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Nel mezzo c'è la vita (di Simone Cusini - educatore)

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     Famiglia.   Quante volte abbiamo sentito questa parola sia nella quotidianità che nelle aule universitarie o nei discorsi di chi si intende di educazione. La famiglia è dappertutto: tra le mura della scuola, nel mondo animale, nei racconti del passato o del futuro di ognuno di noi e, soprattutto in questo periodo, la famiglia torna fortemente anche durante le festività.    Siamo abituati, durante il periodo natalizio, a riunirci con i nostri familiari per sentire il calore di quelle relazioni parentali costruite nel tempo con i cugini con il quale si è cresciuti, con quegli zii con il quale si sono condivisi i traguardi importanti della vita, con i nonni che con amore incondizionato si prendono cura di noi e del nostro crescere e con i genitori che, ogni Natale, si travestono da Babbo Natale per regalare un po’ di magia e qualche dono anche quando si è un po’ più grandi.    La famiglia, quindi, non è mai di passaggio: iniziamo a fare i nostri primi passi proprio all’interno dell’a

"Nuda" (Un Cuore che batte - 20 anni)

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Un percorso di psicoterapia prevede che vengano fissati, in corso d'opera, degli obiettivi ben precisi che, presumibilmente, al termine del trattamento vengano raggiunti. Il tutto, attraverso l'uso di una strategia terapeutica costruita appositamente per la persona coinvolta e con la persona coinvolta. Ora, la strategia che la mia psicologa ha scelto di mettere a punto con me durante il mio percorso ha avuto degli "effetti collaterali" non indifferenti sulla mia persona. Ciò che mi veniva richiesto, in un momento di instabilità, di mancanze e di disorientamento era concentrare tutte le energie che mi rimanevano su di me e sulla ricerca della mia 'essenza', con cui sentivo di aver perso contatto e che sono stata portata a credere di riuscire a trovare solamente scegliendo cosa fare nella vita perché in fondo, l'unica cosa che mi mancava era "l'idea per la quale vivere e morire", così Kierkegaard parlava di scelte di vita. E sta proprio qui, ne

Ho il piacere di conoscerti (Monica Franceschina - educatrice)

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  "Per insegnare il latino a Giovannino non basta conoscere il latino, bisogna soprattutto conoscere Giovannino"* In una classe di ragazzi delle superiori entra inaspettatamente l’insegnante di sostegno. I compagni si guardano un po’ impauriti, la prof capisce che qualcosa non va ma si siede a fianco a Luca ed osserva. Giulio fa la smorfia ai compagni di stare tranquilli, la prof continua ad osservare. Giulio si avvicina a Luca e gli chiede qualche informazione sul DVD che da giorni porta a scuola. Il suo DVD preferito. - Wow, anche io ho quel DVD. Ma l’immagine dentro è uguale a quella della custodia? La prof continua ad osservare. - Si sì, ugualissima - Luca sicuro? Mi fai vedere se è come il mio? - Certo, è il mio dvd preferito. … impossibile descrivere la faccia di Luca quando apre la custodia e ci trova … IL CD DI TEDESCO 😡 !! Tutta la classe scoppia a ridere ma con un po’ di timore. Guardano la prof, anche lei sorride. La prof di classe entra e sente la voce di Luca:  

Fiducia...nelle crepe. (Anna Trabucchi - laureanda in Scienze dell'Educazione)

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  Esiste un’arte in Giappone chiamata “Kintsugi” per la quale gli oggetti che si rompono, anziché essere buttati, vengono aggiustati con una colla particolare colore dell’oro. Questo collagene, oltre ad aggiustare la crepa formatasi, la mette in risalto ancor di più. Quando qualcosa si rompe, quindi, non lo si butta via perché rotto, ma si prova ad aggiustarlo senza nascondere la rottura, anzi, mettendola in evidenza. Dopo la visione in università del video “Come oro nelle crepe”* in cui la protagonista parla del Kintsugi, la prof. afferma: «Ecco, l’educatore deve aiutare a mettere l’oro nelle crepe». Questa frase mi scuote molto e continuo a pensarci per diversi giorni. Inizialmente mi sembra qualcosa di irraggiungibile per me e mi chiedo: «Come posso io nella mia piccolezza, oltre che tentare di mettere oro nelle mie crepe, aiutare anche qualcuno a metterlo nelle proprie?» Mi sembra un’impresa molto più grande di me, quella di dare valore alle crepe degli altri, mettendole in risal

Grazie mille di tutto (Chiara Dei Cas - Operatrice Socio Sanitaria)

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  Quanto entusiasmo riaprire una scatola e trovare traccia del passato, sentire profumi dimenticati, ricordare il bianco candido di un biglietto ingiallito dal tempo, dal quale spicca una scritta nera, tremolante, un dono prezioso datomi in una giornata particolare da una signora anziana, la cerco nei miei ricordi, la trovo, sorrido. Chiudo gli occhi e provo a rivivere alcuni momenti che il tempo mi ha fatto condividere con lei, sorrisi, emozioni, storie... momenti che custodisco gelosamente. Questo è quello che volevo fare nella vita, esserci quando qualcuno avrebbe avuto bisogno, scelsi così di iscrivermi al corso per diventare OSS (Operatrice Socio Sanitaria). Tra tutta la teoria insegnata, la cosa principale e ogni volta ribadita che mi fu detta. era che per diventare un buon operatore, bisogna mantenere le distanze e non farsi coinvolgere troppo; ma quanta fatica nella pratica! Ogni mattina, prima di recarmi al lavoro, quando esco di casa non solo chiudo la porta, chiudo la mi

Fine (Thomas Sosio)

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  The end, un film finisce proprio così, con questa scritta. Qualcuno tira un sospiro di sollievo, qualcuno ha le lacrime agli occhi, altri pensano come sarebbe andata se non fosse finita così. Ebbene quando qualcosa finisce, svanisce, si ferma o si interrompe bruscamente, che sentimento c’è in noi? Smarrimento, dolore, serenità, gioia. Possono essere davvero molteplici e plurali i sentimenti e le emozioni che scorrono. Perché non solo è una fine, ma è soprattutto un nuovo inizio. Suppongo e spero che ognuno di voi, ora, stia pensando ad una fine, più o meno recente, più o meno felice. Ogni fine porta con sé emozioni, ed è proprio ripartire da queste sensazioni che da slancio e volo verso un nuovo inizio. Mi piace sempre entrare nelle parole, perché ogni parola è importante, che sia detta, sussurrata o scritta. Il termine “fine” ha un’etimologia chiara: l’ultima parte, l’ultimo tempo di una cosa, il punto. A volte per cambiare o svoltare, serve mettere un punto. Quante volte abb