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Nel mezzo c'è la vita (di Simone Cusini - educatore)

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     Famiglia.   Quante volte abbiamo sentito questa parola sia nella quotidianità che nelle aule universitarie o nei discorsi di chi si intende di educazione. La famiglia è dappertutto: tra le mura della scuola, nel mondo animale, nei racconti del passato o del futuro di ognuno di noi e, soprattutto in questo periodo, la famiglia torna fortemente anche durante le festività.    Siamo abituati, durante il periodo natalizio, a riunirci con i nostri familiari per sentire il calore di quelle relazioni parentali costruite nel tempo con i cugini con il quale si è cresciuti, con quegli zii con il quale si sono condivisi i traguardi importanti della vita, con i nonni che con amore incondizionato si prendono cura di noi e del nostro crescere e con i genitori che, ogni Natale, si travestono da Babbo Natale per regalare un po’ di magia e qualche dono anche quando si è un po’ più grandi.    La famiglia, quindi, non è mai di passaggio: iniziamo a fare i nostri primi passi proprio all’interno dell’a

Siamo delle cartoline di Positano, quando siamo online. (di Beatrice Pradella - psicologa)

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  Capita spesso di trascorrere del tempo sui social e senza accorgersene passano le ore, scorriamo la home page e veniamo catturati e incuriositi da tantissimi contenuti diversi.  Sui social network è facile illudersi che le vite degli altri possano essere sempre migliori della propria, più entusiasmanti e coinvolgenti, più appaganti e soddisfacenti.  La pagina Instagram è diventata come una sorta di biglietto da visita della propria vita e uno strumento per conoscere la vita degli altri. Come un piccolo assaggio della quotidianità altrui. Ed è incredibile quanto generalmente si voglia mostrarsi felici online, con delle vite estremamente vicine alla perfezione.  Siamo tutti felicissimi, online.  Siamo i protagonisti dei cinepanettoni. Condividiamo storie di sorrisoni, di selfie di gruppo, di piedi immersi in piscina, di drink che oscillano oltre il bordo del bicchiere. Siamo delle cartoline di Positano, quando siamo online. Può succedere però che questa valorizzazione della vita “perfe

Drogati di felicità...altrui. (Nicole Galli - 18 anni studentessa)

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Un giorno una persona mi ha chiesto «si può essere dipendenti dalla felicità degli altri?», io ho risposto semplicemente «sì». Ho riflettuto molto su questa conversazione, che poi in fin dei conti è stata solo una domanda e una risposta, ma da quella volta ci ho ripensato spesso. Si può essere dipendenti dalla felicità di una o più persone? È una cosa sana? Può farti mettere da parte la tua stessa felicità?  Una quantità industriale di queste domande mi circola per la testa da mesi. Non ho un’opinione totalmente oggettiva sull’argomento, o almeno non riesco ad averla, perché fondamentalmente sono anche io un po’ dipendente dalla felicità degli altri. Non che io metta da parte la mia per quella altrui, sia chiaro, ma piuttosto perché rendere felici le persone rende felice me. È una cosa un po’ contorta e complicata da capire se non la si prova, ma è un po’ come quando una persona a cui tieni è triste e tu, standole accanto, inizi a condividere un po’ questo suo malessere. È una reazio

Fine (Thomas Sosio)

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  The end, un film finisce proprio così, con questa scritta. Qualcuno tira un sospiro di sollievo, qualcuno ha le lacrime agli occhi, altri pensano come sarebbe andata se non fosse finita così. Ebbene quando qualcosa finisce, svanisce, si ferma o si interrompe bruscamente, che sentimento c’è in noi? Smarrimento, dolore, serenità, gioia. Possono essere davvero molteplici e plurali i sentimenti e le emozioni che scorrono. Perché non solo è una fine, ma è soprattutto un nuovo inizio. Suppongo e spero che ognuno di voi, ora, stia pensando ad una fine, più o meno recente, più o meno felice. Ogni fine porta con sé emozioni, ed è proprio ripartire da queste sensazioni che da slancio e volo verso un nuovo inizio. Mi piace sempre entrare nelle parole, perché ogni parola è importante, che sia detta, sussurrata o scritta. Il termine “fine” ha un’etimologia chiara: l’ultima parte, l’ultimo tempo di una cosa, il punto. A volte per cambiare o svoltare, serve mettere un punto. Quante volte abb

Crederci sempre...mollare mai!

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«Cosa pensi di fare?!?!» «È inutile, non riuscirai a raggiungere il tuo obiettivo, è troppo impegnativo, non fa per te…». Quante volte ci siamo sentiti dire queste frasi, magari anche da persone che di te non conoscono assolutamente niente, se non solo il nome.  Ognuno di noi sin da quando è piccolo ha sogni per “quando sarà grande”, alcuni dei quali crescendo e mettendoci impegno si realizzano, altri cambiano, mentre alcuni si accantonano e vanno svanendo. Lavorando nel campo dell’infanzia ed avendo a che fare con i bambini, più volte ho avuto modo di ascoltare la loro fantasia sul futuro: cuoco, fiorista, pilota di elicottero, dog-sitter, parrucchiera, mamma, maestra e molti altri lavori.  Il bello dei bambini è quello di non porsi limiti nei sogni e con questo di vagare con la mente senza nessun ostacolo. Poi i bambini crescono e iniziano ad affacciarsi alla realtà, cambiano le loro idee seguendo l’influenza dei genitori, dei fratelli, degli amici e di chi ha proprio parere ha a