E se il problema non fossero i bambini? (di Greta Trabucchi - educatrice)

 


Quest’estate, per la prima volta in ambito lavorativo, ho avuto l’occasione di seguire il gruppo delle elementari al centro estivo.
Quante risate, quanti ricordi, quante nuove esperienze!

Eppure, c’è una cosa che mi ha lasciata pensierosa, e che ancora oggi, a mesi di distanza, continuo a ripensare. Nei nostri pomeriggi avevamo organizzato tante attività e giochi, ma spesso vedevo bambini che si “rifiutavano” di partecipare. Chi per pigrizia, chi per farsi notare dagli amici… ma la risposta che più mi spiazzava era sempre la stessa: «Non ho voglia».
Per me è stato davvero un mondo nuovo, diverso da quello a cui ero abituata… una vera avventura.
E ogni volta rimanevo senza parole.

Come può un bambino di 6, 7, 8, 9 anni non avere voglia di giocare?
Com’è possibile che sembri mancare quell’entusiasmo che io ricordo così vivo in me e nei miei amici alla loro età?
Non metto in dubbio che oggi molte cose siano cambiate: le giornate dei bambini sono piene di impegni, di stimoli continui, e forse proprio per questo non hanno più il tempo di vivere l’attesa, di assaporare i momenti.
Forse, per mille ragioni, è cambiato anche il modo di giocare e di stare insieme.

Ma siamo davvero sicuri che stia cambiando nella direzione giusta?

O forse siamo noi adulti quelli che devono cambiare per primi?
Perché, se un bambino non ha più voglia di giocare, forse il problema non è lui.
Non è forse il mondo che gli abbiamo messo intorno: troppo veloce, troppo pieno, troppo programmato per lasciare margine all’imprevisto, alla fantasia, alla creatività e all’entusiasmo che dovrebbe accompagnare ogni gioco?

Gre

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