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Prendiamoci tempo (Chiara Dei Cas - Operatrice Socio-Sanitaria)

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Sveglia, scuola, macchina, lavoro, file d'attesa, ritardi… Spesso tempi e ritmi non dipendono dalla giornata, non dipendono da noi, bensì da ciò che ci richiede la società. Spesso tutta questa frenesia giornaliera impedisce di ascoltare e accogliere i nostri limiti, portandoci a trascorrere la nostra giornata in base alle nostre abitudini e non alle nostre esigenza, dimenticandoci delle nostre priorità.  Quante volte pronunciamo la frase "non ho tempo" sentendoci delusi per non essere riuscite a adempiere il dovere di ogni giorno? Mi trovo spesso a rincorrere il tempo senza dargli la giusta importanza.  Quante volte ho pensato di riuscire a gestirlo nella maniera corretta senza rendermi conto che fosse lui a dettarne le regole, quante volte ho pensato di averne troppo e quante di non averne abbastanza. E allora per un instante vorrei fermarmi, accogliere il trascorrere del tempo ascoltandomi, guardare il suo trascorrere nelle sfumature dei tramonti, nel profumo del fiorir...

Da due piccole mani e un gesto grande (Sandy Cusini - educatore)

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  Dapprima che facessi l’educatore di professione ho sempre voluto cercare in qualche modo di aiutare il prossimo. Il primo ricordo che ho riguardo a questa scelta risale a tanti anni fa, ai primi anni delle elementari, quando in classe, la maestra ci presentò una bambina “fragile”. Fui molto felice di giocare con lei ed aiutarla a sentirsi parte del gruppo dei miei compagni. Ricordo che non parlavamo la stessa lingua, non sapevo cosa volesse dirmi con i suoi gesti e, con lo sguardo incuriosito tipico dei bambini, la osservavo nel suo muoversi, agitarsi e sorridere perché in cerchio battevamo le mani insieme a lei. Aveva un fare tutto suo, non stava mai ferma, si divertiva a rincorrerci e a scappare per la classe, ma tornava sempre da me e ogni volta cercava le mie mani, per batterle cantando insieme, per battermi il cinque o forse semplicemente per dirmi grazie. Crescendo ho incontrato tanti altri bambini, ragazzi e amici con cui ho stretto dei legami forti, e spesso molte di que...

Dov'è casa? A chi appartengo? (Lavinia Ancuta - economista e specializzata in statistica)

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Queste due domande che per alcuni possono sembrare banali aprono il monologo di Vamba Sherif (romanziere, giornalista e critico cinematografico nato in Liberia) che ha cambiato paese più di una volta, vivendo in Kuwait, Siria ed Olanda. Nel suo discorso, Vamba racconta come, per necessità o per scelta, ha provato ad integrarsi in nuove realtà e spiega, in parole semplici, il distaccamento sentito al momento del ritorno nel posto che una volta chiamava casa.   Ascoltando le sue parole, penso a quanto spesso ho sentito parlare del sentimento di “appartenenza”, ovunque e da nessuna parte, fenomeno sempre più diffuso ora con la globalizzazione, ma da sempre presente anche ai tempi dei nostri nonni, quando molti si dovevano trasferire per lavoro o per situazioni instabili nel proprio paese.   Vivere in posti diversi mette in discussione il proprio senso di appartenenza. Nel nostro percorso sentiamo tutti la necessità di essere parte di qualcosa e di qualcuno, di poter condividere...

Piangi, ti accolgo (Valeria Rodigari - educatrice)

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  È un pomeriggio apparentemente normale, dopo aver finito i compiti, c’è spazio per un momento libero: qualcuno gioca a calcetto, altri a carte, un gruppetto chiacchiera. Ad un tratto incontro degli occhi lucidi, un volto rigato dalle lacrime, d’istinto mi avvicino, accolgo quelle lacrime. Non mi interessa sapere il motivo che ci sta dietro, voglio solo che la persona che mi trovo di fronte possa sentirsi accolta, libera di lasciarsi andare e sfogarsi. Provo a mettermi in ascolto, non con le orecchie, ma con il cuore, probabilmente dietro quelle lacrime non c’è soltanto un motivo, è un insieme di piccole cose, un pensiero triste, un’insicurezza, una delusione e la classica “goccia” a far traboccare il vaso.   Torno a casa e ripenso a quel volto, a quelle lacrime.   Quante volte da piccoli ci siamo sentiti dire “Non piangere” per vari motivi, perché il contesto e il momento non erano appropriati, perché il motivo non era poi così importante, perché piangere è da deboli. ...

