Fermiamoci! È necessario! (di Deborah Rodigari - educatrice)



"Mi fermo
Chiedo aiuto"
Questo era il titolo della serata, aperta a tutti gli adolescenti e giovani della nostra comunità, proposta da Comunità Educante di Livigno e Trepalle. 
Solo leggendo il titolo dalla locandina nascevano diverse riflessioni... “Mi fermo.”

Perché dovrei? Chi mi chiede di farlo? Per chi lo faccio? È necessario?
"Chiedo aiuto"... mamma mia che cosa difficile chiedere aiuto! Spesso è così difficile farlo con le persone più vicine, dobbiamo chiedere aiuto ad altri? A professionisti? A gente che "ne sa più di noi"?
Insomma, quante cose mi frullavano in testa (penso anche in quella di molti altri) eppure chiamo due mie amiche e andiamo a quest'incontro!
Ero partita con l'idea che a questa serata saremmo andate (forse) in 5 persone, ma quando ho aperto la porta del salone giovani di Trepalle e ho trovato lì seduti più di una ventina di ragazzi e ragazze, mi son dovuta ricredere.

Trovo lì giovani della mia età, qualcuno più grande, qualcuno più piccolo… tutti con la stessa voglia di capire che cosa avremmo fatto quella sera. Tutti con la voglia di fermarsi.
Ci viene chiesto, come prima cosa, per "rompere un po' il ghiaccio" di avvicinarci ad un personaggio dei cartoni animati, rappresentati da fotografie sparse a terra, al quale in quel momento della nostra vita eravamo più vicini, che era più simile a noi.
In secondo luogo, su dei post-it dovevamo scrivere i nostri punti di luce.
Quante cose belle sono uscite! Quanti pregi ha ognuno di noi! Tanto ascolto, tanta empatia, tanta gentilezza, tanto voler aiutare gli altri.
Poi arriva il secondo post-it dove invece dovevamo scrivere i punti d'ombra e qui escono tante paure comuni di noi giovani, esce la paura del giudizio, quella del futuro... esce la poca autostima, esce il doversi tener tutto dentro perché non ci si sente ascoltati o perché si ritiene non sia importante che l'altro sappia come ci sentiamo...

Guidati da Jessica (Assistente Sociale - Ufficio di Piano Bormio e Centro per la Famiglia Livigno) e da Mitch (educatore e pedagogista - Centro di Aggregazione Giovanile di Livigno) che danno una rilettura di questi biglietti, ragioniamo, ci confrontiamo e ci rendiamo conto che, in fondo, nonostante lavori, passioni, esperienze di vita differenti, non siamo poi così diversi!
Condividiamo le stesse paure nel presente, per il futuro e nei confronti degli altri!
Forse però con la voglia di fare qualcosa per combatterle o, forse, anche solo di condividerle!
Pensandoci poi, anche nei giorni successivi, mi sono resa conto di quanta sia stata importante e utile quella serata. Ogni giovane e adolescente presente, nel marasma della vita che conduce, tra lavoro, studio, amici, famiglia si è messo in gioco, in un qualcosa che non siamo soliti fare.
Ognuno di noi ha pensato, per una volta, a se stesso.
Ognuno di noi ha pensato a ciò che ha di bello e ciò di cui non va particolarmente fiero.
Ognuno di noi ha conosciuto un pezzetto di ogni persona presente, pur essendo ogni bigliettino anonimo.

Ognuno di noi in questa serata si è fermato.
E, direte voi, quant'è servito questo fermarvi?
Speriamo tanto e non solo in quel momento!
Serve fermarsi nella vita, serve per riscoprire e pensare a ciò che di bello abbiamo e siamo e per ragionare su quel che non ci piace essere, per confrontarci e ascoltarci senza essere giudicati o giudicarci a vicenda, per fermarsi e per poi ripartire.
Ripartire chiedendo aiuto per ritrovare sé stessi, il proprio equilibrio, riprendere in mano la propria vita e ritrovare la via giusta.
Lasciatemelo dire… Che fatica però!
Fermarsi vuol dire fare i conti con il proprio essere, con chi abbiamo nella nostra vita, con il mondo che ci circonda, con tutte le decisioni prese buone o sbagliate, con ciò che siamo davvero!
È faticoso, sì! Ma assolutamente necessario! Per salvare il bello che è uscito dai bigliettini e sconfiggere insieme queste paure, per un futuro migliore per tutti!
 


di Deborah Rodigari



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