Navigare nell'incertezza (di Beatrice Pradella - psicologa)

 


A distanza di sette anni sono tornata su quel pullman che ogni domenica sera, verso le 19, parte da Livigno verso Sondrio portando i ragazzi in Convitto. Mi sono seduta in fondo, vicino al finestrino, per avere una bella visuale su tutto il pullman. Ricordo perfettamente che alle superiori i posti in fondo all’autobus erano riservati ai ragazzi di quinta, coloro che sembrano tanto grandi e sicuri di sé, ma la verità è che tremano all’idea di avere l’esame di maturità e soprattutto alle scelte da compiere da lì a poco. Mi sono fermata ad osservare l’entrata del pullman, gradualmente salivano sempre più ragazzi, chi con il cappuccio in testa come per nascondersi, chi con un sorriso particolarmente evidente, chi con un'espressione imbronciata. Si salutavano tra di loro e si sistemavano con cura ognuno al proprio posto (a volte si è abitudinari anche nei posti a sedere). Il tempo di scambiarsi due parole con i propri vicini su come fosse andato il fine settimana all’Open Space oppure la festa in taverna di un amico, dopodiché ognuno di loro metteva le cuffiette e inseriva su Spotify la propria playlist. 
In questo modo è calato il silenzio, un silenzio in cui solo i pensieri facevano rumore. Probabilmente ci sarà stato chi avrà pensato all’interrogazione della settimana, chi non vedesse l’ora di arrivare in convitto per mangiarsi un buon panino, chi avrebbe preferito rimanere a casa e non vedeva l’ora che arrivasse il sabato seguente. Io posso solo immaginare che tra tutti questi pensieri, alcuni riguardassero qualche preoccupazione per il proprio futuro, sempre più vicino e sempre più incerto. 
Lavorando all’Open Space con gli adolescenti, mi trovo spesso a confrontarmi con i ragazzi sulle loro aspettative future. Qualcuno ha le idee chiare ed è ben ancorato ai propri sogni e ai propri progetti. La maggior parte di loro invece li trovo disorientati e confusi. Provano timore nel compiere una scelta che possa risultare sbagliata e hanno difficoltà a scegliere tra la miriade di proposte che il mondo di oggi offre. Mi chiedo come posso guidarli, o anche solo supportarli, nelle loro piccole scelte. E penso di poterli aiutare normalizzando la loro confusione, concedendo loro il tempo necessario per mettersi in discussione e la comprensione che meritano. Non tutto nella vita può essere controllato, manovrato o programmato. Potremmo insegnare loro a smettere di pianificare sempre tutto, essere estremamente esigenti e perfezionisti con noi stessi. Provando a galleggiare un po’ nell’incertezza, dando importanza anche al qui ed ora, al momento presente, all’istante che stiamo vivendo.
Mi rivolgo a voi ragazzi, alla vostra strada che state percorrendo e ai vostri mattoncini che state mettendo insieme per costruire il vostro futuro. Alle vostre partenze, ai vostri ritorni a casa, alle vostre insicurezze, ai vostri traguardi, alla vostra vita in convitto lontana dal vostro paese e dalle vostre persone. Abbiate il coraggio di rimanere aggrappati ai vostri sogni e sappiate navigare nell’incertezza, non abbiate paura di sbagliare perché a volte per trovare la propria strada è necessario perderla. 

di Beatrice Pradella 

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