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Visualizzazione dei post con l'etichetta morte

Nessun uomo è un'isola (Daniele Rocca - filosofo e insegnante)

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  “Non chiedere mai per chi suona la campana: essa suona per te”.  Così termina una celebre poesia dell’inglese John Donne, che alla fine del ‘700 utilizza la forte immagine della “campana da morto” per richiamare l’attenzione su un fatto tanto scontato quanto evitato: tutti, in quanto esseri umani, dobbiamo morire. Il poeta va però oltre, suggerendo che la morte di un altro essere umano sveli un legame che ci connette profondamente gli uni agli altri. La morte di qualsiasi uomo mi sminuisce, perché io sono parte dell’umanità. Se anche solo una zolla venisse lavata via dal mare, l’Europa ne sarebbe diminuita, come se le mancasse un promontorio, come se venisse a mancare una dimora di amici tuoi, o la tua stessa casa [1] . Il suono di quella campana ci coinvolge tutti (e nei mesi terribili della primavera 2020 ne siano stati inermi testimoni) ampliando il significato della citazione senechiana cotidie morimur [2] : moriamo ogni giorno non tanto (non solo) perché invecchiamo, ma sopratt

Ho paura (Michele Ricetti e una ragazza diciottenne - educatore e pedagogista)

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  Un giorno dal nulla mi arriva questo sms… «Hey, tu… 2 settimane fa mi hai chiesto come stavo… e come più o meno sempre ho evitato la risposta; è che dire ‘tutto bene, con te non funziona, lo so già; quindi, di solito lascio perdere perché sotto sotto non so neanche io come sto… É dura, pensavo che tornare in convitto mi avrebbe aiutato, invece, se posso dirlo, è peggio di prima.  Lunedì scorso ho letto una frase : if you always think your happiness is somewhere else, it will never be where you are - (se pensi sempre che la tua felicità sia altrove, non sarà mai dove sei). Te lo giuro, ti giuro che ci sto provando a pensare che sia qui, anche se il ruolo di tutti, in questo momento, sembra sia farti fantasticare sui prossimi anni con le loro domande del ca**o tipo: hai già scelto l’università? ma sai già che lavoro vuoi fare? dove ti vedi tra cinque anni?  Ci sto provando a non fantasticare, a non sperare ancora una volta che finito quest’anno ci sia una parte migliore, ma le mie