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Visualizzazione dei post da marzo, 2022

Non è questo il mondo che vorrei - (Michele Ricetti & S.C. - 17 anni)

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S: Sono stufa Mitch sono tanto stufa di vivere in mondo di merda. M: Ella miseria che cosa successo?? S: È sì cavolo arrivi ad un certo punto che diventi matta. M: Prego? S: Si, basta non ne posso più voglio prendere e andare via!! M: Adesso però calmati un attimo e raccontami che cos’è successo. S: Vorrei andare via dove puoi essere te stessa senza essere giudicata... non so se esiste un posto al mondo dove la gente non giudica, ma giuro che se lo trovo non mi vedete più. M: Sarà contenta la mamma, così non la fai più disperare! S: Scemo! Sono seria. Voglio vivere in un mondo dove non bisogna difendersi per come mi vesto, per come penso, per quello che mi piace, dove non devo dare per forza spiegazione agli altri.  Sinceramente... non è questo il mondo che vorrei. M: Scusa, hai ragione. Sei decisamente incazzata… S: Si, e questo è il vostro modo di pensare da adulti. Ma perché la gente deve giudicare? non può semplicemente dire la sua opinione senza urlare o aggredire le scelte di qua

Foglio bianco n°... - (Valeria Rodigari)

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  Non amo scrivere, o meglio mi piace scrivere solo quando sono libera di farlo su un foglio completamente bianco, senza righe e quadretti dove incasellare lettere e parole. Se devo scrivere preferisco farlo a mano, la mano scorre sul foglio bianco che piano piano si riempie di pensieri ed emozioni che vengono direttamente dal cuore e che l’inchiostro rende vivi. Scrivere a computer invece, mi viene difficile. Battere le dita sulla tastiera mi fa sembrare tutto così impersonale, omologato, non c’è nulla di mio che lo distingua da qualcun altro, stesso carattere, stessa dimensione, tutto così preciso. Anche se sicuramente ha il vantaggio di modificare il testo: aggiungere o cancellare senza che nessuno lo noti. Trovo la scrittura a mano come qualcosa che ci accomuna, ma che allo stesso tempo ci rende unici. Qualcosa di intimo, dove ognuno ha il proprio stile, il proprio carattere, la propria calligrafia che ci permette di distinguere e di riconoscere l’autore del post-it appeso al cale

Diventare "grandi" - (E.S. 17 anni)

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  Il tempo passa per tutti, si sa, a volte corre più in fretta di quello che noi vorremmo. Sono una ragazza di quasi diciotto anni e più di una volta ho fantasticato sul mio futuro e sul mio presente: per esempio a tutte le cose che ora faccio con autonomia.  Incomincio a fare dei progetti realizzabili, inizio a decidere che tipo di persona voglio essere. Tutte queste fantasie portano anche a tante paure: la paura di non riuscire, di sbagliare e non trovare un modo per risolvere il problema in questione, la paura di deludere chi ti sta vicino e soprattutto te stessa. Negli ultimi mesi ho avuto la possibilità di poter vivere “una vita da adulto”, attraverso il mio tirocinio. Non nego che mi sono divertita tanto e ho avuto molte soddisfazioni che mi rendono felice e che mi fa venire voglia di abbandonare la mia quotidianità che conosco per trovarne una nuova che mi piaccia di più. Ho anche scoperto che la vita adulta non è tutta rosa e fiori come ogni bambino pensa. Entrare a far parte d

Educare con l'arte - (Sandy Cusini)

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  Sin da piccolo ho sempre avuto un rapporto un po’ complicato con l’arte. Ricordo ancora i pomeriggi passati in lacrime perché la maestra ci assegnava per compito numerose schede da disegnare, colorare e dipingere. Ricordo ancora la frustrazione che provavo nel dover ogni volta cambiare colore innumerevoli volte, nel dover temperare matite colorate fino a farmi male le dita, oppure l’obbligo di colorare all’interno dei bordi senza lasciare spazi bianchi che a fine giornata mi facevano odiare ancora di più ogni singolo minuto passato a finire quel compito. In classe poi, la situazione non era molto diversa, ho sempre provato molta invidia e rabbia quando osservavo i lavori dei miei compagni perché avrei voluto creare anche io dei disegni che apparivano ai miei occhi così unici e speciali. Quell’unicità pareva per me essere così lontana da non essere nemmeno immaginabile.  Crescendo però, fortunatamente, ho incontrato persone che mi hanno insegnato che ognuno di noi è speciale ed uni