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Visualizzazione dei post con l'etichetta Pregiudizio

Il colore della ragione. (di Sandy Cusini - educatore)

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       È un giorno come gli altri, una gelida mattina di metà autunno, uno di quei giorni in cui il freddo inizia a rallentare le nostre giornate, la macchina ha bisogno di qualche minuto per scaldarsi, l’acqua per il tè caldo, di prima mattina, sembra richiedere più tempo per bollire, fuori il sole sembra chiedere ancora qualche ora prima di potersi alzare nel cielo…      Eppure tra le quattro mura della scuola i bambini corrono già freneticamente in classe per potersi incontrare tra di loro e raccontare le loro fantastiche avventure vissute nel weekend; non faccio in tempo a mettere piede nell’atrio della scuola che vengo assaltato da migliaia di racconti e parole che non fanno in tempo nemmeno a uscire dalle loro bocche che ne arrivano di nuove: «sai che ieri ho visto…; Io sono andato da…; oggi è il giorno del mio…;ci vediamo domani per…».      Finalmente in classe ritorna il silenzio e tutti iniziano a lavorare.      Durante il cambio dell’ora quella pace che si era per un attimo

Skatepark: sono tutti drogati!! ...ma dal pregiudizio. (di Michele Ricetti & una ragazza di 16 anni - educatore & studentessa)

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     «Sono una ragazza di 16 anni, vivo a Livigno e nel tempo libero passo le mie giornate al “Park”.      Il park, nonché il parco giochi di santa Maria, è frequentato maggiormente da bambini e famiglie; ma negli ultimi anni si è creato un gruppo di ragazzi che passa le giornate a giocare a basket o a “schiaccia cinque”.      È un gruppo che comprende ragazzi di ogni età, da ragazzi di 19 anni a ragazzini di 13, e ogni giorno si aggrega qualcuno di nuovo che sia un turista o un ragazzino che ha voglia di fare nuove amicizie.    D’estate ci troviamo sempre lì per ascoltare buona musica e per divertici tutti assieme; spesso organizziamo di andare a camminare o di andare a fare il bagno al lago, ma ovviamente con l’arrivo dell’inverno è meno frequente il passaggio al park perché col freddo artico di Livigno ci rifugiamo all’Open Space o a casa, dove ci sentiamo accolti.      Sappiamo bene che cosa pensa la gente di Livigno di noi e di quello che la maggior parte degli adulti crede del pa

Un giorno ho deciso (Lavinia Ancuta - economista e specializzata in statistica)

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  Un giorno ho deciso di cambiare tutto. Ho deciso di iniziare una nuova vita in un posto nuovo, lasciando dietro casa, amici e lavoro. Arrivavo in Italia tramite un progetto di volontariato senza conoscere molto bene la lingua. Di Genova non sapevo molto prima di partire. Avevo sentito parlare della sua bellezza, della sua varietà culturale e sociale ed ho pensato che avrebbe potuto essere il posto giusto per me. Il mio servizio consisteva nel lavorare in un centro giovanile con bambini e ragazzi provenienti da diversi paesi del mondo, la maggior parte di loro figlie e figli di migranti di prima generazione. Avevo scelto questo progetto perché lo sentivo vicino, personale, essendo la mia famiglia anche lei parte della comunità migrante in altri paesi. Mi sono sempre chiesta come fa la gente ad integrarsi in una comunità nuova. Da piccola pensavo che, naturalmente, tutti siamo parte di una comunità che ci offre supporto e il sentimento di unità ed anche uscendo dal proprio paese sar