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Metamorfosi (di Giovanni Napoli - educatore)

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  Crescere significa confrontarsi con emozioni che a volte sembrano travolgerci: paura, confusione, insicurezza. Ci sentiamo smarriti, distanti dagli altri, intrappolati nei nostri pensieri, incapaci di trovare appigli. Tutti attraversano momenti simili: vulnerabilità, solitudine, il senso di non essere compresi. Ma ciò che fa davvero la differenza non è ciò che ci accade, bensì come reagiamo: come scegliamo di affrontare la caduta, come decidiamo di rialzarci e continuare a camminare. È naturale avere paura di crescere, di sbagliare, di sentirsi smarriti. Ogni caduta, ogni errore, ogni passo falso fa parte del percorso. All’inizio siamo come un bruco dentro un uovo, stretto, fragile, terrorizzato dal mondo esterno. Sentiamo ogni vibrazione, ogni ostacolo come una minaccia, ogni respiro come un rischio. Ma dentro quell’uovo qualcosa preme, spinge, vuole uscire: è la vita che ci chiama, il desiderio di crescere e di scoprire chi possiamo diventare. Rompere il guscio fa paura: non sa...

Qual é per te il modo più efficace per affrontare la paura? (di Sandy Cusini - educatore)

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  Vi è mai capitato di dover affrontare un ostacolo che sembrava insormontabile? O di dover fare qualcosa che già solo al pensiero vi faceva venire i crampi allo stomaco, la schiena sudata e il cuore che batte all’impazzata? A volte basta un’interrogazione, una gara, un discorso davanti a tutti o una situazione nuova per farci sentire piccoli, impotenti. Recentemente mi sono chiesto: come si fa davvero a gestire un’emozione forte, quando ansia e paura sembrano prenderci alla gola e farci perdere il controllo? Qual è la soluzione per non restare bloccati? Nel corso della vita, ognuno di noi impara, spesso senza accorgersene, a costruire i propri piccoli strumenti per affrontare ciò che lo spaventa. C’è chi si butta nell’attività fisica, correndo, allenandosi, sfinendosi… pur di non pensare a ciò che lo turba. C’è chi usa l’arte come valvola di sfogo, dipingendo, scrivendo, suonando: cercando di dare forma colore alle proprie emozioni. Chi si confida con qualcuno, aprendo il cuore a ...

Non sempre crescono solo i bambini... (di Alice Trabucchi - educatrice)

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  Anche se non sembra, organizzare le nostre attività, ci porta ad utilizzare un paio di settimane di programmazione. In quelle settimane ci poniamo gli obiettivi che vogliamo raggiungere e il modo in cui farlo; anche in base ai bambini che abbiamo davanti a noi. Quest’estate, ad esempio, siamo tutti partiti con un’idea generale ma, nel corso delle prime settimane, ci siamo resi conto che il modo di lavoro programmato non era adatto a chi avevamo davanti a noi. Se organizzare un progetto richiede impegno, pianificazione e visione, ancora più importante è la capacità che dobbiamo avere di adattarci, rivedere le nostre decisioni e, se necessario, e nel nostro caso lo è proprio stato, cambiare rotta. Quando si lavora in squadra questa flessibilità diventa fondamentale. Nel lavoro di gruppo, infatti, ognuno di noi porta alla squadra esperienze, idee e punti di vista differenti e, proprio grazie a queste differenze tra i componenti dell’equipe, trovare soluzioni nuove, alternative e sp...

TI LASCIO ENTRARE, MA SOLO UN PO' (di Michele Ricetti - educatore e pedagogista & una Ragazza 16enne - studentessa)

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  «Ciao! Come stai? Iniziato bene il nuovo anno? » «Ma insomma, ne ho già piene le palle». «Ottimo direi! Inizio invitante». «Ahah decisamente» «E per il resto come te la passi?» «Un po' di scazzi vari» «Ma sempre per la scuola?» «No» «E per cosa?» «Ma non so se riesco a spiegartelo». «Beh, intanto prova» «Ma è complicato…» «Sei incinta?» «Ma ce la fai??» «Allora vai pacifica, racconta». «Emmm ci provo, ma se te lo dico, resta qui». «Come sempre» «Ma non lo so, è un pensiero che sto facendo ultimamente, beh non proprio solo ultimamente» «Eh, e di cosa si tratta?» «Ma boh, è una cosa legata al modo di vivere le relazioni». «Ok, prova a dirla meglio…» «Penso che ci siano persone che in una relazione sembrano vivere solo a metà» «A metà in che senso?» «Si, che la vivano non per disinteresse, ma per la paura». «M***a!» «…» «Scusami la volgarità, ma alla faccia del pensiero! Sicura di non essere incinta?» «Ahaha, no no tranquillo». ...