Kids free (Deborah Rodigari - educatrice)

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  Da qualche tempo, durante le riunioni d'equipe del Centro Prima Infanzia , ci siamo chiesti come poter far passare una serata di relax, senza figli, ai genitori dei bambini frequentanti “Pollicino”. Dopo tante ipotesi e idee abbiamo deciso di proporre la serata dal titolo "Kids free". Una semplice serata per bambini, ma importante: un paio d'ore al “Pollicino” per i nostri bambini con i loro fratelli maggiori, permettendo così ai genitori di rilassarsi o trascorrere il tempo come preferivano, senza figli. Per i bambini una grande emozione : giochi, pizza, tante coccole e divertimento con i fratelli e le sorelle. Per noi educatori una nuova sfida , metterci in gioco in quest'avventura fuori dalle nostre attività ordinarie. Per genitori un'occasione da prendere al volo e…che hanno davvero molto apprezzato!   Siamo davvero felici. Sentire e vedere mamme e papà pronti per una cena fuori o per rilassarsi come desideravano, con la consapevolezza che i propri figl...

Non vedo, non sento, non parlo (Michele Ricetti - educatore e pedagogista)

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  L’Open Space attivo da alcuni anni presso il Centro di Aggregazione Giovanile - che dà la possibilità ai ragazzi più grandi delle medie e a tutti gli adolescenti di incontrarsi in un ambiente libero, aperto e soprattutto non giudicante – prima in modalità sperimentale e ora a tutti gli effetti vivo e in costante crescita, mi mette di continuo in discussione. Ascoltando i tanti racconti che condividiamo, mi interrogo sul nostro essere adulti e quando cala il silenzio della giornata, sento un forte vuoto mettendo insieme i pezzi dei loro vissuti, racconti e speranze. Si alternano momenti di spensieratezza e momenti di tristezza, momenti di allegria, gioco e momenti di confronto e delusione. Ti rendi conto che la realtà spesso e volentieri è ben diversa da quella che poi quotidianamente noi adulti viviamo. Una quotidianità frenetica e spesso appesantita dalle tante preoccupazioni che come famiglie e adulti viviamo, con il rischio di perdere per strada – alle volte volutamente e sp...

"Nuda" (Un Cuore che batte - 20 anni)

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Un percorso di psicoterapia prevede che vengano fissati, in corso d'opera, degli obiettivi ben precisi che, presumibilmente, al termine del trattamento vengano raggiunti. Il tutto, attraverso l'uso di una strategia terapeutica costruita appositamente per la persona coinvolta e con la persona coinvolta. Ora, la strategia che la mia psicologa ha scelto di mettere a punto con me durante il mio percorso ha avuto degli "effetti collaterali" non indifferenti sulla mia persona. Ciò che mi veniva richiesto, in un momento di instabilità, di mancanze e di disorientamento era concentrare tutte le energie che mi rimanevano su di me e sulla ricerca della mia 'essenza', con cui sentivo di aver perso contatto e che sono stata portata a credere di riuscire a trovare solamente scegliendo cosa fare nella vita perché in fondo, l'unica cosa che mi mancava era "l'idea per la quale vivere e morire", così Kierkegaard parlava di scelte di vita. E sta proprio qui, ne...

A due passi da noi (Vincenzo Morcelli - educatore)

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    «Alcune cose a me non piacciono, “mi fanno un po’ senso”, ma so che poi non dipendono da lui»  «Ma perché il nonno non riesce più da solo?».  «A me sembra migliorato… sorride molto più spesso».   Queste sono alcuni “pensieri e confidenze strappati a distanza” che mi hanno fatto pensare ricordandomi quanto sia importante a volte fermarsi e osservare quanto ci succede mentre tutto scorre apparentemente lento ma inesorabile. Affrontare il discorso sull'invecchiamento con i bambini penso sia importante perché loro osservano sempre con attenzione tutto ciò che li circonda.  Imparare ad esprimere quello che sentono, i pensieri, le paure e ragionarci insieme penso possa costituire una  risorsa da non sottovalutare. Vedere un anziano che perde le sue forze o si perde fra i sentieri della memoria tocca emozioni profonde. È  sicuramente faticoso  da accettare anche se può dar spazio a qualcosa di nuovo. Confrontarsi con la  vulnerabilità ...

