E noi...come vogliamo essere ricordati?
Partecipando ad un corso di formazione è stato chiesto a noi corsisti di pensare agli insegnati che ci hanno accompagnato nel nostro percorso scolastico e suddividere i “migliori” dai “peggiori”.
Ed eccomi a tuffarmi nel
passato, in una me bambina e poi ragazza, e a ripensare con affetto ad alcuni
visi di maestre e professori.
In particolare, ricordo
che c’era un professore di filosofia alle superiori che ci regalò un cd con
delle melodie composte da lui, e ogni melodia corrispondeva a ciascuno di noi.
Conservo ancora gelosamente quel cd e ogni tanto riascolto la “mia” melodia e
penso a cosa quel professore può aver visto in me, a com’ero, a come stavo
vivendo quel pazzo periodo dell’adolescenza e ogni volta che lo ascolto da sola,
ad alto volume, lasciandomi trasportare dalla musica, mi commuovo.
Ricordo con affetto anche
un professore di italiano delle medie, che tutti odiavano per i suoi modi
irruenti, ma che è stato l’unico a capire che dietro a quella ragazzina
disciplinata e apparentemente “alunna perfetta” si nascondeva un mondo di cose
non dette, di paure e incertezze e l’unico modo in cui poteva davvero essere se
stessa e fare chiarezza era la scrittura, e l’ha spronata ad esprimere il suo mondo
semplicemente con una penna in mano (strumento che uso tutt’ora spesso e
volentieri!).
Ho anche altri ricordi
ma, sicuramente vi annoierei! Non ricordo invece più o in modo sbiadito il
volto di tanti altri insegnanti, neppure il nome o il cognome, sono passati
senza lasciare nessun segno, penso che probabilmente non abbiano saputo “andare
oltre” e lasciare un segno nella mia vita.
Torno al presente e un pensiero mi colpisce: i bambini che fanno parte in modi diversi delle nostre vite, un domani, diventeranno degli adulti e se verrà posta loro la stessa domanda che mi è stata posta, mi chiedo e vi chiedo: «E noi… come vogliamo essere ricordati?»
di Daniela Lumina*
*educatrice
Emozionante
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