CADUTA (di Thomas Sosio - educatore)

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  Autunno cadono le foglie.  La forza di gravità le attira a sé.  Sulla terra dove le radici raccolgono l’acqua per donagli la linfa.  L’autunno è per eccellenza la stagione della ripartenza, come la primavera lo è per la rinascita.  Cadere, per poi rifiorire.  L’incessante ciclo delle stagioni e della natura.  La caduta, l’errore, il fallimento, la fragilità non sono solo aspetti negativi, ma hanno un valore formativo e generativo.  Cadere non è solo “sbagliare”, ma è un momento in cui si impara a rialzarsi, l’educazione non è un cammino lineare, bensì fatto di inciampi, pause, errori, fallimenti, che diventano occasioni di crescita.  Tutti sbagliamo, commettiamo errori o ci lasciamo prendere dalla superficialità. Ora non importa cadere, ma più importante è avere il coraggio e la capacità di rialzarsi. Questo anche grazie alla mano di qualcuno, che tesa verso di noi può essere rinascita e salvezza. Le cadute fanno parte del viaggio della vit...

Avvicinati. Poi giudica pure (di Luna Corvi - assistente sociale)

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  Partiamo dal presupposto che tutti giudicano gli altri, in un modo o nell’altro. È un meccanismo umano, nulla di cui doverci eccessivamente preoccupare. Però ci sono diverse modalità di giudicare, alcune più costruttive, altre inutili, distruttive, stigmatizzanti. Qualcuno “sputa sentenze” senza rendersi conto che ciò che rivolge lontano da sé gli è molto più vicino di quanto creda. Forse quei giudizi più che dire qualcosa dell’altro parlano delle proprie paure. Qualcuno critica duramente gli altri senza essere altrettanto rigido verso sé stesso, ma d’altronde, si sa, è difficile guardarsi dentro e fare i conti con i propri sbagli e le proprie imperfezioni. Allora preferiamo guardare fuori e attribuirle agli altri. Però, a mio parere, se uscendo da noi stessi adottiamo uno sguardo curioso e riflessivo, questo allora ci può servire a crescere e ad apprendere. Se invece ci limitiamo a dare giudizi precipitosi e a stare in superficie, che cosa ne possiamo ricavare? Cosa ci resta? De...

Il mondo digitale: più di un click (di Ilenia Bradanini - psicomotricista)

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  Oggi i ragazzi sanno usare la tecnologia meglio di noi.  Imparano velocemente e, direi quasi, insegnano loro a noi adulti come usare gli strumenti tecnologici che abbiamo a disposizione. Ma saper usare non significa saper vivere nel digitale. Viviamo in un tempo in cui bastano pochi tocchi sullo schermo per accedere a tutto: informazioni, persone, immagini, mondi. Non basta proteggere i giovani dal digitale o vietare loro di utilizzarlo: dobbiamo accompagnarli a “starci dentro” con intelligenza, empatia e spirito critico, perché, in questa iper-connessione e velocità, quanta vera consapevolezza c'è? Con i ragazzi del gruppo medie di Livigno, in questa seconda parte dell’anno, ci siamo concentrati proprio su questo mondo, sul modo in cui lo viviamo e usiamo, sul significato ed importanza che gli attribuiamo. Fare queste riflessioni ci ha impiegato tempo e anche fatiche, perché parlare di digitale non è solo discutere di app, ma è molto di più: è imparare a distinguere una n...

Tempo di bilanci e di sorprese (di Deborah Rodigari - educatrice)

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Le attività pensate, programmate e introdotte con bambini e ragazzi del CiAGi Livigno&Trepalle, iscritti quest'inverno stanno per terminare.  È ora di bilanci, è ora di tornare a riviverle per capire come sono andate, è ora di “verificare” quali obiettivi inizialmente prefissati sono stati raggiunti, è ora di chiudere questo super inverno 24-25 per poi lanciarci nella meravigliosa estate che ci aspetta! È stato un inverno di grandi progetti, di collaborazioni, di emozioni, di scoperte, di riflessioni. Il periodo invernale al CiAGi è completamente diverso da quello estivo. L'inverno al CiAGi è più “lento”, educatori e bambini non vivono nella frenesia dell’estate che finisce in un lampo… forse, semplicemente, perché c’è più tempo! Incontriamo i bambini con meno frequenza rispetto all’estate, ma forse c’è li godiamo di più, passiamo più tempo ad ascoltare le loro avventure vissute in settimane, ci sediamo con loro intorno ad un tavolo e li osserviamo giocare, disegnare, ci un...