Coriandoli. La leggerezza della presenza (Thomas Sosio - educatore)

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  Al termine di una festa, rimangono sul pavimento alcuni coriandoli. Gli invitati sono andati via quasi tutti, allegri e divertiti dall’evento trascorso. Coriandoli: grandi, piccoli, di colori differenti. Fermi, immobili. Ad un certo punto la mano di un bambino afferra un pugno di coriandoli. Volano, si librano nell’aria liberi e leggeri, per poi ritornare a terra, fermi.   Mi piace pensare alla leggerezza dei coriandoli, spinti al volo tra sorrisi e colori.  Ma che cos’è la leggerezza?  Sicuramente non è superficialità come spesso pensiamo. Essere superficiali vuol dire non andare a fondo, non approfondire una tematica o una relazione. Essere leggeri significa volarci sopra, avvolgere tutto ciò proprio come i coriandoli. Essere leggeri, non significa vivere con distacco o assenza di empatia, ma la leggerezza ci avvicina all’altro, ci aiuta a sentirci parte di una comunità, a essere il filo dell’empatia e della solidarietà. Italo Calvino scrive: « Prendete l...

Meno "o", più "&". (Daniela Lumina - educatrice)

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  Nella nostra vita ci vorrebbero più “e” e meno “o” e lo scrivo da donna, da moglie, da mamma, da educatrice, ma soprattutto da essere umano… lo scrivo con una certa leggerezza nel cuore, dopo aver letto il libro “Fattore &” [giugno 2022] di Chiara Franchi.  Questo libro mi ha regalato uno spunto che condivido con voi e che spero possa far riflettere qualcuno e far tirare un sospiro di sollievo a qualcun altro! Viviamo in una società che ci ha resi schiavi di quello che ci hanno raccontato e spesso ci troviamo davanti a una scelta difficile o dolorosa, a nascondere il dolore perché è meglio mostrarsi forti e sempre sorridenti anziché vulnerabili , sempre sicuri di noi stessi anziché darci il permesso di chiedere aiuto e spesso andiamo in ansia se facciamo qualcosa di sbagliato o riceviamo qualche critica, dimenticandoci che non possiamo piacere a tutti (come tutti non piacciono a noi). Prendendo un po' di spunto dal libro e mettendoci un po' delle mie riflessioni, provo ...

Ho il piacere di conoscerti (Monica Franceschina - educatrice)

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  "Per insegnare il latino a Giovannino non basta conoscere il latino, bisogna soprattutto conoscere Giovannino"* In una classe di ragazzi delle superiori entra inaspettatamente l’insegnante di sostegno. I compagni si guardano un po’ impauriti, la prof capisce che qualcosa non va ma si siede a fianco a Luca ed osserva. Giulio fa la smorfia ai compagni di stare tranquilli, la prof continua ad osservare. Giulio si avvicina a Luca e gli chiede qualche informazione sul DVD che da giorni porta a scuola. Il suo DVD preferito. - Wow, anche io ho quel DVD. Ma l’immagine dentro è uguale a quella della custodia? La prof continua ad osservare. - Si sì, ugualissima - Luca sicuro? Mi fai vedere se è come il mio? - Certo, è il mio dvd preferito. … impossibile descrivere la faccia di Luca quando apre la custodia e ci trova … IL CD DI TEDESCO 😡 !! Tutta la classe scoppia a ridere ma con un po’ di timore. Guardano la prof, anche lei sorride. La prof di classe entra e sente la voce di Luca:  ...

