Post

Visualizzazione dei post con l'etichetta scuola

Ispirare (di Francesca Bormolini - insegnante)

Immagine
  Cosa fa un insegnante? Insegna. Facile, no? Eppure a me sembra una risposta incompleta. Se ripenso ai miei insegnanti di scuola, ne ricordo alcuni con piacere, di altri ho solo un ricordo sfumato e altri ancora li ho proprio rimossi dalla mia mente. Non metto in dubbio che tutti mi abbiano insegnato qualcosa, ma allora, se tutti hanno "compiuto il loro dovere", perché non li ricordo allo stesso modo?  Una delle domande che gli alunni pongono spesso ad un insegnante è:  « E questo a cosa serve? » . Essi sentono il bisogno di dare un senso a quello che imparano ed è per questo che il compito di un insegnante deve andare ben oltre il “semplice” insegnare.  Quando mi sono ritrovata dall’altra parte della cattedra, in qualità di professoressa, avevo paura. Mi assillavano molte domande:  « Cosa avrei dovuto fare per dare un senso alle mille nozioni che ogni giorno trasmettevo ai miei alunni? » ;  « Come si fa ad appassionare, o almeno ad incuriosire i ragazzi, ...

Scelte (di Daniela Lumina - educatrice, parent coach e mamma)

Immagine
  Esco dall’incontro di orientamento dedicato ai genitori dei ragazzi di terza media e mentre torno a casa a piedi rifletto, e mi rendo conto che, se fossi nei panni di mia figlia sarei in crisi: perché nemmeno io saprei che scelta prendere! Quante nuove scuole, quanti nuovi indirizzi, quante infinite possibilità! E poi, Merano, Bolzano, Sondrio, Sondalo, Bormio, …? E poi le domande degli adulti, tra cui la peggiore penso che sia: «Cosa vuoi fare da grande?», come se le superiori fossero la scelta definitiva della vita, quella che ti caratterizzerà per sempre. E carichiamoli pure anche di tutte le nostre preoccupazioni, paure e aspettative. E mettiamoci anche l’orgoglio di farli frequentare qualche liceo, perché il professionale non è esattamente la scuola di cui vantarsi con gli amici e i parenti (ebbene si, ho sentito anche questa). Non è facile prendere questa scelta, ma se i primi a renderla complicata fossimo proprio noi adulti? Arrivo a casa, guardo mia figlia e mi tornano a...

Che cos'è l'etica? (di Sandy Cusini - educatore)

Immagine
  È settembre, i giorni sono accompagnati da un freddo gelido, meno ore di luce, e più ore di buio; le giornate si stanno accorciando sempre di più, ma all’improvviso si sono riempite di mille impegni, nuovi inizi e nuove emozioni. È iniziata la scuola! È buffo, fino a pochi giorni fa eravamo tranquilli, consapevoli che ogni cosa si sarebbe potuta fare con tutta la calma del mondo, mentre adesso tutto sembra chiedere di poter rallentare, perché non riusciamo a stare al passo. Ritorno a scuola, nuovi bambini e nuovi volti pieni di curiosità e di un filo di buon timore! Cerco con lo sguardo i bambini che ormai mi vedono tra i corridoi da ben quattro anni; sono felice di rivederli e viceversa, l’entusiasmo quest’anno è grandissimo! I primi giorni di scuola però, si sa, sono sempre i più difficili, è dura ritornare alla routine scolastica, soprattutto dopo aver vissuto un’estate meravigliosa piena di momenti indimenticabili ed emozionanti passati al CiAGi. Mi si avvicina un bambino ch...