«I CARE» (di Valeria Rodigari - educatrice)

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  Lunedì 5 maggio, presso l'Open Space del CiAGi Livigno, si è tenuto un incontro con don Diego Fognini (fondatore della Comunità “La Centralina” nei pressi di Morbegno (SO) e referente presidio di LIBERA contro le mafie “Piero Carpita e Luigi Recalcati” di Morbegno) in occasione della presentazione del suo ultimo libro, "In ascolto sulla strada". Il libro racconta le esperienze dell’autore con giovani e adulti incontrati durante la sua vita dedicata soprattutto alle persone fragili. Durante l'introduzione, don Fognini ha fatto riferimento al motto che il sacerdote e educatore don Milani aveva affisso sulla porta della sua scuola, dove accoglieva persone emarginate:  « I CARE » , «mi sta a cuore, mi importa». «I CARE» ...Questo motto mi sembra familiare, sono sicurissima di averlo visto scritto da qualche parte. Cerco di scavare nella memoria, dove l'ho visto? Dopo un attimo, mi appare un ricordo vivido legato a un campeggio che ho vissuto la scorsa estate con i r...

Tutto nasce da un'idea (di Sandy Cusini - educatore)

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  Questo inverno abbiamo dato vita a tantissimi progetti educativi. Alcuni nati da mesi di pensiero e cura, altri sbocciati all’improvviso, magari durante una chiacchierata tra colleghi o durante una passeggiata oppure da una frase spontanea detta da un bambino. Ma guardando bene, la scintilla è sempre la stessa: una piccola idea semplice, autentica, capace di diventare qualcosa di grande. È incredibile vedere come da un gesto piccolo possa crescere qualcosa di bello, coinvolgente e educativo. Con i bambini delle elementari di Livigno e con i grandi di Trepalle, ad esempio, abbiamo esplorato il tema della tecnologia: li abbiamo visti diventare sempre più consapevoli di ciò che questa parola significa davvero. Abbiamo ammirato il loro coraggio nel mettersi in discussione, condividere idee, confrontarsi con pensieri diversi, e collaborare per capire pregi e difetti di ciò che ci circonda. Abbiamo trasformato semplici uova di Pasqua in opere d'arte ricche di significato, lasciando un...

Il valore della tenerezza (di don Diego Fognini*)

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  «Dostoevskij nel suo romanzo "L'idiota", scriveva che la bellezza salverà il mondo. Io affermo che è la tenerezza che salverà le persone. Vorrei fare alcune riflessioni su questo valore così bello e apprezzabile se applicato alle persone verso le quali la vita o il succedersi degli eventi ha dato poco spazio. Questo modo di creare relazioni tenere con le persone assomiglia alla chiesa dipinta da Van Gogh: avendo insegnato per tanti anni in un liceo artistico, questa immagine mi ha sempre impressionato e anche fatto pensare alla vita di credenti e non credenti. Osservate questa chiesa, sembra proprio che voglia essere immersa nella "terra degli uomini" che si trovano ai margini, uomini in cerca di tenerezza, che sobbalzano appena trovano qualcuno che li sa accogliere, che s'interessa a loro, alle loro preoccupazioni, emozioni, paure e difficoltà. Sembra una chiesa che abbia voglia, nel suo muoversi, di abbracciare tutte queste persone. Ecco, una Chiesa ...

Nessi sociali (di Thomas Sosio - educatore)

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  (Ispirato alla prima parte del laboratorio educativo  proposto ai ragazzi delle medie dallo staff del CiAGi Livigno in questi mesi) Connessione, legame, relazione. Queste tre parole insite nel significato nesso, ci accompagnano tutti i giorni, nella nostra quotidianità. Siamo sempre in relazione, con gli altri, con le cose che facciamo, con gli oggetti con i quali veniamo alle mani, una connessione che è fatta delle nostre scelte, un legame che può essere profondo o superficiale. La connessione si sa, ci fa subito pensare al telefono, al computer, ai social. Proprio il grande mondo delle interconnessioni mediali, ci ha fatto ragionare con l’equipe educativa del CiAGi, relativamente al fatto di indagare e monitorare l’uso del telefono e il loro rapporto con i ragazzi che frequentano le attività proposte. Infatti, con il gruppo di prima e seconda media, il tema che stiamo affrontando è proprio quello dei social, il loro utilizzo e la qualità del tempo dedicato. Quante volte ve...

