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L’UOMO È…“UOVO”. (di Valeria Rodigari - educatrice)

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  Qualche mese fa un triste evento ci porta a fare i conti con una delicata realtà, diverse domande frullano nella nostra mente e quando i ragazzi iniziano a porre la questione cogliamo l’occasione per affrontare il delicatissimo tema del suicidio con loro. Ma come? Decidiamo di proporre ai ragazzi di terza media un percorso a step composto da diverse parole che ci permettano di conoscere meglio noi stessi, le nostre fragilità, i nostri punti di forza, ciò che ci fa vivere e ciò che a volte ci spegne. L’AUTENTICITÀ che ci permette di essere noi stessi, di sintonizzarci con la melodia della nostra anima, la parte più profonda e autentica di noi.  La LIBERTÀ che ci permette di dipingere la tela della nostra vita, utilizzando i colori e le diverse sfumature delle nostre emozioni. Il CONFRONTO che ci permette di esprimerci e di metterci in ascolto, di conoscere, di cercare e trovare aiuto nell’altro. La RESILIENZA che ci permette di trovare la forza che non sapevamo nemmeno di avere per re

Drin..un mondo di notifiche. (di Valeria Rodigari - educatrice)

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  Drin…  «È L’ORA DEL BEREAL» Perfetto! Sono nel posto giusto, con le persone giuste, con l’outfit che mi piace tanto, posso scattare una foto, così chi la vedrà potrà apprezzare il tutto. Uffi…Sono in casa sul divano, in pigiama e non sto facendo nulla di eccezionale, lascerò lì la notifica, quando uscirò di casa per andare al CiAGi scatterò una foto, così penseranno che sono attiva. BeReal…Che poi, chi si mostra per reale non l’ho ancora capito… Drin… «XXX HA MESSO MI PIACE ALLA STORIA» Sì, finalmente! Era proprio quello che volevo quando l’ho condivisa. La foto ha già 15 cuoricini, e pensare che a me non piaceva così tanto, per fortuna la mia migliore amica mi ha consigliato di condividerla. Per oggi me la sono cavata, ho raggiunto il numero di like che fanno stare tranquilla la mia autostima.  La storia dell’altro giorno ha ricevuto soltanto 7 cuori e sono tutti delle mie amiche che l’avranno messo per abitudine. Peccato, a me quella foto piaceva davvero e poi ci avevo messo tanto

Sotto lo stesso cielo. (di Valeria Rodigari - educatrice)

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       È una giornata di ottobre, durante il pomeriggio arriva al CiAGi una telefonata: «c’è un’urgenza. Da domani riuscite ad integrare il gruppo medie con due nuovi ingressi? Ci sono due ragazzi israeliani, bloccati a Livigno per colpa della guerra».      La notizia ci prende di sorpresa, e diverse domande si fanno strada nella mia mente: «Come faremo a comunicare con loro? Sapranno parlare qualcosina d’inglese? Ma soprattutto, come reagiranno i ragazzi a questa notizia?»      Non ho tempo di trovare una risposta a quelle domande, che è già arrivato il momento di accoglierli, così lascio che siano i ragazzi a trovare una soluzione.      Due ragazzini israeliani, che parlano principalmente russo, e sanno qualche parola di inglese. Un gruppo di 30 ragazzi/e di prima e seconda media che parla italiano, e qualche parola di inglese.        Due mondi apparentemente e culturalmente diversi, che condividono per alcune ore lo stesso spazio, la stessa stanza.       Gli sguardi intimoriti dei d

Piangi, ti accolgo (Valeria Rodigari - educatrice)

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  È un pomeriggio apparentemente normale, dopo aver finito i compiti, c’è spazio per un momento libero: qualcuno gioca a calcetto, altri a carte, un gruppetto chiacchiera. Ad un tratto incontro degli occhi lucidi, un volto rigato dalle lacrime, d’istinto mi avvicino, accolgo quelle lacrime. Non mi interessa sapere il motivo che ci sta dietro, voglio solo che la persona che mi trovo di fronte possa sentirsi accolta, libera di lasciarsi andare e sfogarsi. Provo a mettermi in ascolto, non con le orecchie, ma con il cuore, probabilmente dietro quelle lacrime non c’è soltanto un motivo, è un insieme di piccole cose, un pensiero triste, un’insicurezza, una delusione e la classica “goccia” a far traboccare il vaso.   Torno a casa e ripenso a quel volto, a quelle lacrime.   Quante volte da piccoli ci siamo sentiti dire “Non piangere” per vari motivi, perché il contesto e il momento non erano appropriati, perché il motivo non era poi così importante, perché piangere è da deboli. Quante volte s

Dietro le quinte (di Valeria Rodigari - educatrice)

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  Cinelux Livigno, 5 dicembre 2022, Favole Sfasate… Il pubblico inizia ad entrare in sala e prende posto sulle poltroncine rosse. Il sipario è ancora chiuso, ma ogni tanto dai lati spuntano i volti dei personaggi, curiosi di riconoscere tra il pubblico volti familiari e amici. «Dietro le quinte c’è il caos distillato in uno spazio molto piccolo» - così racconta William Alexander pittore ed istruttore d’arte - tutti sono in fermento…qualcuno è seduto in disparte e ripassa velocemente il copione, altri stanno indossando i costumi di scena, c’è chi cerca di scaricare la tensione in ogni modo: cantando, ballando, urlando, facendo una corsa sotto la neve. Le luci della sala si spengono, cala il silenzio. Eccoci…è il momento. Si apre il sipario, è arrivato il tempo di andare in scena. Il pubblico osserva divertito il susseguirsi di vicende che accadono ai personaggi, dal palco riesco a sentire le loro risate sincere, i loro applausi e complimenti. La visuale che ho io è completamente dive