Vite tra i banchi di scuola (di Simone Cusini - educatore e pedagogista)

Immagine
Quest’anno ho avuto la fortuna di partecipare al progetto “educatore di classe”, promosso dal CiAGi di Livigno in collaborazione con l’Istituto Comprensivo, e, a mia sorpresa, quanta vita che ho visto scorrere silenziosa tra quei banchi di scuola. Il ruolo all’interno della classe era abbastanza insolito: mentre i professori facevano lezione io mi posizionavo in fondo alla classe a osservare i ragazzi, ad affiancare chi vedevo in particolare difficoltà, ad aiutare chi me lo chiedeva espressamente e a ricordare ad altri, invece, che il letto ormai lo avevano abbandonato già da un po’ e che la lezione era cominciata e, forse, era il caso di stare in ascolto. Detto così può risultate un ruolo abbastanza semplice e marginale; anche perché cos’altro potrebbe fare un educatore a scuola mentre l’insegnate spiega? In realtà, però, il ruolo di un educatore in una classe di venti ragazzi tredicenni può risultare fondamentale e a tratti, forse, indispensabile. Questa figura professionale si oc...

«Che lavoro fai?» «Aiuto i bambini a fare i compiti» (di Daniela Lumina - educatrice)

Immagine
  Ho fatto diversi lavori con i bambini, eppure ho scelto di fare solo l’educatrice. Metto quel “ solo” perché spesso è un lavoro che rimane nell’ombra eppure, quando nel pomeriggio mi siedo in mezzo ai bambini e li guardo trafficare tra cartelle, quaderni, libri e astucci, mentre mi raccontano un po’ della loro vita o semplicemente parlottano o si stuzzicano tra di loro, non posso fare a meno di pensare che non vorrei essere da nessun’altra parte. Li guardo svolgere i loro compiti e la domanda che mi passa continuamente per la testa mentre li osservo è: «Come posso aiutarli?» Li guardo provarci e riprovarci, darsi una mano tra loro, ogni tanto anche rimproverarsi o sostenersi a vicenda.  Li vedo sconfitti quando le cose proprio non riescono ad entrare in testa e li vedo illuminarsi per quei piccoli traguardi che riescono a raggiungere, e non posso fare a meno di dispiacermi o gioire con loro. Ogni bambino ha una particolarità, delle piccole qualità che lo rendono unico, di...

La cura di splendere (Vincenzo Morcelli - educatore)

Immagine
  «Leggerezza, libertà, preoccupazione, scelte, riservatezza, stranezza, curiosità, spensieratezza, armonia»: ecco alcuni pensieri messi per iscritto al termine del percorso sull’affettività e sessualità proposto ai ragazzi di seconda della scuola secondaria nel mese di febbraio.  Il tema del cambiamento del corpo è stato il filo conduttore, rielaborato e condiviso insieme mediante attivazioni corporee, momenti conoscitivi sulla fisiologia e anatomia umana, confronti e condivisioni in gruppo partendo da pensieri emersi dai ragazzi e da spunti di riflessione proposti dagli adulti. Ho apprezzato il loro mettersi in gioco, provarci, ascoltarsi, ascoltare… Mi sembra importante, da educatore e da papà., condividere alcuni loro scritti. Anche se non lo fanno vedere sempre si sono mostrati capaci di osservazioni profonde e sfumature personali che ci parlano e dicono di loro e che possono farci pensare. «Ho sentito la terra, la bellezza del mondo» - «All’inizio ho provato fastidio, ma...

Ho il piacere di conoscerti (Monica Franceschina - educatrice)

Immagine
  "Per insegnare il latino a Giovannino non basta conoscere il latino, bisogna soprattutto conoscere Giovannino"* In una classe di ragazzi delle superiori entra inaspettatamente l’insegnante di sostegno. I compagni si guardano un po’ impauriti, la prof capisce che qualcosa non va ma si siede a fianco a Luca ed osserva. Giulio fa la smorfia ai compagni di stare tranquilli, la prof continua ad osservare. Giulio si avvicina a Luca e gli chiede qualche informazione sul DVD che da giorni porta a scuola. Il suo DVD preferito. - Wow, anche io ho quel DVD. Ma l’immagine dentro è uguale a quella della custodia? La prof continua ad osservare. - Si sì, ugualissima - Luca sicuro? Mi fai vedere se è come il mio? - Certo, è il mio dvd preferito. … impossibile descrivere la faccia di Luca quando apre la custodia e ci trova … IL CD DI TEDESCO 😡 !! Tutta la classe scoppia a ridere ma con un po’ di timore. Guardano la prof, anche lei sorride. La prof di classe entra e sente la voce di Luca:  ...