Alla velocità del tempo (di Luna Corvi - assistente sociale)

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  Il tempo è qualcosa che spesso sentiamo correre veloce oppure qualcosa che noi rincorriamo tentando di afferrarlo e sfruttarlo di più. Alle volte, invece, il tempo è qualcosa che percepiamo lento, qualche volta più lento che mai, ed è come se fossimo noi ad aspettarlo e ad accorgerci della sua esistenza. Attendere è qualcosa di molto faticoso, soprattutto se stiamo aspettando che il tempo operi nelle nostre vite e nelle vite degli altri. È difficile concepire il fatto che anche “il tempo abbia bisogno di tempo”. Quanto è faticoso rallentare? Eppure, ne abbiamo bisogno. Quanto ci costa tutta questa costante velocità e impazienza? Moltissimo. Perché prendersi il tempo per seminare, annaffiare e curare dentro di noi è prezioso ed è altrettanto prezioso saper cogliere i frutti quando sono maturi. Quante volte, per fretta, raccogliamo o, meglio, strappiamo qualcosa che non è pronto?   Quante volte pretendiamo risposte immediate anche per quelle domande che di risposte spicc...

Finalmente primavera (di Ilenia Bradanini - psicomotricista)

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  È ufficialmente iniziata la primavera. Non vediamo l'ora delle belle giornate, delle passeggiate nella natura che si risveglia, il sole che torna a scaldare. La primavera è un invito alla rinascita, è proprio ciò che ci fa comprendere al meglio il significato di cambiamento: ci sono giornate bellissime, quasi estive, intervallate da momenti in cui sembra di tornare in pieno inverno. Essa ci ricorda che, anche dopo i momenti più freddi e bui, c'è sempre la possibilità di rinnovarsi, e che il cambiamento arriva un passo alla volta, lasciandosi gradualmente indietro il passato ed accogliendo pian piano il presente ed il futuro. Tutti sentiamo la primavera, migliora l'umore, risveglia le forze, ci fa sentire un formicolio di vita lungo tutto il corpo. Ed è il momento giusto per prendersi un momento per sé e riflettere: come voglio spendere queste energie? Quando è bella questa luce dopo il buio invernale? Come voglio essere attivo nel mio cambiamento? Oggi, durante la pausa...

I bambini sono come spugne (di Deborah Rodigari - educatrice)

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  Qualche giorno fa ero al parco giochi con un gruppo di bambini delle elementari che frequentano le attività del Centro di Aggregazione Giovanile. È una bella giornata, il sole splende nel cielo e dopo aver camminato tutti insieme, ci fermiamo ed è il momento di svagarsi. Osservo i bambini: qualcuno corre, qualcuno sale sull’altalena, qualcuno va sullo scivolo, qualcuno sul dondolo. Mi avvicino a quest’ultimo gruppo di bambini per aiutarli a salire e poi per spingerli. Sono in quattro e lì, in quel piccolo spazio, iniziano a confabulare tra loro, per rendervi meglio l’idea vi direi che iniziano a parlare tra loro come quattro adulti seduti ad un tavolo di un bar. Li osservo e li ascolto, ma rimango in silenzio. Parlano di scuola, di compagni, di amici, di sport, di tempo libero. Io li spingo sul dondolo ma continuo a rimanere in silenzio, l’argomento si fa interessante. Iniziano a parlare di Olimpiadi, di discipline, di luoghi dove avverranno le gare. «Sai la mia mamma dice ch...

Una piccola storia di Carnevale (di Francesca Bormolini - insegnante)

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  La settimana scorsa si è concluso il Carnevale, una festa gioiosa che quest’anno mi ha anche insegnato molto. Il Carnevale è per tutti, ma soprattutto per i bambini, con le loro maschere i loro costumi e la loro gioia contagiosa. Vedere i bambini felici e sorridenti è davvero la magia del Carnevale. Durante queste giornate, sono stati proprio i bambini ad insegnarmi tante cose. Non dobbiamo aspettarci che essi si siedano dietro la cattedra e ci chiedano di ricopiare la lavagna, ma dobbiamo imparare ad osservarli, perché il loro modo di vivere le cose, spesso ci dà l’esempio di come anche noi dovremmo comportarci. Al Carnevale di Trepalle seguivo il gioco delle freccette; hanno partecipato adulti e bambini di ogni età, ma uno di loro mi è rimasto impresso nella mente più di tutti. Per vincere un premio serviva centrare due volte il numero 100; così la scena si ripeteva in continuazione: arrivava un giocatore, tirava tre freccette e via al prossimo gioco; ogni tanto arrivava un 1...

