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Fiducia...nelle crepe. (Anna Trabucchi - laureanda in Scienze dell'Educazione)

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  Esiste un’arte in Giappone chiamata “Kintsugi” per la quale gli oggetti che si rompono, anziché essere buttati, vengono aggiustati con una colla particolare colore dell’oro. Questo collagene, oltre ad aggiustare la crepa formatasi, la mette in risalto ancor di più. Quando qualcosa si rompe, quindi, non lo si butta via perché rotto, ma si prova ad aggiustarlo senza nascondere la rottura, anzi, mettendola in evidenza. Dopo la visione in università del video “Come oro nelle crepe”* in cui la protagonista parla del Kintsugi, la prof. afferma: «Ecco, l’educatore deve aiutare a mettere l’oro nelle crepe». Questa frase mi scuote molto e continuo a pensarci per diversi giorni. Inizialmente mi sembra qualcosa di irraggiungibile per me e mi chiedo: «Come posso io nella mia piccolezza, oltre che tentare di mettere oro nelle mie crepe, aiutare anche qualcuno a metterlo nelle proprie?» Mi sembra un’impresa molto più grande di me, quella di dare valore alle crepe degli altri, mettendole in risal

Cammino dei Diritti 2020 (video)

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Sono tanti gli appuntamenti sul calendario che ricordano un avvenimento, oppure un momento particolare della storia. Tutti sanno che basta digitare su qualsiasi motore di ricerca, la ricorrenza del giorno desiderato e si scopre che il quella precisa data sono infinite le memorie o le ricorrenze in calendario. Oggi 20 novembre, si celebra "La giornata Internazionale dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza".  Giornata davvero importate, anche se ai più potrebbe sembrare “banale” o addirittura inutile. Eppure, se ci pensiamo attentamente, è un cammino lunghissimo culminato, e ancora in atto, con la convenzione ONU nel 1989 . Esso ha portato la comunità internazionale a riconoscere che anche i bambini e gli adolescenti hanno dei diritti, e naturalmente altrettanti doveri .  Diritti che in molte parti del mondo non sono ancora riconosciuti; basti pensare ai tanti bambini-soldato, al deprecabile fenomeno dell’infibulazione, a tutti quei bambini e ragazzi che vengono

CARO GENITORE...

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Un'altra estate é volata e noi educatori ci siamo fermati un attimo a riflettere sul nostro lavoro. Noi ci prendiamo cura dei ragazzi, delle loro relazioni, delle loro paure, delle loro potenzialità e della loro unicità. In questi tempi la frenesia del lavoro e del continuo aggiornarsi ha forse preso il sopravvento sulle cose semplici, ma probabilmente fondamentali. Noi vogliamo spronare i ragazzi a mettersi in gioco,  a confrontarsi con i propri coetanei, con noi adulti, ma soprattutto con loro stessi. Li sproniamo ad ascoltarsi, a scoprirsi per imparare la bellezza e il valore di stare con gli altri...standoci per davvero, cercando di conoscere a fondo chi hanno di fronte e chi invece, a primo  impatto, può sembrare tanto lontano. I nostri ragazzi... diciamo “nostri” perché inevitabilmente ci affezioniamo a ognuno di loro, sono in cammino: crescono, cambiano, maturano e diventano grandi in men che non si dica. Caro genitore Siamo in cammino anche noi educatori...sempre! Pensarci