Nessun uomo è un'isola (Daniele Rocca - filosofo e insegnante)

Immagine
  “Non chiedere mai per chi suona la campana: essa suona per te”.  Così termina una celebre poesia dell’inglese John Donne, che alla fine del ‘700 utilizza la forte immagine della “campana da morto” per richiamare l’attenzione su un fatto tanto scontato quanto evitato: tutti, in quanto esseri umani, dobbiamo morire. Il poeta va però oltre, suggerendo che la morte di un altro essere umano sveli un legame che ci connette profondamente gli uni agli altri. La morte di qualsiasi uomo mi sminuisce, perché io sono parte dell’umanità. Se anche solo una zolla venisse lavata via dal mare, l’Europa ne sarebbe diminuita, come se le mancasse un promontorio, come se venisse a mancare una dimora di amici tuoi, o la tua stessa casa [1] . Il suono di quella campana ci coinvolge tutti (e nei mesi terribili della primavera 2020 ne siano stati inermi testimoni) ampliando il significato della citazione senechiana cotidie morimur [2] : moriamo ogni giorno non tanto (non solo) perché invecchiamo, m...

Pensieri sparsi di un cuore inquieto, ma di un animo libero. Parte II^ (Lorenzo Napoli - 21 anni)

Immagine
  La commozione nel mio bagaglio, panni sporchi di navigazione per ogni dove… Sempre in testa una canzone… È dolce stare in mare quando son gli altri a far la direzione, soltanto fare ciò che c'è da fare e cullati dall'onda... Di notte sognare lei che scappa da me, ma poi mi sveglio e consapevole sono nel mare. La vita mi offre un incarico di responsabilità, mi ha detto che una nave ha bisogno di un comandante concreto. Ed è importante il pensiero della responsabilità, si è fatto grosso,  è come dover saltare al di là di un fosso, che mi divide dai tempi spensierati di un passato che è passato.   Saltare verso il tempo indefinito dell'essere adulto,  di fronte a me la nebbia mi nasconde, la risposta alla mia paura è: cosa sarò e dove mi condurrà la mia natura? La faccia di mio padre prende forma sullo specchio interiore,  lui giovane io vecchio, le sue parole che rimbombano dentro al mio orecchio,  "la vita non è facile ci vuole sacrificio, un giorno te ne ...

Con sguardi diversi...aiutiamoli a crescere. (Daniela Lumina)

Immagine
  «Che pazienza che avete!» Quante volte nei miei ambienti lavorativi ho sentito pronunciare questa frase dai genitori che ci affidavano i loro figli e prima di diventare mamma ero convinta di possederne…di pazienza; quindi, lo prendevo un po' come un complimento. Ora da mamma, ogni volta che sento questa frase al lavoro, sorrido e spesso rispondo: «Non è questione di pazienza, ma di rapporti!» Mentre lo dico penso a quante volte stanca e avvilita ho osservato le mie figlie da piccole che facevano i capricci, o che non ubbidivano e ho pensato: «Ok… meglio 20 bambini degli altri che 2 dei tuoi!» Quante volte stremata e nervosa dopo un litigio con le mie figlie, magari proprio dopo un faticoso pomeriggio di compiti mi sono ritrovata a chiedermi: «Ma com’ è possibile? Gli altri bambini mi ascoltano, a volte pendono letteralmente dalle mie labbra e le mie figlie no?» Quante volte mi sono ritrovata io stessa a condividere emozioni o fatti alle orecchie professionali dei miei coll...

Uno "strano" incontro...