Non sono altro che...ma chi sono io? (di Valeria Rodigari - educatrice)

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  La canzone “Volevo essere un duro” di Lucio Corsi è stata un ottimo punto di partenza per l'attività proposta ai ragazzi durante una lezione di educazione civica. Dopo l'ascolto del brano, l'individuazione dei nuclei tematici principali, la riflessione e il confronto sulle diverse tematiche, è stato proposto ai ragazzi un laboratorio dal titolo “Chi sono io?”. I ragazzi avevano a disposizione dei giornali e delle riviste per creare un collage, composto da immagini, che raccontasse qualcosa di loro e descrivesse la persona che sono. Ognuno di loro aveva un foglio bianco che poteva gestire liberamente decidendo come gestire lo spazio, se utilizzare il foglio in verticale o orizzontale, se concentrare tutte le immagini in un punto, oppure sparpagliarle per il foglio, se utilizzare tante o poche immagini, se aggiungere delle scritte oppure no. Durante l'attività regnava il silenzio, cosa molto strana all'interno di una classe composta da 26 ragazzi e ragazze preadoles...

Non sono altro che... (di Valeria Rodigari - educatrice)

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  Qualche settimana fa si è svolto il sessantacinquesimo Festival di Sanremo, che piaccia o no credo che la musica sia un potente mezzo per trasmettere messaggi. Durante questo festival una canzone mi ha colpito più di altre, sia per la personalità che l'artista ha mostrato sul palco, sia per il testo d'impatto che mi ha fatto riflettere su diversi temi, si tratta di “Volevo essere un duro” di Lucio Corsi. Sono educatrice di classe in una classe delle medie e durante una lezione di educazione civica abbiamo analizzato insieme ai ragazzi il testo di questa canzone e i messaggi che in essa sono racchiusi. Facendoci ispirare dal testo abbiamo proposto loro un’attività creativa in cui attraverso l’utilizzo di immagini prese da riviste dovevano rispondere alla domanda “Chi sono io?” « Volevo essere un duro/ che non gli importa del futuro/ un robot, un lottatore di sumo/ uno spaccino in fuga da un cane lupo/ alla stazione di Bolo…» Quante volte ci siamo nascosti dietro la faccia d...

A questo punto chi è l'educatore? (Sandy Cusini - educatore)

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  Ascoltando l’ennesima registrazione di una lezione universitaria, immerso tra libri, appunti, concetti e schemi, mi capita spesso di chiedermi cosa sia un educatore? Cosa faccio o, meglio, chi sono? E perché lo faccio? Come lo faccio? Insomma, le domande a volte sono davvero tante e non si fermano di certo solo a queste! Il dizionario semplicemente definisce come: Educatóre : s.m. (f.- trice ) [dal lat. educator - oris ]. – “Chi educa, e soprattutto chi per vocazione o per professione compie l’ufficio di educare i giovani”. Mi piace molto, e mi ritrovo in quel “per vocazione” inteso come “chiamata ad esserlo” un po’ perché non mi ha mai fatto impazzire di gioia pensare che per fare questo lavoro debba essere riconosciuto da un pezzetto di carta (sicuramente necessario, ma bisognerebbe aprire un grande capitolo a parte) un po’ perché il concetto di educatore è difficile da spiegare e da definire. In questi anni di lavoro ho conosciuto centinaia di bambini, ognuno unico e special...

Che c***o vuoi? (di Michele Ricetti - educatore e pedagogista)

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  Non mi sono addormentato sereno.  Alla domanda: «Mi spieghi che senso ha bere alcolici a collo alle 17 del pomeriggio?»,  La risposta è stata unanime: «cosa vuoi che ci sia di male», «non ha mai fatto del male a nessuno», «alla nostra età è giusto sballarci un po’», «ma si, eravamo in compagnia», «che cosa vuoi fare ad una festa?» fino al «fatti i cazzi tuoi» (il potere dell’alcool nel dire anche quello che normalmente non si direbbe) …  Aspettavo quella risposta e ne colgo l’occasione: «beh, visto che sei a “casa mia”, eccome se sono cazzi miei, altrimenti puoi sempre farti bassare la sbornia altrove, magari direttamente a casa tua». Silenzio.  Il clima si fa serio.  Decido di lasciarli in pace a riprendersi un po’, anche perché è praticamente inutile parlare con chi non ti ascolta o non si rendere conto che su alcune questioni non ha sempre senso scherzare.  Passato un po’ di tempo, il clima è molto più disteso, la botta ha fatto il suo corso. Ripr...