Di generazione in generazione (Lino Da Acerce - figlio, padre e insegnante)

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  Marco. 0 anni e 5 mesi. Mio figlio, secondogenito, fratello di Stefano. Giuseppina. 89 anni e 8 mesi. Mia nonna materna. Il primo è uno scrigno di possibilità ancora inespresse, raccolto in 65 cm di lunghezza; la seconda, un profondo serbatoio di storia racchiuso in una mente che, giorno dopo giorno, diventa sempre più inaccessibile. Un pianto talvolta inconsolabile per fame, sonno e fastidi di varia natura, il primo; un mosaico di frammenti di antichi ricordi dentro una completa ignoranza riguardo tempi e spazi della vita quotidiana, la seconda. “Prendiamo ad esempio un neonato: non si esibisce, esiste, e come tale è una struttura che interpella […] Le fragilità ci interpellano, interrompendo le abitudini” [1] In che senso le fragilità ci interpellano? Si potrebbe pensare che semplicemente ci chiedano cura, reclamando la nostra attenzione, cosa peraltro molto concreta e tangibile nel pianto notturno di un bambino, o in un’anziana che richiede presenza costante e preven...

Fiducia...nelle crepe. (Anna Trabucchi - laureanda in Scienze dell'Educazione)

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  Esiste un’arte in Giappone chiamata “Kintsugi” per la quale gli oggetti che si rompono, anziché essere buttati, vengono aggiustati con una colla particolare colore dell’oro. Questo collagene, oltre ad aggiustare la crepa formatasi, la mette in risalto ancor di più. Quando qualcosa si rompe, quindi, non lo si butta via perché rotto, ma si prova ad aggiustarlo senza nascondere la rottura, anzi, mettendola in evidenza. Dopo la visione in università del video “Come oro nelle crepe”* in cui la protagonista parla del Kintsugi, la prof. afferma: «Ecco, l’educatore deve aiutare a mettere l’oro nelle crepe». Questa frase mi scuote molto e continuo a pensarci per diversi giorni. Inizialmente mi sembra qualcosa di irraggiungibile per me e mi chiedo: «Come posso io nella mia piccolezza, oltre che tentare di mettere oro nelle mie crepe, aiutare anche qualcuno a metterlo nelle proprie?» Mi sembra un’impresa molto più grande di me, quella di dare valore alle crepe degli altri, mettendole in r...

Non ti viene voglia di danzare? (Chiara Confortola - educatrice e danza terapeuta)

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  Proviamo ad immaginare un fiocco di neve.  Chiudiamo gli occhi e disegniamolo con lo sguardo, nella nostra mente.  Tracciamo i suoi confini, definiamo la sua forma e diamogli un colore. Osserviamolo con cura ed attenzione e accogliamo questa nuova immagine che è nata dentro di noi. È solo nostra e porta con sé tanta bellezza.  È il MIO fiocco di neve. E chissà, magari ha già anche un nome.  Il mio si chiama "Zelo". È un fiocco che è partito per un viaggio.  Scende dal cielo talvolta in modo lento e talvolta più veloce. Incontra tante anime, tanti corpi e tanti cuori: li incontra casualmente o alcune volte intenzionalmente. Sfiora corpi che lo accolgono e altri che lo evitano. Incontra sorrisi, lacrime, bronci, voci alte, urla gioiose, abbracci che stringono forte, spalle che accolgono.  Quante sorprese vive questo fiocco di neve! E io...me lo immagino veramente il mio fiocco di neve che scende e danza con tutti gli altri fiocchi di neve, tra un abbra...

Grazie mille di tutto (Chiara Dei Cas - Operatrice Socio Sanitaria)

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  Quanto entusiasmo riaprire una scatola e trovare traccia del passato, sentire profumi dimenticati, ricordare il bianco candido di un biglietto ingiallito dal tempo, dal quale spicca una scritta nera, tremolante, un dono prezioso datomi in una giornata particolare da una signora anziana, la cerco nei miei ricordi, la trovo, sorrido. Chiudo gli occhi e provo a rivivere alcuni momenti che il tempo mi ha fatto condividere con lei, sorrisi, emozioni, storie... momenti che custodisco gelosamente. Questo è quello che volevo fare nella vita, esserci quando qualcuno avrebbe avuto bisogno, scelsi così di iscrivermi al corso per diventare OSS (Operatrice Socio Sanitaria). Tra tutta la teoria insegnata, la cosa principale e ogni volta ribadita che mi fu detta. era che per diventare un buon operatore, bisogna mantenere le distanze e non farsi coinvolgere troppo; ma quanta fatica nella pratica! Ogni mattina, prima di recarmi al lavoro, quando esco di casa non solo chiudo la porta, chiudo l...