Immagine
S: Che lavoro fai? M: Sono “Assistente alla Comunicazione e all’Autonomia”. S: Cioè? Dove lavori? M: A scuola, mi prendo cura dei ragazzi con qualche difficoltà. S: Sei un’insegnante di sostegno? M: No, sono un’Assistente. S: Nell’elenco non c’è… posso mettere maestro? M: No… S: Allora operaio? M: Vedi tu, non so che dire. S: Ma cosa fa “questo assistente”? M: È una figura un po' “sconosciuta” per la stragrande maggioranza delle persone, ma presente da anni ed è indispensabile per garantire il diritto all’istruzione ai bambini e ragazzi con disabilità. Non è un’insegnante, ha una formazione diversa, un mandato diverso. S: Ok ma esattamente cosa fa? M: Ovviamente sono di parte, ma credo che sia una figura fondamentale per costruire il progetto di vita dei ragazzi di cui si prende cura. L’assistente lavora a fianco del ragazzo e prova a raccogliere tutte quelle che sono le indicazioni di tutte le figure che si occupano di lui senza sostituirsi a loro. S: ...

A SCUOLA DI GENTILEZZA

Immagine
  Qualche giorno fa ho trovato in internet – da qualche parte, non mi ricordo nemmeno dove è saltato fuori - un brevissimo articolo su una scuola irlandese che al posto dei classici compiti delle vacanze di Natale, ha assegnato ai suoi studenti delle missioni di gentilezza da fare ogni giorno delle vacanze. Piccole cose, come per esempio chiacchierare con una persona anziana piuttosto che aiutare qualcuno della famiglia: azioni concrete, a misura di bambino, rivolte agli altri ma anche a sé stessi. L’iniziativa mi ha fatto sorridere e riflettere insieme: sorridere pensando alla bizzarria umana, che continuamente si avventura in situazioni alternative ed esperimenti geniali; riflettere, perché ne sono derivate una domanda e alcune considerazioni: dobbiamo davvero imparare la gentilezza? Non è qualcosa che l’uomo ha dentro di sé per natura, a partire da quando si è fanciulli? Sembra una domanda retorica ma non lo è, soprattutto quando, lavorando in contesti educativi, capita, a vol...

LA FORMAZIONE NON è MAI ABBASTANZA

Immagine
**   Spesso i mille impegni, le troppe cose da fare, il desiderio di passare un po' di tempo tranquillamente in famiglia ci costringono a rinunciare ad alcune proposte che le diverse agenzie educative o meno, del territorio ci propongono, ma formarsi, tenersi aggiornati, condividere obiettivi, traguardi e fallimenti è davvero fondamentale. La formazione continua è importante sia per tutti i genitori sia per tutti gli adulti e rappresenta uno degli obblighi più importanti per educatori e insegnanti e che ne caratterizza la professionalità: sarebbe un fallimento pensare che essere un educatore sia un punto di arrivo e una contraddizione essere formatori che non si formano. L’educatore, l'allenatore e anche il catechista devono continuare a coltivare il proprio sapere, a rinnovarlo, a metterlo in discussione. Educare, dare forma, implica il movimento e per questo dobbiamo tenerci in moto continuamente perché non c'è il punto di arrivo. La formazione quindi non è da rit...

A CHE SERVE STUDIARE?

Immagine
  Ci stiamo avvicinando alla fine dell’anno scolastico, al temuto “verdetto finale”, insieme ai ragazzi viviamo quel periodo in cui il desiderio di riuscire a farcela, il voler mettercela tutta per riuscire a “tirar su” le ultime materie viene intervallato dalla stanchezza che si fa sempre più sentire. Cosi i ragazzi si chiedono: ma a cosa serve studiare? A che cosa mi serve sapere come si calcola l’area del rombo?   E di Napoleone? A cosa mi serve? Probabilmente, anche a noi adulti queste domande, lette così non serviranno davvero a niente. Allora ci si chiede come far capire ai ragazzi quanto davvero è importante “perdere tempo sui libri”, che studiare servirà loro per imparare a prendere delle decisioni, importanti o meno. Servirà a conoscere le imprese da cui prendere ispirazione e gli errori da non ripetere. Servirà per non credere a tutto. Servirà per non farsi ingannare. Studiare: è la forza di desiderare e lottare per qualcosa in cui credi. Forse ...