lungo, possa portare al raggiungimento di alcune delle tappe prefissate. La continua mediazione tra individui, enti, persone di cui ci prendiamo cura ci espone ad una continua ricerca di noi e del ruolo che abbiamo in un contesto che è ampio e complesso.  L’essere mediatori può voler dire negoziare e avere a che fare con il conflitto.  Il nostro lavoro è un complesso intreccio di fili che si incontrano, a partire dalle relazioni con le persone che accompagniamo e ancora di più con le famiglie, i servizi, la scuola ed è nostro compito far sì che quel filo non si annodi,

Un mondo...di fantasia! (di Deborah Rodigari - educatrice)

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     È arrivato il mio turno o, meglio, è arrivato di nuovo il mio turno!     Tocca a me scrivere lo spunto, tocca a me pensare come posso riempire questo foglio bianco, tocca a me provare a creare qualcosa che vi faccia riflettere, tocca a me immaginare...e usare la «fantasia».     Pochi giorni fa ero a Carnevale e in questo mix di sorrisi, coriandoli e stelle filanti osservavo i costumi creati!     E incontrandone di ogni tipo, vedendone alcuni ho pensato: «Wow, che belli! Che fantasia»    Ecco, vorrei un attimo soffermarmi su questo mondo: la fantasia!    Un mondo meraviglioso che caratterizza la vita un po’ di tutti...     I bambini la usano quando inventano un nuovo gioco, quando sfogliano un libro e si inventano la storia osservando le immagini, quando si travestono e anziché utilizzare un cappello per metterlo in testa lo utilizzano come scarpa, quando fanno un'attività e provano a girare e rigirare gli oggetti per utilizzarli nei modi più strani, quando disegnano e impregna