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Visualizzazione dei post con l'etichetta Greta Cusini

LA NOSTRA "SCOMMESSA" VINTA!

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Si potrebbe dire che il riassunto di questo semplice libretto è tutto racchiuso qui, nella dedica che abbiamo scritto all’inizio dell’opera: «Questo semplice scritto lo dedichiamo a noi,» e naturalmente a tutti coloro che lo vorranno leggere. «Ci abbiamo provato senza nessuna pretesa, ma con la voglia di metterci in gioco condividendo la nostra passione educativa».  Ebbene si, perché quando tutto è nato un anno fa, non avremmo mai pensato che saremmo riusciti a raggiungere questo nostro obbiettivo.  Il progetto, nato un po’ per scommessa e un po’ per orgoglio, ha avuto il suo via perché abbiamo sentito il bisogno e l’esigenza, come educatori e professionisti, di andare oltre al nostro lavoro di “educatori sul campo”, ma di provare anche a mettere per iscritto e a far conoscere quello che sta dietro “le quinte” di ogni nostra azione, ogni nostra programmazione e azione educativa.  Abbiamo voluto “svelare un pochino i nostri segreti”, anche se segreti non sono. Abbiamo provato, ognuno co

COGLI L'ATTIMO

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  Quante volte presi dall'ansia del futuro o ancora spaventati dai fantasmi del passato non godiamo pienamente il presente.  Oppure tendiamo a rimandare opportunità e situazioni che a volte andrebbero colte al volo. A volte è proprio la vita che ce le prepara sul nostro percorso, ma sta a noi poi saperle recepire e sfruttare. Quante volte ci diciamo che il tempo sembra volare, che sembrava ieri che iniziava l'anno...bisognerebbe però imparare a vivere pienamente nel presente senza che il tempo diventi fonte di angoscia.  E' vero non possiamo fermare il tempo, ma possiamo fargli perdere tempo...se solo imparassimo a rallentare e a cogliere le opportunità che ci si presentano.. spegnendo un attimo quella routine, quella frenesia che invece accelera le nostre giornate.  Dovremmo immergerci completamente nel presente, cogliendo l'attimo fuggente, senza lasciarci scappare quel momento prezioso, quella gioia di un sorriso, quella risata di una goduria estrema, quel ca

SE AVESSI UNA FIGLIA

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  Se provassimo a chiudere gli occhi e ad immaginare di rendere tutto “meno complicato”, sarebbe bellissimo poter dire, anche in modo un po' “poetico” che: ...Se avessi una figlia le insegnerei l'arte della felicità, o almeno cercherei di trasmettergliela; un'arte che si nutre di gesti, di affetto e di sorrisi, tanti e dolci sorrisi.  Le insegnerei a sapersi distinguere in un mondo che spesso produce e vuole stereotipi.  Le infonderei spensieratezza e leggerezza. Le insegnerei che la felicità è una scelta e che è bene credere nei sogni, facendo scelte per la felicità e sfidando i giorni grigi, sfumando e smorzando l’austerità e le durezze della vita. Le insegnerei che le liti e le discussioni possono essere evitate, ed essere anticipate invece con un abbraccio. Cercherei di ritagliare per lei più tempo possibile e di rendere ogni momento ed ogni weekend sempre un pò speciali.  Approfitterei delle belle giornate di sole per stare fuori con lei e trasformare un

IN QUESTO PAESE I BAMBINI GIOCANO ANCORA PER STRADA

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  Ci piacerebbe tanto che appena giunti a Livigno accanto ai cartelli stradali consueti ce ne sia uno sul quale ci sia scritto “Attenzione, rallentate, qui i bambini giocano ancora per strada”. Un cartello che sia capace di catapultarci nel passato, in quelle lunghissime giornate estive nelle quali i bambini percorrevano l'intero quartiere bussando di porta in porta per chiamare i vicini a giocare, esattamente non si sapeva a che cosa, quel che è certo è che il tempo non sarebbe comunque bastato mai. Dalle case uscivano correndo bambini con calzoncini corti, ginocchia sbucciate, palloni e gessetti colorati. Non esistevano tablet e se qualcuno aveva con sè il telefono serviva solo per mettere qualche musica, una delle 4 canzoni che si erano potute scaricare. Qualcuno aveva con sè la collezione delle carte dei Pokemon, qualcun altro invece optava per nascondino o Guardia e Ladri. C'è chi mentre cantava si dondolava sull'altalena, chi invece giocava con le biglie. Si facevano

BAMBINI. ARCOBALENI DI SOGNI E LENTI D'INGRANDIMENTO SUL MONDO

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Al CiAGi è strano sentire silenzio, poiché le risate dei bambini, i loro schiamazzi, le loro voci e la musica delle casse riempiono e scandiscono le giornate di queste mura. Quando inizia la mattina si sente un silenzio “assordante” e si vedono i grandi saloni vuoti. Sorrido, al pensiero che a breve, quegli spazi dapprima silenziosi e vuoti, diventeranno belli vivaci e pieni di bambini. Eh sì, perché sono proprio i bambini a rendere tanto speciale il CiAGi e il nostro lavoro. Proprio la loro assenza, a volte, ci permette di pensare a quanto invece sia preziosa la loro presenza. Il loro “vigore”, il loro essere “frizzanti”, la loro spensieratezza.  Ciascuno di loro è paragonabile a una tonalità di colore, ciascuno con una sfumatura sempre diversa dall'altra, mai uguale. E quando giocano insieme e si scambiano qualche sorriso, sembra che questi colori si mischino dando vita così a nuove tonalità di sogni, di magia e di domande. Cerchiamo di ascoltare i loro bisogni e le loro esigenze