Mi avete fatto a pezzi con le buone maniere. (di un giovane adulto di 31 anni, della provincia di Sondrio)
«Ciao Michele, ti
inoltro il messaggio di un uomo giovane, molto giovane, forse troppo giovane,
caduto nell’inferno della tossicodipendenza.
Se potessi incontrarlo, vedresti che ha una sensibilità davvero unica!
Se potessi incontrarlo, vedresti che ha una sensibilità davvero unica!
Lascio a te ogni
commento.
Ecco le sue parole: «Mi
sono sempre sentito sbagliato e fuori posto, credo fin da piccolo. Forse per la
mia vivacità, evidentemente esagerata: ricordo che persino agli allenamenti di
calcio, un giorno, l’allenatore mi cacciò via davanti a tutti i miei compagni,
senza poi riuscire a dare a mio papà una motivazione valida.
Da lì in poi, tutte le
mamme hanno cominciato a vietare ai propri figli di frequentarmi. Anche il
prete, ai tempi, mi cacciò dal catechismo dopo aver fatto una riunione con le
mamme, dicendo che, se avesse visto qualche mio compagno uscire con me, non avrebbe
fatto fare la comunione nemmeno a loro.
Penso che da quel
momento io abbia iniziato a ribellarmi, forse per rabbia, forse per dispiacere,
perché ero passato per l’opposto del bambino che ero davvero.
Gli unici che mi
accettavano per come ero erano i ragazzi più grandi; tra i miei coetanei, forse
uno o due sono rimasti amici solo perché le loro mamme mi conoscevano.
Credo che tutto sia
partito da lì, da quando hanno cominciato a mettermi da parte ovunque andassi…
Però so per certo di
essere cresciuto con qualcosa che, secondo me, poche persone hanno: educazione
e rispetto.
Ho sempre pensato che
“rispetta e sarai rispettato, perché il rispetto chiama rispetto”».
Mi viene da dire che
purtroppo non sempre è così.
Quanta responsabilità
abbiamo nel nostro modo di giudicare. Qui non si tratta di persone che vengono
da chissà dove…ma dei nostri vicini di casa, persone con cui siamo cresciuti,
giocato e pianto.
Grazie Fede per averlo condiviso con me, con tutti noi.
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